2 - Fine turno

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Avevo sempre odiato l'atletica, perciò evitavo di fare cose come la spaccata o le verticali.

Il palo d'acciaio era ancora sporco del sudore delle precedenti ragazze, dettaglio insignificante in confronto a tutto il sudore di cui erano spesso cosparse le banconote.

Continuai il mio strip-tease, sotto le note di una commerciale canzone scelta da Saxon, ballando e accarezzando il palo con delicatezza.

Levai il mio camice bianco striminzito, restando solo in intimo e mostrando quelle poche curve che sapevo di avere. In passato avevo lottato invano per nasconderle, ora non era più necessario.

Avanzai, piano piano, lungo tutto il perimetro del palco, permettendo a chiunque si fosse seduto lì di infilarmi una banconota nelle mutandine o nel reggiseno e allo stesso tempo di appoggiare la loro mano contro la mia pelle.

Ogni tocco aveva lo stesso effetto, freddo e inesistente.

Mi inginocchiai, mi chinai e poi scrutai attraverso le poche luci colorate tutti i presenti seduti in sala, uno ad uno. Mariti, padri, zii... stavano tutti sbavando per un po' di carne messa in mostra.

Avevo quasi terminato il giro, pronta a strisciare di nuovo al centro, quando notai un ragazzo con le braccia incrociate, in piedi, posato contro il bancone.

Sembrava giovane e piuttosto interessato a ciò che stava guardando. Ciò nonostante, l'unico pensiero che mi passò per la mente fu di tornare al mio balletto e di ignorarlo e così feci.

Lo lasciai guardare, fissarmi e studiarmi, mentre ritornavo verso il palo, dopodiché mi ci aggrappai e sfilai lentamente anche la cuffia di seta dalla testa.

Ciuffi sintetici di colore rosa ondeggiarono dappertutto, carezzandomi il collo e le spalle.

Dopo qualche altro minuto, il volume divenne sempre più basso ed io mi decisi a sfilarmi anche il reggiseno. La canzone terminò quando lo sollevai in aria e proprio in quel momento, come da programma, le luci nella sala si spensero.

Nessuno dei clienti vide altro, oltre al pezzo di stoffa stretto nella mia mano e alla mia intera schiena nuda.

Mi defilai in fretta, rintanandomi oltre il sipario, nel camerino, e indossando una felpa.

«Hai già finito!?» domandò Ingrid, in tono sprezzante.

«Non ne sei felice!? Più mance per te» replicai secca, tornando alla mia postazione.

«È solo gelosa!» Allis si stava già cambiando d'abito per la sua ennesima esibizione della serata e per l'occasione si era addirittura confezionata un abito da 'Miss cupido'. «Lei può soltanto sognare un corpo come il tuo.»

Un corpo come il mio...

«Ava!»

Mi voltai di scatto verso la voce maschile che aveva appena richiamato la mia attenzione.

«Hanno richiesto un'altra esibizione di Mercy

Che nome stupido aveva scelto quell'uomo per me.

«D'accordo, prendo una boccata d'aria e...»

«No.» Nemmeno Saxon sembrava di buon umore quella sera. «Rivestiti. Sei subito dopo di lei.» Indicò Allis, per poi abbottonarsi la giacca e andarsene fuori.

«Sei subbbito dopppo di lllei.»

Lo stesso ma più marcato accento italiano di Saxon provenne da un cupido truccato e vestito in maniera disgustosamente romantica. Allis riuscì persino a strapparmi un ghigno semi divertito con quella sua strana imitazione.

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