𝐒𝐎𝐅𝐓 𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐑𝐎𝐌𝐀𝐍𝐂𝐄 ⭐️
«Mamma, papà, basta urlare! Per favore, non ce la faccio più a sentire i vostri lamenti.»
Nel crepuscolo della sua adolescenza, Althea Wright, una ragazza intrisa di sogni spezzati e traumi familiari, supplicò i s...
OLTRE LE SFUMATURE Con gli occhi chiusi, sussurrai a me stessa, «Oltre il dolore e la disperazione, esiste un luogo dove posso essere veramente libera.»
In quel silenzio carico di speranza, sentii una voce interiore sussurrare, «Cerca al di là delle sfumature, dove la luce infrange l'oscurità e i colori danzano in armonia. Lì troverai il tuo rifugio.» Con questa nuova consapevolezza, aprii gli occhi, guardando il mondo come se fosse la prima volta. Ogni ombra, ogni raggio di luce, sembrava raccontarmi una storia di possibilità e di mondi nascosti tra le pieghe del reale.
«Oltre le sfumature.» Non era soltanto una destinazione, ma un viaggio di scoperta interiore, un percorso per abbracciare la complessità della vita e trovare la bellezza nella sua intricata tessitura di contrasti.
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PROLOGO
Ci furono giorni in cui l'oscurità sembrò l'unico rifugio. La notte, con il suo silenzio denso, mi avvolse come una coperta, nascondendo il caos che si consumava all'interno di quelle mura. Le grida si spensero, ma l'eco delle parole taglienti rimase, rimbombando nella mia mente anche quando tutto tacque.
Le pareti di quella casa erano intrise di rancore, assorbivano ogni urlo, ogni sibilo di rabbia che si scambiavano senza tregua. Mi mossi in quello spazio come un'ombra, cercando di non essere notata, di non attirare l'attenzione su di me. Ogni passo fu calcolato, ogni respiro trattenuto, come se la mia presenza stessa potesse innescare una nuova esplosione.
In quei momenti di oscurità, trovai utile dedicare qualche minuto ogni giorno a un esercizio di riflessione. Prendevo un quaderno e scrivevo tre cose per cui ero grata, anche se sembravano piccole e insignificanti. Questo semplice atto di concentrazione su aspetti positivi aiutava a cambiare la mia prospettiva e a riconoscere che, anche nella notte più buia, esistevano piccoli segni di luce.
Quando finalmente il silenzio tornò a regnare, mi ritrovai da sola con i miei pensieri. La quiete della notte fu ingannevole, e nella penombra mi domandai se esistesse davvero un posto dove si potesse essere felici. Non ricordai l'ultima volta in cui avevo visto un sorriso sincero su quei volti, né l'ultima volta in cui avevo sentito un abbraccio che non fosse vuoto.
Un altro esercizio che trovai utile era la visualizzazione. Mi immaginavo in un luogo sicuro e sereno, un posto che mi dava pace, anche se solo nella mia mente. Questo esercizio mi aiutava a trovare un senso di calma interiore e a mantenere viva la speranza di un futuro migliore.
L'amore, quello che avevo letto nei libri, mi sembrò un'illusione lontana, un sogno che non apparteneva a quella realtà. Mi chiesi spesso se fosse possibile amare senza ferire, se ci fosse qualcuno che potesse toccarmi senza lasciare cicatrici. Ma nonostante tutto, una parte di me non smise di sperare. Anche se il mio mondo era avvolto dall'ombra, sentii che da qualche parte, lontano da lì, poteva esistere una luce pronta a spezzare quel buio.
Ricordai che ogni giorno poteva essere un'opportunità per costruire qualcosa di nuovo. Anche se il cammino era difficile, ogni piccolo passo verso la cura di me stessa era un progresso. Mantenevo viva la speranza e lavoravo per scoprire le mie risorse interiori, consapevole che la strada verso la luce era fatta anche di piccoli successi quotidiani.
Fino ad allora, rimasi lì, camminando nell'oscurità, combattendo i miei demoni e cercando una via d'uscita da quel labirinto di dolore e silenzio. Anche se il buio mi soffocava, sapevo che da qualche parte, oltre quelle mura, c'era una luce che aspettava solo di essere trovata. Ma per ora, l'unica certezza fu quella notte infinita, e la solitudine che portavo dentro.
