PARTE VI

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32 consapevolezza
dopo il mio tentato suicidio fallito ero completamente distrutta, non tanto mentalmente quanto fisicamente. Sebbene non avessi alcun tipo di forza in me, sono andata ugualmente a scuola e ho seguito le lezioni come se niente fosse, anche se i problemi di concentrazione e di focalizzazione sulla lezione precedentemente riscontrati non mi aiutavano granché a superare la giornata. Quando sono tornata a scuola dopo il mio ricovero in psichiatria, è stata un'immensa gioia rivedere compagni e professori, anche se interiormente vagavo in una pozza di ansia. Sono stata accolta amorevolmente, ma questo non è bastato a ridurre la mia paura, paura di poter avere una crisi , un attacco e di non poterlo gestire. I giorni seguenti iniziò il vero problema: seguire le lezioni. Non ero più abituata a studiare e a stare ferma in un banco per sei o sette ore al giorno, per me è stato davvero esasperante anche solo ascoltare la voce del professore che spiegava. Sentivo continui ronzii in testa e caos attorno a me. Ho avuto il mio primo attacco di panico dell'anno, sono rimasta chiusa in bagno per un'ora a parlare con lo psichiatra e a cercare di smettere di piangere e poi, inaspettatamente, sono stata raggiunta da una professoressa è da una mia compagna di classe, che m'hanno calmata con parole confortanti. Ho compreso finalmente che non serve essere perfetti, che essere maniaci della perfezione rende infelici, e se le cose non vanno come previsto bisogna adattarsi e farsi coraggio, senza timore ma soprattutto senza tirarsi indietro davanti alle difficoltà, perché ci sarà sempre qualcuno pronto a tenderti la mano.
Mi sono sempre chiesta quale fosse la chiave della felicità e l'ho cercata, cercata come un pazzo , ossessivamente. Ho cercato in tutti i modi di colmare il mio vuoto con persone, lesioni, alcool e droghe, senza rendermi conto che effettivamente la felicità è qualcosa di effimero, che vola via in un attimo, il momento prima ce l'hai tra le mani e quello dopo no, quindi perché crogiolarsi nel proprio dolore e scervellarsi fino alla pazzia per cercare qualcosa che comunque non durerà? Lo stesso vale per il dolore, esso è qualcosa che si può durare tanto, ma sicuramente non per sempre. Ho sempre creduto di voler morire per poter raggiungere l'oblio, ma la verità è che volevo solo una vita differente ed ero troppo codarda è testarda per cambiarla. Ma non lo sarò più. Non avrò più paura di mostrarmi, di mostrare la mia essenza. Non tremerò più di fronte alle insidie che mi si presenteranno dinnanzi, bensì le affronterò coraggiosamente. Essere se stessi nonostante tutto, è questa la chiave della felicità.
Ho vinto io.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23 ⏰

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