Ava Miller ha imparato troppo presto quanto la vita possa essere un inferno. Però non è una che si lascia intimidire, con la sigaretta fra le dita e le cuffiette nelle orecchie per lei niente è impossibile, neanche fare i conti con i propri demoni o...
REMINDER: Se non ricordate molto, vi consiglio di rileggere lo scorso capitolo. Mi sento di avvisarvi ancora, questa storia ha sfumature dark romance, perciò non scandalizzatevi se qualche scena è un po' "cruda". Vi lascio al capitolo. 🖤🌹
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Ava
Mi poggiò sul corpo un oggetto, sembrava proprio una...
«Sai cos'è questa, Smoke?»
«Una pistola»
«Risposta corretta»
Mi si mozzò il fiato. Non me per la pistola, ma per quello che stava facendo con quella pistola.
«Apri gli occhi, piccola Ava. Aprili, voglio vedere il tuo desiderio e le tue ombre combattere nelle tue iridi» disse, e io rimasi scioccata dalle sue parole.
Gli aprii.
Tracciò una linea immaginaria sul mio corpo con quella dannata pistola, creata apposta per essere buttata all'inferno, proprio come noi.
Partì dal mio collo.
Dopodiché scese sul mio petto fino ad arrivare al mio seno, fece dei cerchi immaginari intorno ai miei capezzoli e li schiacciò con la punta di quell'oggetto pericoloso.
Poi, andò verso la mia pancia, il mio ventre e infine toccò il mio punto più debole con forza.
Un gemito strozzato mi uscì dalla bocca involontariamente.
«Sei uno psicopatico del cazzo, Baker» soffiai ansimando cercando di trattenere tutto dentro di me.
«Dimmi un po', Ava. Negli ultimi tre anni hai mai pensato a me?»
Non smise nemmeno un secondo a fare quei movimenti contro di me e io mi sentii sempre più incontrollabile.
«Sì» risposi onesta. L'adrenalina in me riprese a scorrermi nel sangue come non mai.
«E a cos'altro hai pensato?»
«Ho pensato a tuo padre, e a Marcus Juan. Cosa succederebbe se gli andassi a fare visita?»
Bingo.
Sta volta, quella a sogghignare fui io e un sorriso malefico si impossessò del mio viso.
Si fermò.
Si bloccò completamente.
«Non scherzare con me, Ava. Non ti conviene» ringhiò sulla mia bocca.
