Il segreto delle cinque lune

Capitolo 2: La foresta incantata

Aria si addentrò nel bosco con il cuore pesante. Passava spesso per quella foresta ma non le era mai sembrata così oscura e minacciosa. Gli alberi sembravano piegarsi sopra di lei, creando un tetto di rami fitti che bloccava quasi completamente la luce delle cinque lune. Solo qualche raggio di luna riusciva a filtrare, disegnando strane ombre sul terreno coperto di foglie.

Stringendo il medaglione al petto per farsi coraggio, Aria proseguì lungo il sentiero, seguendo l'istinto. Non sapeva cosa stava facendo o cosa stava cercando, in quel momento niente sembrava aver senso. Il suo respiro era l'unico suono che rompeva il silenzio della notte, a parte il canto lontano di qualche gufo e qualche grillo. Più si addentrava nella foresta, più sentiva una strana energia pulsare nell'aria, come se il bosco stesso fosse vivo e consapevole della sua presenza.

Dopo un po', il sentiero si biforcò, dividendosi in due direzioni. Aria si fermò, esaminando le due strade, non era mai arrivata in quel punto della foresta. Non sapeva quale prendere, ma qualcosa dentro di lei la spinse verso il sentiero a destra, più stretto e più oscuro. Mentre avanzava, sentì un fremito sotto i piedi, come se la terra stessa stesse vibrando.

All'improvviso, un suono acuto ruppe il silenzio: il rumore di un ramo spezzato. Aria si voltò di scatto, il cuore che batteva forte nel petto. "Chi c'è?" chiese, fingendo una voce sicura che però fece spazio a una più voce tremante. Nessuna risposta. Per un attimo, pensò di essere sola, ma poi vide un'ombra muoversi tra gli alberi, rapida come un fulmine.

Prima che potesse reagire, una figura emerse dal buio e si lanciò su di lei, bloccandole le braccia. "Non fare rumore," sussurrò una voce maschile. "Potrebbero sentirci."

Aria si divincolò, cercando di liberarsi, ma il ragazzo la tenne ferma con una forza sorprendente. "Lasciami andare!" sibilò, cercando di mordergli una mano.

"Sto cercando di aiutarti!" rispose lui, allentando leggermente la presa. "Se continui a fare rumore, attirerai le creature della foresta."

Aria smise di lottare e lo guardò meglio. Il ragazzo sembrava un suo coetaneo, con capelli scuri e occhi azzurri brillanti che sembravano quasi riflettere la poca luce delle lune. Indossava abiti di cuoio, logori ma robusti, e una spada legata alla cintura.

"Chi sei?" chiese Aria, ancora scossa.

"Mi chiamo Kael," rispose il ragazzo, lasciandola finalmente andare. "E tu devi essere Aria. Ti stavo cercando."

Aria lo guardò con sospetto. "Come fai a sapere chi sono?"

"È una lunga storia," rispose Kael, guardandosi intorno con preoccupazione. "Ma non possiamo parlarne qui. Dobbiamo andare in un posto più sicuro."

Aria esitò. Non si fidava di quel ragazzo, ma non aveva molte scelte. E poi, era possibile che sapesse qualcosa su suo nonno. "Va bene," disse infine. "Ma se provi a farmi del male, ti assicuro che te ne pentirai."

Kael sorrise divertito, sollevando una mano in segno di pace. "Non ho intenzione di farti del male, Aria. Sono qui per aiutarti. Seguimi."

Insieme, si addentrarono ancora più in profondità nella foresta. Kael sembrava conoscere bene il sentiero, muovendosi con facilità tra gli alberi e i cespugli, mentre Aria lo seguiva con fatica, cercando di non inciampare sulle radici. Dopo quella che sembrò un'eternità, raggiunsero una piccola radura illuminata dalla luce delle lune. Al centro c'era una grande roccia piatta, circondata da muschio e fiori luminosi.

Kael si fermò e si girò verso Aria. "Qui dovremmo essere al sicuro per un po'," disse. "Nessuno ci troverà."

Aria si sedette sulla roccia, ancora ansimante. "Allora, perché mi stavi cercando? E cosa sai del mio nonno?"Disse ancora non convinta di potersi fidare di lui.
Kael prese un respiro profondo, come per raccogliere i pensieri. "So che tuo nonno è stato rapito da Lord Valthor, il mago oscuro che cerca il potere della Sinfonia delle Lune"