Capitolo 4

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Due mesi dopo mi convinco sempre di più del fatto che la scuola non è fatta per me.
Non è come mi immaginavo. Pensavo e speravo di essere la migliore, essendo figlia di Atena, ma la dislessia non aiuta e l'iperattività mi caccia sempre in brutti guai.
Solo la settimana scorsa, ho dato un pugno ad un giocatore di Basket -della scuola- perché mi aveva provocato a causa del mio deficit di attenzione.
Ovviamente ciò mi aveva cacciato in un bel guaio da cui ero riuscita a salvarmi per un pelo.
Di una cosa ero certa, però. Se mi avessero espulsa sarei tornata al Campo Mezzosangue di corsa.
Mi mancava correre nei prati, combattere con i ragazzi delle altre Case, mi mancava la Caccia alla Bandiera e gli allenamenti. Mi mancava, anche, dare lezioni di tiro con l'arco e battere tutti gli altri. Mi mancava Chirone e addirittura il Signor D. (Il direttore del Campo, nonché il dio Dioniso), mi mancavano tante di quelle cose che starei qui una giornata intera per descriverle.
Ma più di tutti mi mancava il mio migliore amico, Gabriele.
Lui era tutto per me. C'era sempre stato. Beh non sempre perché io ero al Campo da più tempo, ma da quando avevamo fatto amicizia non stavamo mai lontane l'uno dall'altro.
Lui era un figlio di Ermes è proprio per questo eravamo diventati amici. Lui faceva lo stupido rubando cose in giro e io lo minacciavo perché volevo l'ordine al Campo. Tutto ciò finché non mi fece assaggiare una nuova specie di Diet Coke: la Coca Cola. Là l'avevo lasciato stare ed eravamo diventati col tempo amici.
E ora? Ora mi mancava da morire.
Entro in mensa e per la milionesima volta faccio una verso di disgusto.
In mensa non si mangia per niente bene, sappiatelo.
Mi costringo a prendere una fetta di pizza è una Diet Coke e vado a sedermi accanto a Percy.
"Allora.." Esordisce quella Testa D'Alghe "al Campo si mangia meglio?"
"Hai voglia!" Dico ricordando la succulenta carne e le croccanti verdure che ogni giorno le Furie ci preparavano.
Fa un sospiro di sollievo. "Che fortu.." Ma non finisce la frase, che un gran boato investe la mensa e i vetri delle finestre esplodono. Capisco al volo cosa sta succedendo. Prendo Percy e lo faccio scendere sotto il tavolo.
Sento grida, confusione, e so già cosa devo fare.
Mi alzo da sotto il tavolo, prendo la mia borsa ed esco il mio fidato coltello, poi faccio un segno a Percy.
"Cosa sta succedendo?" Chiede preoccupato.
So che dobbiamo andarcene di qua. Se ci allontaniamo subito, nessuno subirà dei danni. I mostri non vogliono gli umani, umani che in questo momento stanno vedendo chissà cosa.
Voglio noi. I semidei.
"Corri!" Gli grido, prendendolo per il polso e tirandolo.
"Prima dimmi che sta succedendo.." Insiste quel demente.
"Corri e basta!!" Dobbiamo andarcene al più presto come fa a non capirlo?!
"Annebeth.. No!"
"Sono venuti a prenderti!" Gli grido contro sperando che la smetta di fare lo scemo e decida di venire con me.

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