Chapter 3 - Lettera

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Il caldo si era raffreddato fino a lasciare un brutto tempaccio al mattino.
Avevo ripreso sonno per restare in un grigio dormiveglia.

Era molto presto, vero, ma restare a letto mi dava un senso di agitazione dopo il sogno.

Per non scordarmi nulla, recuperai un pezzo di carta e un pennino dallo scrittoio in ciliegio.

Trascrissi i pezzi  con una frenesia dettata dalla paura di saltare i passaggi. Posai il pennino che mi pulsava la mano.

Afferrando il polso, aprii e chiusi la mano ripetutamente mentre rileggevo le parole.

Non avevo scordato nessun passaggio, ora era indelebile nero su bianco.

Soddisfatta della mia trascrizione, ripiegai il foglietto e lo posai accanto al pacchetto di Victor.

Quasi mi venne tristezza disfarlo, incartato com'era in una raffinata pergamena color champagne e chiusa da un fiocchetto di raso bianco.

Il pacco mi stava nelle mani.

Lo sciolsi come un fiore di carta in pieno sboccio.

Vi era una lettera, il cuore mi sobbalzò, e lo raccolsi con due dita, uno splendido tessuto di lana Rossa simile a sangue scuro.

Mi alzai dalla sedia e mi avvolsi il lungo metro di lana attorno alla camicia da notte nell'imitazione di una mantella.

« Dio mio » mormorai a bocca aperta. « mi sento Cappuccetto rosso. »

Mi atteggiai allo specchio facendo anche una giravolta tra le sfumature di un rosso cremisi scurissimo.

«Oh, diventerai sicuramente un bellissimo mantello. »
buttai uno sguardo all'altro mantello, spelacchiato, agganciato al pomello dell'armadio e Arricciai il naso.
« e tu finirai a fare da coperta a qualche bisognoso »

Ripiegai con cura la stoffa e scartai la lettera, con un sorriso soddisfatto.
« Sarò l'invidia del paese quando lo metterò alla prossima festa. » dissi tra me e me, sfilando la lettera con un sorrisino vanitoso.

Sapevo di essere la bella del paese e ne sfruttavo con piacere i vantaggi. Si dice che al mondo l'unica forza più grande sia l'amore, ma anche La bellezza sa essere altrettanto potente.

Primo settembre, Turchia.

Mia carissima nipote,
Spero tu stia bene, Vi scrivo con l'intenzione di scusarmi per i mesi di protratto silenzio.

Chiedo venia per non essermi fatto vivo durante questa logorante estate.

Invero, suppongo che il mio silenzio vi abbia dato pena vista la nostra frequente corrispondenza.

Non temete, nipote, il lavoro mi ha portato per mesi in viaggio nelle lande del Vicino Oriente e non mi è stato consentito mettervi in celere contatto con voi.

E' stato un caso fortuito che durante una passeggiata fra i Suk di Damasco (sapevi che i mercati si svolgono dal tramonto all'alba? ) ho avuto la lieta sorpresa di incrociare Richard.

Abbiamo parlato molto di te e tua madre, di come Serafina ti stia col fiato addosso e di come sia diventata intrattabile dopo l'incidente con tua sorella e ti stia debilitando a livello emotivo.

Richard mi ha anche accennato che i questi mesi hai ripreso con i dolori alla testa e gli attacchi di sonnambulismo e di come se ne sia sciacquata le mani definendolo: " stress paranoide".

Ne sono profondamente desolato e spero di poter far rientro presto dal mio viaggio e discutere con tua madre dei suoi comportamenti discutibili e non mi dilungherò a trascrivere quali.
Resti la mia figlioccia, dopotutto e ho voce in capitolo quanto lei se si tratta della tua salute.

Al momento sono fermo a Istanbul, mi tratterò un paio di settimane prima di salpare in Europa.

In mia assenza se ti servisse allontanarti per un periodo da tua madre, hai a mia disposizione il cottage. Se si presentano altri attacchi o dolori di varia entità, fatti portare da Richard dal mio amico il Dottor E. Fitzgerald. E' un luminare del suo campo, lo studio ha sede legale a Innsbruck.
La nuova terapia con il Dottor Rossi come procede?

Ah! dentro il pacco ti ho messo una stoffa che ho comprato da un commerciante, vai dalla sarta a farti cucire qualsiasi cosa preferisci.

Il resto delle stoffe le ho consegnate a Richard, è scandaloso che tua madre si sia rifiutata di rifarti il guardaroba autunnale...
Resto in attesa di tue nuove.

Con tanto affetto,

Tuo
Victor.

Mi strinsi la lettera, intenerita e commossa.

Il silenzio alle mie lettere mi aveva buttato un po' giù.

Non avevo nessuno a cui confidare ,a parte Katherine, cosa stava succedendo in casa, nessuno che sentiva le cattiverie  servite a cena.

Era colpa mia se quel rincitrullito del suo fidanzato si era preso una cotta segreta per la sottoscritta?
Quali colpe avevo se non di averlo ignorato quando veniva a trovare Lara?

Vivere  sotto al tetto di una madre che ti nutre dalla tetta a letto e rabbia è come sapere se scamperai alla giornata buona oppure se dovrai stringere i pugni se avevi pescato  la giornata cattiva.

Lara era sempre stata la sua prediletta, io la secondogenita disgraziata. La figlia che dava  problemi, problemi e altri problemi.
Ero suo il capro espiatorio personale come se fossi una santa a cui si indirizzavano preghiere arrabbiate e frustrazioni.

Lessi la lettera ancora e ancora, grata alle sue premure decise di un padre che difende la figlia.
Riponendo la chiave del cottage nel cassettino, la nascosi sotto il caos di lettere.

Poi suonando la campanella per farmi preparare, andai all' erboristeria a sostituire Frau Agatha come ogni Venerdì.

Thorns of winter// Spine D'inverno - Fantasy storico  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora