L'incontro del destino: un viaggio oltre il primo amore

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Haruko's pov:

-Found you

Mentre ero in vacanza , scoprii che avevo ottenuto una borsa di studio per la Francia. Ero felicissima, amavo la Francia, ero affascinata soprattutto dal romanticismo e dalla cultura, credevo che lì la mia vita sarebbe stata perfetta... In un certo senso fu così, ma non tutto fu rose e fiori. Da piccola mia madre mi raccontava del suo viaggio in Francia, dove lì conobbe il suo primo amore: Arthur, un ragazzo dagli occhi castani e puri ,capelli corti, lisci e bruni. Mamma diceva che lui era perfetto, un vero romantico ed educato, ai miei nonni piaceva tanto e mamma piaceva ai genitori di Arthur. Ma poi, mamma disse che lui sparì e non lo vide più... Un po' mi dispiaceva, mamma era sempre stata una persona fantastica e meritava tutto l'amore del mondo, ecco perchè mamma aveva sposato, Hiroshi, mio padre, lui era un uomo fantastico: gentile, dolce e sensibile, a tratti un po' severo. La storia dei miei genitori era bellissima: mamma, dopo essere tornata in Giappone con il cuore spezzato a causa di Arthur, cominciò il primo superiore, ma non era facile per lei, la sua ex migliore amica aveva raccontato alle ragazze della sua classe cosa era successo con il suo primo ragazzo e tutte la prendevano in giro perchè nessuno la voleva. Ma papà, innamorato da molto tempo di mamma, faceva di tutto per proteggerla e alla fine si misero insieme, non litigavano mai, una coppia perfetta e papà aveva la fila di ragazze a scuola, ma lui aveva occhi solo per mamma. Dal loro amore nascemmo mia sorella maggiore Ami e io. Ami era alta, aveva i capelli neri e occhi dello stesso colore come papà, mentre io avevo i capelli neri come mamma e papà e gli occhi color nocciola come mamma. Mia sorella era una persona gentile, seria, responsabile e con la testa sulle spalle, mentre io ero dolce, gentile, timida, sempre disponibile, ingenua e introversa. A me piaceva credere nell'amore, mentre Ami diceva che era solo una perdita di tempo. Non mi importava cosa lei dicesse, mamma e papà mi avevano insegnato a credere nell'amore e anche io volevo un ragazzo da amare e che potesse amarmi, avrei avuto occhi solo per lui e lo stesso lui per me. Anche se speravo di trovare un ragazzo, credevo che per una come me sarebbe stato impossibile: la mia unica qualità era il seno, per il resto ero bassa, stavo sempre sola a leggere libri, non avevo molte amiche e con i ragazzi mi sentivo a disagio... Era impossibile per una come me trovare il vero amore, ero un completo disastro. In realtà non mi ero mai innamorata, anche se lo desideravo molto, nessun ragazzo mi aveva mai fatto battere forte il cuore, a meno che non fosse perchè, per l'imbarazzo, quando passavo mi fissavano le forme... Non mi piacevano i ragazzi così, erano senza vergogna e sapevo che sarei stata stupida se mi fossi fidanzata con uno di quelli, di certo mi avrebbe tradita e non volevo soffrire, in amore era inevitabile, lo sapevo, ma volevo evitare che fosse per una cazzata. Quando partii per la Francia, mi promisi che prima di tutto avrei pensato a studiare. L'amore sarebbe venuto dopo, in fondo avevo cinque anni a disposizione e se non avessi avuto risultati... Forse non erano abbastanza, ma avrei cercato comunque qualcuno, volevo amare ed essere amata. Poi mi venne una domanda: come avrei potuto essere amata se non ero prima io ad amarmi? Questa domanda mi venne in mente dopo aver conosciuto Lora.. Intendo, lei era una ragazza misteriosa e solitaria e, per questo, tutti avevano paura di lei. Ma io non l'avevo, non perchè sapessi molto di lei ai tempi, ma per il semplicissimo motivo che le avevo parlato e nei suoi occhi color caffè macchiato vidi vulnerabilità e solitudine. Dopo averle parlato, scoprii che anche lei doveva frequentare la mia stessa università in Francia. Avevo parlato con Lora perché avevo bisogno di aiuto con l'aeroporto perchè non mi ricordavo come arrivarci dalla casa che affittai per le vacanze, perciò mi feci una passeggiata e notai che Lora era in un bar (la conoscevo perchè viveva accanto alla casa dove trascorsi le vacanze), mi avvicinai a lei e mi spiegò che anche lei doveva salire sull'aereo diretto in Francia. Facemmo la strada insieme e per puro caso (o come lo chiamo io: destino), avevamo i posti vicini.

Sapevo che Lora non credeva nel destino... Ma trovarla è stata una salvezza, lei era tutto per me ed era anche più importante del primo amore che stavo cercando.

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