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ciao sto aspettando di andare in aeroporto 😁😁

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Il giorno dopo ci trovammo tutti insieme all'aeroporto, pronti per la partenza verso Monaco di Baviera, dove ci attendeva la sfida contro l'Austria agli ottavi di finale. L'aria era carica di tensione ed eccitazione, e il gruppo sembrava un po' più silenzioso del solito, concentrato sul pensiero della partita imminente.

Mentre aspettavamo di imbarcarci, mi guardai intorno, osservando i ragazzi che chiacchieravano tra di loro a bassa voce. Alcuni erano immersi nelle cuffie, probabilmente cercando di rilassarsi con la musica, mentre altri si scambiavano battute per allentare la tensione.

Federico Chiesa, seduto poco lontano, lanciava occhiate furtive al suo telefono, mentre Pessina era intento a parlare con Bonucci e Chiellini, che gli davano consigli tattici per la partita. Non potei fare a meno di notare quanto Matteo fosse concentrato e serio, un lato di lui che mi era meno familiare rispetto al suo solito atteggiamento scherzoso.

Chicago ed io ci eravamo sedute su una panchina un po' distante dal gruppo principale. Stavamo parlando di cose leggere, cercando di non far pesare troppo l'attesa. Lei, però, non poteva fare a meno di notare l'atmosfera intorno a noi.

«È strano, vero? Vederli tutti così concentrati»
disse a un certo punto, rompendo il silenzio.

«Sì, lo è,»
risposi, annuendo.
«Ma è normale, stanno per affrontare una delle partite più importanti del torneo. È normale che siano un po' tesi.»

«Già»
mormorò lei, lanciando un'occhiata a Pessina.
«E tu? Sei pronta per questa avventura?»

«Sì»
risposi, cercando di mascherare la mia stessa tensione
«Sarà una bella sfida, non solo per loro ma anche per noi che li seguiamo.»

Proprio in quel momento, Insigne si avvicinò con un sorriso malizioso.
«Che fate voi due qui tutte sole? Non è che state tramando qualcosa?»

Chicago rise, e io lo guardai con un'espressione divertita.
«No, niente di sospetto, Lorenzo. Solo chiacchiere tra sorelle.»

«Ah, capisco,»
disse lui, lanciando uno sguardo indagatore a Chicago.
«Ti stai godendo l'esperienza, piccola Mancini?»

«Eccome»
rispose lei, sorridendo.
«È incredibile stare qui con tutti voi. Ma dov'è il tuo amico? Non è che si è perso da qualche parte?»

Insigne rise di gusto.
«Matteo? No, è lì che discute con i senatori. Sai com'è, deve dimostrare di essere pronto per la battaglia.»

«Beh, meglio che lo sia,»
risposi, cercando di mantenere un tono leggero.
«Abbiamo bisogno di tutti al massimo.»

«Pessina sarà al massimo, non ti preoccupare,»disse Insigne, con un sorrisetto. Poi, con una rapida occhiata a Chicago, aggiunse:
«E tu? Sei pronta a tifare a squarciagola per noi?»

«Sempre!»
rispose Chicago con entusiasmo.

Proprio in quel momento, Matteo si avvicinò, interrompendo la nostra conversazione.
«Ehi, di che parlate voi tre?»

«Di te, ovviamente,»rispose Insigne, ridacchiando.
«Ambra stava dicendo che se non giochi al massimo, dovrai rispondere a lei.»

«Ah sì?»
chiese Pessina, guardandomi con una scintilla divertita negli occhi.
«Allora mi toccherà dare il massimo, per evitare guai.»

Scossi la testa sorridendo.
«Solo se non vuoi deludere i tuoi tifosi.»

Il gruppo cominciò a raccogliersi vicino al gate, e fu il momento di imbarcarsi. Mentre ci dirigevamo verso l'aereo, Matteo si avvicinò a me, camminando al mio fianco.
«Sarà una bella partita, vero?»

«Sì»
risposi, sentendo il cuore battere un po' più forte. "Sarà fantastica."

Ci scambiammo un breve sorriso, poi ognuno prese il proprio posto per l'imbarco. Anche se c'era molta tensione, la consapevolezza che avremmo affrontato insieme quella sfida rendeva tutto un po' più leggero.

INSTAGRAM||MATTEO PESSINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora