Immagini confuse si susseguivano nel sogno, di una vividezza come se fossi una spettatrice...Una carrozza nera trainata da enormi puledri che correvano sulla stradone disconnesso.
Un uomo che non riuscivo a distinguere, girovagava per un grande parco a braccetto - seguiti da una chaperon - assieme alla cuginetta Elizabeth.
I lisci capelli biondi riflettevano la luce del sole mentre lui le spostava la sedia e proseguivano la conversazione.
« Avete detto quindi che parlate l'ungherese come seconda lingua?»
La cugina annuì.
«Mia madre é in parte ungherese, infatti. »Lui inclinò la testa, ammirato.
« Lo parlate in modo fluente rispetto a vostra sorella.
Mi dica, Lady Elizabeth, avete visitato l'Ungheria in vita vostra? Io ho viaggiato molto come sapete, la trovo una nazione di estremo interesse artistico. »La scena mutava in una sala da ballo dorata , affollata, e vidi una mia replica con un enorme abito panna e perle al collo.
Danzava in veloci giri di valzer tra le braccia di un giovane alto e dagli occhi argentei, sfrontati.
La teneva stretta come se volessero danzare in eterno l'uno negli occhi dell'altra...Con una fitta di disappunto, il bel giovane e la sala da ballo sparirono e arrivò la Neve.
Aveva una sfumatura azzurrina sotto il cielo in tempesta.Ero passiva ma cosciente nell'ambiente intorno ma solo come spettatore al di fuori della scena.
Una voce familiare urlava disperata: «Elizabeth! »
La voce di Katherine si perse tra gli alberi, cercava e gridava il nome della sorellina nel bosco.
«Elizabeth! Esci fuori, ti prego.» Strinse le mani a pugno fino a farsi male la pelle.
« Lorcan, che tu sia dannato, abbi la decenza di farti vivo!»
Si spazientì e calciò il terreno.
« Ridammi mia sorella!» urlò al vuoto fino a sgolarsi.
Un ridacchio emerse dal buio tra gli alberi, poi un uomo interamente vestito di nero, il pesante mantello da viaggio non era nemmeno sporco di neve.
« Tua sorella non è più un tuo problema. Mi spiace non averti invitato, ma siamo di fretta. »
Si incamminò verso Katherine che gli mostrò i denti.
« Grandissimo bastardo! Ha solo diciotto anni, non puoi sposarla.»
Lui scrollò le spalle fissandosi le unghie perfette. « Elizabeth è una donna adulta. » notò. « Sai come funziona, non posso obbligarla a fare qualcosa contro volere. » si sistemò i lunghi capelli neri dietro l'orecchio con un brillio divertito.
« Che cosa vuoi ? Dimmi cosa vuoi e farò qualsiasi cosa se la lasci in pace. »
Fece un passo in avanti, un ghigno da perfetto bastardo sul viso lunare, marcato.
« Qualsiasi cosa, Fraulein? » Sussurrò come una proposta sensuale.
«Dio mi assista in questa pessima scelta. Sposa me e lascia che si faccia una vita normale. »
« Ah, è un vero peccato che abbia già organizzato la partenza per stasera. Sei arrivata tardi, spiacente. »
Allora lei gli si avventò contro e lo ghermirlo alla gola. Lui le bloccò i polsi.
« Se provi a portarmela via, io ti ammazzo. »«Che ferocia, Katerina. » spostò i capelli castani di Katherine, quasi con affetto.
« Lorcan, non farti implorare. » ringhiò a metà tra l'odio e il pianto.
« Adorerei sentirtelo fare, moglie mia.»
Victor mollò i polsi di Katherine e lei cadde nella neve piangendo sopra i suoi stivali.
« É deciso. Andiamo a prendere le tue cose e partiamo stanotte. Tua sorella è al sicuro, mi spiace per questo giochetto sporco, Katherine ma avevo bisogno di te.»
« Va bene, ti sposerò.»
Le porse una mano pallida e il viso si fece di ghiaccio.
« Non ti ho sentita bene. »Con la furia negli occhi blu e gonfi, katherine stritolò la mano di Victor.
« vi ho dato la mia parola, mein Herr, vi sposerò. »Mi destai con il cuore in panne.
La disperazione e la rabbia di Katherine mi rimase dentro.
Portai una mano al petto, staccando la camicia da notte dal corpo bagnato.
Misi a fuoco la camera nella penombra: il letto di legno, l'armadio in fondo alla stanza accanto alla sedia a dondolo sparsa di libri.
E poi, la sensazione di essere osservata.
Guardai lo specchio; la superficie scura aveva un aspetto acquoso al buio.
Gli occhi assonnati scivolarono verso la toeletta.
Ma rimbalzai indietro al centro del letto con un urlo quando il gracchiare di un corvo Bianco atterrò sulla finestra.
Il corvo si becco le piume.
Riguardai lo specchio, nitido e vuoto.
Eppure era sicurissima di avere intravisto un ombra spiarla.
Avevo ripreso ad avere " visioni” dopo tanto tempo ?
Si appuntò di raccontarlo a Katherine e cercare gli effetti collaterali dell'oppio e dell'Artemisia.
E poi cosa significava il sogno?
Perché Katherine aveva chiamato Victor con un'altro nome?
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Thorns of winter// Spine D'inverno - Fantasy storico
Fantasy1800. Austria, Innsbruck. Cosa faresti se scoprissi di essere la protagonista di una fiaba oscura ? Da amante delle fiabe, Genevieve, se lo è sempre chiesta. Finché un giorno, per lavoro, il suo patrigno e gli zii si trasferiranno dalla cittadina...