Incontri Inaspettati

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Lora's pov:

-Il destino ha un modo curioso di farci incontrare le persone giuste nei momenti più inaspettati.

La mattina prima di partire mi svegliai molto presto perchè ero una persona mattiniera, mi alzai dal letto, dritta verso il bagno per farmi una doccia veloce e dopo venti minuti uscii dalla doccia. Optai un outfit basic che consisteva in dei pantaloni wideleg grigi a vita stretta e una maglietta bianca a spalline con uno scollo, una borsa nera con dentro i documenti che mi sarebbero serviti per il viaggio e, scarpe classiche nere e bianche, mi pettinai i capelli e uscii con la mia valigia di 20kg (mi piacciono molto i vestiti). decisi di andare a fare colazione in un bar vicino a casa perchè ero in anticipo, mi misi seduta e ordinai un caffè, nel mentre mi misi a leggere uno dei miei libri preferiti. erano passati 10 minuti da quando ero seduta, concentrata sul mio libro, finche non sentii qualcuno toccarmi la spalla, mi voltai per vedere chi fosse la persona che aveva osato interrompere un mio momento tranquillo di prima mattina. Vidi una ragazza che mi guardava con un sorriso gentile e occhi innocenti mentre io la guardavo infastidita. si schiarì la gola e chiese imbarazzata « scusami, per caso sai dove si trovi l'aeroporto? », nonostante nn fosse spagnola, per i tratti asiatici, aveva un buon accento spagnolo; la squadrai dalla testa ai piedi e notai che era bassa, aveva più tette di me ed era vestita con una camicia bianca, gonna nera, calze bianche, scarpette nere, i lunghi capelli neri legati, da un fiocco bianco, in una mezza coda e aveva un leggero ombretto rosa, mascara, leggero blush e un lucida labbra rosa. Notando la mia occhiata, arrossì. « Devo andarci anche io, quindi, se vuoi ti posso accompagnare dopo aver fatto colazione.  » le risposi. Lei annuì in modo imbarazzato e mentre io facevo colazione, lei rimase in piedi a guardarsi in torno con fare nervoso, io la guardai stranita e con tono annoiato « guarda che puoi sederti » e lei arrossì ancora di più e si sedette continuando a guardare il vuoto. Finita colazione, decidemmo di andare in aeroporto come deciso. « Senti, scusa ma come ti chiami? No, perché... » gesticolando in modo strano, continuò « mi sembrava maleducato non chiedertelo », io le lanciai un'occhiataccia con un sopracciglio alzato notando il suo stato d'agitazione, pensai che fosse una ragazza strana e troppo timida. Anche questa volta le risposi con tono annoiato « mi chiamo Lora. E tu? » Anche se non mi interessava più di tanto scoprire il suo nome, perché tanto non ci saremmo più riviste. Lei, facendo un piccolo sorriso, mi rispose « Mi chiamo Haruko, piacere di Conoscerti. » tendendomi la mano aspettando che gliela stringessi e io la guardare un attimo infastidita perché mi stava già irritando la sua presenza. Tuttavia le strinsi la mano, continuammo poi a camminare passando per tutti i passaggi necessari nell'aeroporto fino a raggiungere la parte del check-in. E notai che continuava a seguirmi, ma me ne fregai. Salendo sull'aereo trovai subito il mio posto e mi sedetti comoda. Mi si misi le cuffie con la mia canzone preferita e provai a rilassarmi. La mia quiete però venne interrotta da una persona che sedendosi al posto affianco a me fece troppo rumore con le chiavi, che non smettevano di oscillare e mi girai subito a guardarla arrabbiata, finché non vidi la faccia: Era di nuovo lei!

Pensavo che tu fossi una persona strana, irritante e talmente ingenua che avrei potuto manipolarti nel modo più semplice... Ma non pensavo che mi avresti teso la mano, ogni volta che ne avevo bisogno, finché non l'avrei presa. Forse la tua non era solo ingenuità, ma era anche la gentilezza di prendere in mano la vita delle persone e trasformarla nella vita che ognuno desidera, forse non eri un eroe... Ma per me lo eri, come io lo ero per te, Haru-chan...

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