»chapter one.

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"Hope svegliati! È il primo giorno di scuola!" bella merda. Devo andarci per forza?

"Non potresti lasciarmi a letto?" urlo alzando le coperte sopra la testa.

Sento la porta aprirsi e mia mamma irrompere nella stanza. "Non ci pensare proprio signorina"

Mi sposta le coperte scoprendomi completamente. Un brivido di freddo mi assale e mugolo.

"Mamma quella scuola è un inferno. Non ce la faccio ad andarci per un altro anno intero. Finirò per suicidarmi" cerco di convincerla ma il suo viso non da nemmeno un segno di cedimento.

"Proprio perché è il tuo ultimo anno. Dopo questo hai finito." la voce si addolcisce e si siede sul letto affianco a me. Mi metto seduta. "Dai, Kate ti passa a prendere non farla aspettare. Poi non puoi dirlo, magari quest'anno andrà meglio" mi accarezza una guancia e mi fa un occhiolino.

La guardo stranita. Mi chiedo che cosa abbia messo nel suo caffè questa mattina. Sembra fuori di testa.

Riluttante annuisco poco convinta. Lei si alza sorridente uscendo dalla stanza mentre io decido di alzarmi dal letto per andare a farmi una doccia.

Entro nel bagno ed inizio a spogliarmi. Sono in intimo davanti allo specchio. Provo a guardarmi ma dopo qualche secondo abbasso lo sguardo. Non riesco nemmeno a guardare il mio riflesso. Guardo la pancia, i fianchi. Quando mi ritrovo in questa situazione mi ripeto in continuazione che dovrei mettermi a dieta. Odio le mie gambe, le mie braccia. Tutto. Ma perché quando poi mi ritrovo a tavola mangio senza problemi? Un po' mi odio per questo. Mi ripeto sempre che dovrei dimagrire e poi non faccio niente per farlo. Mi ritrovo come ora: davanti ad uno specchio a disprezzare me stessa. Con lo sguardo rivolto verso le cicatrici sulle braccia. Ben visibili con la luce del bagno. Non sono tanti, una diecina. Poi guardo quelli sulle gambe, su entrambe. A volte mi chiedo perché l'abbia mai fatto. Mentre altre sono contenta. È strano. Io sono strana.

Entro nella doccia, mi lavo velocemente ed esco.

Mi ritrovo davanti all'armadio a decidere che diavolo indossare. Con tutta questa ciccia non è facile nemmeno decidere che mettersi. Prendo un paio di jeans e una maglia lunga. Mi trucco leggermente e pettino i capelli che fortunatamente mi rimangono lisci sulle spalle, prendo il giacchetto di jeans, la mia borsa a tracolla ed esco dalla stanza. Fortunatamente non sono in ritardo. Scendo le scale e mi dirigo in cucina.

"Che vuoi da colazione?" mia mamma è ai fornelli mentre cucina la colazione.

"Niente. Lo sai che bevo solo un bicchier d'acqua. La mattina ho lo stomaco chiuso. Oggi più che mai" lo so è strano; il pasto più importante della giornata non lo faccio. Che ci posso fare, appena sveglia l'unica voglia che ho è quella di prendere a bastonate chiunque mi faccia domande o che semplicemente parli con me. "Jack non è tornato stanotte?" mio fratello non c'è quasi mai a casa. Lavora e praticamente vive a casa dei suoi amici. Torna ogni tanto per farsi fare una lavatrice e per un saluto veloce.

"Anche stasera è rimasto da Tom" mi spiega semplicemente.

Annuisco anche se so che non può vedermi. Sento suonare al campanello e mi dirigo alla porta sicura di sapere chi ha appena suonato.

"Hope!" appena apro la porta Kate mi salta addosso e mi da un bacio su una guancia.

Ridacchio. "Kate! Come stai?" le chiedo mentre racimolo il mio giubbotto e la tracolla.

"Tutto bene, te invece?" mi guarda sorridente.

"Bene, grazie" piazzo il mio sorriso migliore e avverto mia mamma che stiamo uscendo. Mi urla un 'in bocca al lupo' seguito da un mio 'crepi' mentre esco di casa e mi dirigo alla macchina di Kate.

"Sei sicura di stare bene?" mi chiede socchiudendo li occhi.

"Certo!" cerco di essere il più convincente possibile. "Sono un po' in ansia per il ritorno a scuola. Ma del resto chi non lo è?" ridacchio nervosamente mentre lei alza le spalle.

È vero non sto per niente bene. Sento che potrei vomitare da un momento all'altro. Ma che ci posso fare? Non sono il tipo di persona che dice di stare male perché poi la gente provi pena per lei. Odio quando li altri provano pena per me. È per questo che quando sto male, non lo dico a nessuno. Sì, Kate è a conoscenza del mio "periodo buio" ma non di certo perché glielo sono andata a dire. L'ha visto ed ha voluto spiegazioni. Ho odiato quei dieci minuti da morire. Il suo sguardo di pietà misto a compassione mi hanno fatto montare la rabbia. È per questo che non lo dirò mai a nessuno. Né dei tagli, né se avrò un giorno no.

Il viaggio è stato silenzioso. Si sentiva solo la voce di Ed Sheeran provenire dalle casse.

Ferma la macchina nel parcheggio della scuola e dopo averla spenta si volta verso di me. I suoi grandi occhi nocciola mi fissano. È una bella ragazza. Ancora non capisco come faccia ad essere mia amica. Forse perché ormai ci conosciamo da quando siamo piccole. Lui allora? Perché lui non è qui?  Lui non c'entra niente. Lui ha voluto prendere la sua strada che evidentemente non comprende me.

"Sei pronta?" mi chiede sorridendomi.

Forzo un sorriso ed annuisco. Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo verso l'entrata. Mi sento li sguardi addosso. Non mancano di certo le risatine. Fisso lo sguardo per terra e cerco di abbassare la maglia più che posso. Kate mi sussurra ad un orecchio: "Non ti preoccupare. Sono tutti imbecilli"

Annuisco poco convinta mentre sento li occhi pizzicare. Che bel benvenuto. Prendo i libri dall'armadietto e mi dirigo verso la prima lezione. Le battutine e i commenti non finiscono finché non entro in classe. È vuota. Così decido di sedermi all'ultimo banco con accanto Kate. Almeno qui mi noteranno meno. Gli studenti iniziano ad entrare. Ognuno si sistema al proprio banco. Poi all'improvviso entra lui. Il ragazzo con cui ho passato l'infanzia. Con cui ho condiviso i momenti più belli. Colui che quando se n'è andato ha lasciato un vuoto. Indossa dei semplici skinny neri ed una t-shirt bianca. Porta i capelli ricci tirati un po' all'indietro. Se li è tagliati dallo scorso anno e penso che così i suoi occhi verdi siano messi molto più in risalto. Quegli smeraldi in cui ti potresti perdere per ore. Vedo che abbozza un sorriso e le fossette si fanno vedere ai lati della bocca. Sorride ad una persona accanto a lui. Non l'avevo notata, troppo presa a contemplare lui.

È una ragazza bionda, con gli occhi scuri ed un fisico che farebbe invidia a qualsiasi modella. Ha tutte le curve al punto giusto. E solo Dio sa cosa darei per essere come lei, per essere al suo posto. È attaccata, per non dire appolipata al suo braccio, sporge il viso e gli da un bacio a fior di labbra. Lui le sorride e poi si volta. Posa gli occhi qualche secondo su di me, così che io mi costringo a distogliere lo sguardo.

Sento il suo sguardo addosso. Posso quasi sentirmi bruciare. Ringrazio il fatto che il tutto sia bloccato dall'entrata del professore di chimica.

Tiro un sospiro di sollievo.

"Bentornati a tutti ragazzi! Spero che abbiate passato tutti una buona estate e che vi siate divertiti" posa la sua roba sulla scrivania.

Un 'sì' poco convinto si leva nella classe.

Lui ridacchia. "Dai su ragazzi, questo è il vostro ultimo anno e poi potrete dire addio a questa scuola"

Un boato si alza in classe mentre il professore cerca di ristabilire il silenzio. "Sono felice che ne siate contenti. Ma ora iniziamo la lezione"

Che il conto alla rovescia per la fine di questo inferno abbia inizio

i will try to fix you » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora