"Senz'arte non esisti"

28 4 0
                                    

I

Giglio, nero ed eterno, su un palco
D'inganni felici, languidi e mendaci raggi
Di Luna. Tragica eroina, in una maschera era
Morta, in altro costume rivisse. Come un'ombra
Onirica vagheggia in altrui drammi da ella
Posseduti, tale da far brillare gli abietti
E gli sviliti. Fanciulla, immacolata perla,

II

Il solo mondo che abbia mai conosciuto
Nel retroscena inizia e finisce al di là
Del sipario. L'incantevole voce intona
Magistrali supplizi che mai hanno
Macchiato la rosea anima. Finché occhi
D'ametista, perigliosi e tetri, tenui e innamorati

III

E labbra di rosa vacue promesse
Hanno baciato. Confusa l'arte con l'amore,
Si inaridì la tragedia fuori dalla maschera
E dentro al cuore infuriò l'ingenuo genio.
Ma Eros altri non è che un bambino
Cui giuochi errati son cuori e loro pur
Non erano che giovani, di tutto ignari.

IV

Rinnegata l'arte, così spietata, nuda nulla rimane
Dei sogni incarnati di grandi poeti,
Sol inane bellezza e ridicole libertà.
Che tragedia, prima abbracciata sui lividi,
Conscia or del proprio soffrire, resta
Solo squisito sdegno. Odierà il suo amore.

V

Ma, per colui che annoiato dai suoi singhiozzi
L'abbandonò, amore veneficio ingoia,
Maschera di bronzo verde ed eterna
Grazia dormiente nel comun ventre della terra.
Bellezza sciupata dal martirio, arte virtuosa!
Tante volte trovò sulla scena la morte,
Ora non rivivrà mai più.

Non di inchiostro ma di bile neraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora