Era passata una settimana da quando la famiglia Moon aveva portato a casa la piccola Ye-sol dall'ospedale, all'inizio non era stato facile, l'intera famiglia aveva dovuto ridimensionarsi con l'arrivo della piccola, che di certo non era una bambina tranquilla. Do-hyun aveva diminuito i suoi orari di lavoro, Ye-bin aveva cominciato a fare il doposcuola e Min-jee si occupava di tutto il resto.
<<Non riesco a farla smettere di piangere>>
Si lamentò Min-jee, in effetti, la neonata piangeva di frequente e sembrava inconsolabile. Uno strano senso di colpa si fece largo dentro la donna, pensava di cavarsela bene come madre e non capiva che cosa stesse sbagliando, questo la portò ad essere ancora più apprensiva nei confronti di Ye-sol. Forse non stava adempiendo ai suoi doveri di madre se la bambina piangeva così tanto, questo pensiero era stato un chiodo fisso per lei nell'ultima settimana. La prima volta, con Ye-bin, era stato molto più semplice, bastava cullarla e cantarle una ninna nanna per farla calmare, ora invece, era tutto diverso. In più sentiva di star trascurando la maggiore, che era pur sempre una bambina, e di non star dando al marito le attenzioni che si merita.
Il peso dell'intera famiglia le gravava sulle spalle nonostante nessuno si aspettasse da lei che fosse una specie di supereroina, lei era così, si faceva carico di tutti e lo faceva con il sorriso, come quando nell'aula dell'udienza il futuro dell'imputato dipendeva da come l'avvocato svolgeva il suo lavoro, e Min-jee lo aveva sempre portato a termine in maniera impeccabile, non voleva essere da meno per la sua famiglia. In fondo era così che vedeva casa sua, un po' come se fosse un tribunale e tutti lavoravano per un bene comune.
<<Vai a riposarti cara, ho preso una giornata libera dal lavoro, ci penso io oggi>>
La donna pensò di non meritarsi affatto un marito così gentile e premuroso. Aveva dimenticato come potesse essere difficile prendersi cura di un bambino così piccolo e molto spesso si sentiva stanca, dormiva molto poco.
Eppure, in un modo o nell'altro tutti amavano Ye-sol, soprattutto Ye-bin che, nonostante i suoi quattro anni, non perdeva occasione di stare con la piccola, dimostrandosi un'ottima sorella maggiore, cercava di condividere i suoi giochi nonostante la sorellina non fosse molto interessata. <<Non vuole giocare con me!>>
<<Tesoro è ancora piccola, aspetta un po' e vedrai che giocherete insieme>> la consolavano i genitori, e lei aspettava, non vedeva l'ora di poter fare qualsiasi cosa insieme alla sua sorellina, infondo l'aveva aspettata così tanti.
Le cose, in casa Moon, stavano pian piano tornando normali, o meglio, la loro normalità si stava adeguando con l'ingresso della nuova arrivata.
"Quanto tempo sarà passato?" si chiedeva Morgan. Non riusciva a stare dietro allo scorrere del tempo e delle circostanze intorno a lei, quando non sentiva rumori, non capiva se tutto fosse tranquillo perché era notte o perché si trovava in un luogo isolato e questo la rendeva inquieta, l'unica cosa che le permetteva di scandire le giornate erano i pasti che avvenivano con cadenza regolare e frequente, questo tuttavia, non era sufficiente per farsi un'idea di quanti giorni stessero passando. Di una cosa era certa però: era una neonata.
Non sapeva quando aveva iniziato a rendersene conto. I primi giorni dopo aver acquisito questa consapevolezza Morgan li trascorse in preda alla confusione e allo sgomento. Non sapeva dove si trovava e perché stesse succedendo tutto questo. Dopo essersi abituata all'idea e aver finalmente placato la sua mente si concentrò su come non sprofondare nella follia. Non era una ragazza molto analitica ma era fondamentale che lo diventasse o sarebbe impazzita, inghiottita dello scorrere degli eventi senza aver mai avuto modo di capirci qualcosa.
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Nasci, cresci, nasci
General FictionImmaginate di nascere, poi morire e poi nascere di nuovo. Tutto sembra nuovo e senza senso per Morgan che ha un solo obiettivo: tornare dalla sua famiglia.