»chapter three.

590 18 8
                                    

È già la seconda sigaretta che fumo in meno di un'ora. Dovrei smetterla. Ma sapere che tra meno di un quarto d'ora lui sarà qui mi mette un'ansia incredibile. È stato così duro questa mattina a scuola. È incredibile come le persone cambino.

Sono nel giardino sul retro seduta sulla sdraio. Cerco di godermi le ultime settimane di sole. Qua a Londra non si sa mai quando potrebbe iniziare a piovere. Meglio approfittarne finché si può.

Sento suonare il campanello, spengo la sigaretta nel posacenere e mi avvio ad aprire la porta ma mia mamma mi precede. Appena apre rimane di sasso. Non se l'aspettava. Sono sei anni che lui non mette piede in casa nostra. È già tanto che si sia ricordato dove abitiamo.

Dopo i primi secondi di totale shock, anche se sono dietro di lei, riesco a percepire il suo sorriso. Harry è fuori dalla porta e si dondola da un piede all'altro. Mia mamma apre di più la porta per farlo entrare. "Harry caro! Che piacere rivederti! Come stai? Che fai di bello qua?" mi metto una mano sul viso. Come se la situazione non fosse già abbastanza imbarazzante. Ci mancava solo lei con i suoi miliardi di domande.

Harry le sorride gentilmente. "Signora Brooks. È un piacere anche per me vederla. Sto molto bene, grazie" volta lo sguardo per qualche secondo verso di me che sono rimasta in silenzio per tutto il tempo. Poi si rivolge nuovamente a mia madre. "Hope non gliel'ha detto? Dobbiamo fare un progetto insieme"

"Dammi del tu Harry. Ti conosco da quando portavi il pannolino" ridacchia ed io vorrei sotterrarmi ancora di più. Si volta verso di me. "No, Hope non mi aveva accennato niente" mi ammonisce con lo sguardo. "Sono contenta che passerete del tempo insieme" gli sorride contenta. Anche troppo contenta. Che cosa si pensa? "Io ora devo andare a lavoro. Vi lascio" da un bacio sulla guancia ad Harry ed esce.

Lui si volta verso di me. "Ciao" mi saluta.

"Ciao" accidenti sembro una cretina. Mi ricordo delle buone maniere e gli chiedo se vuole qualcosa da bere.

"Un bicchier d'acqua, grazie" annuisco e mi avvio in cucina. Mi segue silenzioso.

"Allora, come stai?" mi chiede dopo aver preso un sorso d'acqua.

Una merda. "Bene, grazie" abbozzo un sorriso. "Te?"

"Benone" mi sorride e gli spuntano quelle adorabili fossette. "Che ne dici, andiamo di sopra, così iniziamo il progetto?"

In camera mia? "Perché non rimaniamo qua in salotto? Vado a prendere i miei libri e stiamo qua" provo a proporre.

Ridacchia. "Hai paura che ti faccia qualcosa, di sopra?" mi chiede beffardo.

Perdo un battito. Bella presa per il culo. "Assolutamente no. Seguimi" inizio a salire le scale con lui dietro. Sono l'unica a cui da noia che ci sia qualcuno dietro mentre sale le scale? Io lo odio profondamente.

Apro la porta di camera mia ed entro. Mi da una strana sensazione farlo entrare nella mia stanza. È come far entrare uno sconosciuto. Dalla stanza di una persona si possono capire un sacco di cose. Per me è come un rifugio e averlo fatto entrare è come buttare giù una piccola parte del mio muro.

Lui si guarda un po' intorno curioso. "È diversa dall'ultima volta che ci sono stato" ha uno sguardo che non riesco a capire.

"Sono cambiata anche io dall'ultima volta. Di conseguenza è cambiata anche camera mia. Non ho più dodici anni." gli rispondo fredda.

Annuisce sovrappensiero mentre si siede sul letto.

"Il letto però è lo stesso. Vuol dire che il fatto che non riesci ad addormentarti su di un materasso che non è il tuo, non è cambiato." non l'ha dimenticato. Wow, sono sorpresa. Mr. Harry -adessosonounodeipopolarinonticagopiù- Styles si ricorda una cosa di me.

i will try to fix you » h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora