torpore notturno

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Oltre i confini del sonno egli voleva possedere
Toccare con puniche e novelle mani di velluto
Il feretro di pelle che m'accingo a portare dietro.

Cordigliere di spine sulla schiena
Fustigata di stelle cicatrizzate e lividi manti,
Ricurva su fragili organismi da difendere,

Un piacere che sa di denti che stringono
Attorno ad amare e dipendenti carni
Lasciando punicei aloni seghettati di desiderio.

Questo volle, in antri di dolore annegati sguazzare
E bere lacrime ben più viscose, la fonte
Dell'eterna, bianca, alba pulsante e inondante

Mentre labbra inchiodarono a strette corde
L'appena giunto limite: sospeso allora ai bordi.
Col Sole non giunge Aurora dalle candide dita

A svegliare il torpore, no. Sotto le sericee palpebre
Ancora a lungo sarà notte, sonno di potere,
E ancor un sospiro tra le valli dalle rotonde curve

Non di inchiostro ma di bile neraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora