Layka- Night Watchers

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Layka

"Siete due pesti! Venite subito qui e ridatemi il mio libro! Ora!" Gridai infuriata verso i miei due fratelli minori, Egor (NdA Si legge Igor) e Dimitri, che stavano correndo per la casa dopo aver rubato il mio libro preferito.
Egor e Dimitri non potevano essere più diversi l'uno dall'altro, pur essendo gemelli.
Il primo aveva i capelli castano scuro, era leggermente scuro di pelle e aveva gli occhi azzurro-grigi, come il mare in tempesta.
Il secondo aveva invece i capelli e gli occhi da albino, biondo con due pezzi di gelido ghiaccio siberiano al posto dell'iride.
Io invece ero quasi un misto tra i due, unica nel mio genere e, ve lo assicuro,ero dalla nascita così: i miei capelli arrivavano fino al sedere ed erano neri con le punte -naturali- bianche. Se già questo è strano allora gli occhi non saprei come definirli: uno blu notte che schiariva fino al bianco al centro e l'altro dal centro grigio molto scuro, che quasi si fondeva con la pupilla che si schiariva fino ad arrivare ad una tonalità che sembrava bordeaux. Ero alta un metro e ottanta circa, magra e con la pelle abbastanza scura.
Loro avevano dodici anni, mentre io ne avevo diciassette e, anche se ero più grande di loro, erano peggio di due tornado e non riuscivo mai a fermarli quando scappavano.
"Dima, tuo!" Gridò al fratello, lanciandogli il mio preziosissimo libro come se fosse un frisbee.
"Ragazzi, dai, smettetela e ridate, di nuovo, quello che le avete preso. Lay, cara, dopo potresti venire qui un secondo?" Esclamò mia zia dal secondo piano.
Sì, abitavamo con nostra zia, i nostri genitori erano... ehm... leggermente impossibilitati al vivere con noi.
Ma i miei adorati fratelli non le diedero ascolto -maledetti!- continuando a lanciarsi il loro bottino cartaceo e io stanca mi fermai vicino al divano, atterrandoci con la grazia di un mammut, messo esattamente accanto alle due cuccie vuote dei nostri due cani, una lupa siberiana e una femmina di levriero. Mi venne un'idea e mi sporsi per vedere se la porta di casa era aperta, agevolando l'entrata e l'uscita delle due cagnolone, e mi accorsi con piacere di averci visto giusto.
"Nightmare*! Night Thunderstorm*! Placcate Egor e Dima!" Urlai in direzione del giardino, sperando che il mio colpo di genio non si tramutasse in una scena non troppo piacevole, tipo quella dove due enormi cani da quaranta chili, se non più, a testa mi si fiondassero addosso ma fortunatamente non fu così.
Riuscii a vedere solo due macchie nere, e una con anche del giallo dorato, che si precipitavano nella direzione dei miei fratelli, udii dei ringhi vari e dei "buone belle", "calme cucciolone" pieni di paura. Sorrisi maleficamente. Sapevo che i due impavidi avrebbero affrontato coraggiosamente una situazione del genere.
Con calma mi alzai dal divano, andai nella stanza dove si trovavano i ladruncoli, sempre con lo stesso malvagio sorriso stampato sul viso e mi appoggiai con una spalla sulla trave della porta.
I due ladruncoli erano bloccati dalle due belve in un angolo, spalla contro spalla, e cercavano un modo per sfuggire loro.
"Vi serve una mano?" Chiesi avvicinandomi e accarezzando le teste della lupa e della levriera, che continuavano a stare in posizione d'attacco ringhiando leggermente e senza la minima intenzione di muoversi, tranne se non lo avessi detto loro io.
"Hmm... magari potresti dire a Nightmare e Thunderstorm di liberarci? Per favore?" Disse Dima facendo la faccia da cucciolo, che però non riuscì data l'espressione ancora terrorizzata.
"Forse... ma tutto ha un prezzo, non credi anche tu, fratellino." Replicai malefica alludendo al libro.
"Certo adorata e bellissima sorellona, ecco il libro!" Esclamò Egor lanciandomi il maltolto con un sorriso nervoso.
"Ora... ehm... potresti farle smettere, per favore? Perchè..." chiese Egor lasciando la frase in sospeso, facendola completare al fratello, come loro solito.
"...Sai, danno leggermente i brividi, soprattuto Nightmare!" Continuò Dimitri
"C'è un motivo se l'ho chiamata così." E decendolo indietreggiai leggermente tirando i collari delle due cagnolone, che tornarono subito tranquille e fecero passare i due malcapitati mentre io le accarezzavo. Mi ricordai di quello che aveva detto mia zia Annika e corsi su per le scale seguita dalla mia scorta, Nightmare, mentre l'altra trotterellava dietro ai miei fratelli, per assicurarsi che non si facessero male.
"Eccomi zia, cosa succede?" Le chiesi entrando nel suo studio.
"Domani inizia di nuovo la scuola e tu andarai al terzo anno di superiori. Spero che ti impegnerai questi due quadrimestri e non ti faccia bocciare, come due anni fa, in seconda superiore."
Oddio, ecco che ricomincia la solfa! Eccheccavolo!
"Zia, credo che anche tu ti sia stufata di ripetere sempre questa storia quasi quanto me star qui ad ascoltarla. Quindi, ci facciamo entrambe un favore ricordando già il discorso dell'anno scorso. È normale perdere un solo anno, non è una trangedia, oltretutto ho superato a pieni voti la seconda superiore e farò lo stesso anche la terza, non ti preoccupare!" La interruppi.
"Certo, mi fido di te" disse con una risatina "ma volevo anche dirti che ti ho preso una scatola di lenti a contatto colorate, dato che ti senti cosí a disagio a mostrare i tuoi occhi." Concluse mettendomi davanti due scatoline di lenti color azzurro chiaro.
Scattai subito in piedi e la abbracciai continuando a ripetere grazie come un disco rotto.
"Si, okay, credo che il concetto sia arrivato, puoi mollarmi ora!" Esclamó ridendo "Ora chiama i tuoi fratelli e cominciate a preparare la tavola, sono già le sette e mezza!"
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Dopo aver cenato e dato da mangiare anche ai cani mi chiusi nella mia camera, finendo di preparare le cose per l'indomani e sistemando, almeno il minimo indispensabile per disegnare, la scrivania attaccando la musica a volume abbastanza alto. Non avevo problemi ad alzare la musica fino al massimo, la mia stanza era isolata acusticamente dalle altre, come lo studio e la camera di mia zia, anche lei abituata ad ascoltare la musica ad alto volume.
Non ricordavo che canzone avesse riprodotto l'ultima volta e nemmeno controllai per vedere se i miei fratelli avessero fatto qualche scherzo, ormai ero abituata alle loro giocate e non mi spaventavo piú ma quando cominciò My Demons dei Starset mi si aprì un enorme sorriso sul viso.
Probabilmente questo sorriso è più grande di quello di Jeff the Killer pensai continuando a sorridere e ridacchiando.
Avevamo sentito delle notizie su di lui, al telegiornale quella sera, e avevano fatto vedere una sua immagine, ricostruita da un poliziotto che era riuscito a resistergli e gli aveva sparato prima di essere soccorso da una pattuglia che aveva chiamato prima di lanciarsi nell'inseguimento di quel pazzo.

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