Il quarto libro

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Il ragazzo scese velocemente le strette scale di pietra tenendo tre pesanti volumi tra le braccia. Doveva portarli dalla Biblioteca Reale alla biblioteca sotterranea della Torre Nord, su richiesta di uno strano viandante che sembrava avere una certa autorita' sul governatore Faerl e, a dire il vero, incuteva timore anche visto da lontano, o almeno cosi' gli avevano confermato l'uomo della bancarella delle pelliccie al mercato.
Le scale erano illuminate dalla luce danzante delle torcie, ed erano impregnate di un forte odore di muffa, legno umido e libri vecchi. Il ragazzo sentiva confusamente anche qualcos'altro, uno strano odore pungente di incenso.
Busso' piano alla pesante porta di quercia ed entro' timoroso, osservando la biblioteca.
Le pareti erano coperte di scaffali e libri, polverosi, umidi e antichi, immersi nella penombra. Il sotterraneo era molto grande, e i corridoi di scaffali erano disposti in modo da portare al centro della sala, dove era situato un lungo tavolo di legno di noce coperto da polvere, pile di libri, candele e pergamene.
Il viandante sedeva li', immerso nella lettura di un antico volume rilegato in pelle verde scura e dal titolo sbiadito scritto in lettere argentate. Sedeva su una panca di castagno, circondato da antichi volumi, libri, diari, pergamene, ed era tanto assorto nelle sue letture che non senti' arrivare alle sue spalle il ragazzo. Quest'ultimo da dietro vedeva solo la tunica grigia di stoffa grezza del viandante e i suoi capelli, che assomigliavano piu' a una criniera incolta di tutti i colori: bianco, nero, grigio, rosso, castano...
Il ragazzo si avvicino' timoroso e poso' i libri sul tavolo, poi rimase in piedi accanto all'uomo. Vide che era abbastanza vecchio e magro, ma comunque dava l'impressione di essee molto forte; aveva un naso aquilino e la barba dello stesso colore dei capelli, gli occhi azzurro ghiaccio e mani agili e nodose che sfogliavano con delicatezza le pagine umide del libro.
Il ragazzo sbircio' nel volume, cercando di capire cosa stesse leggendo il vecchio, ma rimase deluso: le parole erano scritte in una strana lingua, forse rune nordiche, che lui non conosceva. Poi decise di parlare, poiche' il viandante non aveva accennato a rivolgersi a lui.
-Signore, vi ho portato i volumi che avete chiesto.-
Il vecchio non reagi', continuando a leggere le rune. Il ragazzo avrebbe voluto rimanere, ma aveva l'impressione di non essere gradito, quindi si avvio' verso l'uscita. Non fece in tempo a fare un passo che il vecchio alzo' una mano:
-Fermo ragazzo. Non te ne andare.-
Il ragazzo fu sorpreso, e rimase in piedi a guardare il vecchio. Quello continuo' la lettura ancora per poco tempo, poi chiuse bruscamente il libro e lo spinse via.
-Anche qui niente- ringhio' irritato - Niente di niente, assolutamente NULLA!-
Il ragazzo indietreggio', l'uomo sembrava arrabbiato. Quello rimase per un minuto a fissare rabbioso le pile di libri che lo circondavano, stringendo i pugni nodosi; poi si volto' verso il ragazzo, e il suo viso riprese un' espressione tranquilla:
-Voglio sapere un paio di cose su quei libri, prima di consultarli. Prima di tutto, da dove vengono?-
-Sinceramente non so nulla di preciso, signore. Credo che vengano dalle Biblioteche di Seren, forse sono parte di un bottino di guerra.-
-Sapresti dirmi se il governatore ha espresso qualche giudizio riguardo alla mia richiesta di volumi cosi' preziosi? In parole povere, ha commentato quando gli e' arrivato il mio messaggio?-
-Ho sentito dire che non e' molto contento di prestarvi questi libri, ma ve li fa consultare perche' vi teme. Ma queste sono solo voci che girano tra le guardie.-
Il vecchio lo scruto' a lungo con i suoi profondi occhi azzurro ghiaccio, e il ragazzo si senti' a disagio sotto quello sguardo penetrante.
-Dici la verita'. E questo mi piace. Come ti chiami, ragazzo?-
-Sono Engar, figlio di Edel.-
Il vecchio lo guardo' interessato e socchiuse gli occhi.
-Engar... il nome di coloro che usano piu' le parole che la spada - disse, quasi parlando da solo - Engar, come l'ultimo re della Terra dietro le Cascate Rosse. Singolare scelta da parte dei tuoi genitori, ragazzo. -
A Engar non piacquero le parole del vecchio, ma non commento'. Lo sconosciuto intanto lo guardava con un'espressione mista tra il sospettoso e il divertito:
-Per caso lavori nella Biblioteca Reale ragazzo?-
-Ho il compito di riordinare i volumi ogni giorno e di pulirli.-
Il vecchio annui' e distolse lo sguardo dal ragazzo.
-Dove sono i libri che hai portato?-
Engar li prese in mano e li passo' al vecchio. Erano dei volumi antichissimi, rilegati in pelle rosso cupo e rinforzati agli angoli con borchie d'argento intarsiate finemente; il titolo scritto in lettere dorate era in una lingua strana somigliante alle rune e ogni volume era numerato con delle cifre romane. Sotto il titolo erano ricamati una specie di sole dorato con tredici raggi e un drago marino blu e d'argento che si avvolgeva intorno ad esso mordendosi la coda.
Il vecchio li prese in mano e li osservo'. Poi sfoglio' alcune pagine di pergamena ed Engar vide che erano dei manoscritti, con dei piccoli codici miniati ogni tre pagine.
-Io avevo chiesto i manoscritti di Gwae, ragazzo. Mi sembrava di essermi espresso abbastanza chiaramente con il governatore, ma a quanto pare deve essere piu' ottuso di quanto sembri a prima vista - il vecchio chiuse con un colpo secco il terzo libro - I manoscritti di Gwae sono antichi e scritti in lingua arcana, e questi mi sembrano autentici. Ma sono una serie di quattro volumi, lo sanno anche i bambini. Adesso corri alla Biblioteca Reale ragazzo, e fatti dare il quarto volume.-
Sembrava irritato, ed Engar non si fece pregare: corse su per le strette scale di pietra, e usci' veloce dalla Torre Nord. Era cominciata una pioggia leggera, Engar si chiese come avrebbe fatto a portare il quarto volume al vecchio senza farlo bagnare.
Quando arrivo' alla Biblioteca Reale le guardie lo lasciarono passare senza neanche chiedergli la parola d'ordine, ormai si conoscevano, e il ragazzo corse dal bibliotecario, Dutus, un ometto secco dagli occhi argentei e miopi.
Lo vide seduto alla sua scrivania, intento a copiare un documento.
-Dutus! Perdonatemi se vi disturbo, ma il viandante alla Torre Nord mi ha mandato indietro a prendere il volume mancante.-
Il biblotecario alzo' la testa dalle pergamene e fisso' il ragazzo senza capire.
-Il volume mancante? Gli ho dato tutto quello che avevo. I manoscritti di Gwae che abbiamo noi sono tre, non di piu'.-
Engar si blocco' di colpo e capi' che la reazione del vecchio a quella notizia inaspettata non sarebbe stata delle migliori. Doveva trovare quel libro a ogni costo.
-Ne siete sicuro Dutus? Il viandante sembrava arrabbiato quando mi ha detto di prendere il quarto volume.-
-Ne sono certo, Engar, ricordo con chiarezza il giorno in cui mi rubarono il quarto volume.-
-Volete dire che un tempo lo avevate?- chiese Engar speranzoso.
Dutus sospiro', si chino' sulla pergamena e contiuo' a trascrivere.
-Si, ma un giorno venne uno strano viandante che chiese di poter consultare i manoscritti di Gwae e altri libri rari nella Torre Nord. Se ne ando' senza avvertirci e scoprimmo che aveva rubato il quarto volume. E' per questo che sono ancora oggi cosi' riluttante a far consultare i libri della Biblioteca Reale nella Torre Nord, senza sorveglianza.-
-Dutus, per caso ricordate l'aspetto del viandante?-
-Alto, corporatura massiccia ma agile, occhi neri, fenice tatuata sul polso, capelli biondi lunghi, vestiti semplici. Non ricordo altro. Anzi, ora che ci penso, aveva dei modi suadenti che non mi piacevano per niente e una cicatrice sulla gola.-
-Grazie Dutus.-
Engar corse fuori sotto la pioggia, verso la Torre Nord. Il vecchio era intento a sfogliare il secondo volume, e non appena senti' i passi del ragazzo si volto'. Ma quando si accorse che non portava libri in mano la sua espressione si fece minacciosa.
-Signore, mi dispiace... - Engar si avvicino' respirando affannosamente - Il bibliotecario mi ha detto che non ha il quarto libro...-
Engar si fermo' impaurito, perche' il vecchio aveva assunto un' espressione terribile. Si era alzato dalla panca e si stava avvicinando a grandi passi. Solo allora il ragazzo vide quanto era alto...e forte. Il viandante lo afferro' per il bavero della camicia con la mano sinistra e quasi lo sollevo' da terra, furioso:
-COME SAREBBE A DIRE "NON HA IL QUARTO LIBRO" RAGAZZO?!?-
Engar ebbe l'impressione che le pareti di pietra tremassero, tanto era grande la rabbia e potente l'urlo dello stregone. Perche' era uno stregone quello che lo stava sollevando senza sforzo con una mano: il simbolo tatuato sul polso sinistro, una fenice, lo aveva tradito.
Engar spiego' con qualche difficolta' cio' che gli aveva detto il bibliotecario, e quando ebbe finito di parlare lo stregone mollo' la presa, facendolo quasi cadere.
Il vecchio si volto' e raccolse tra le pile di volumi un bastone contorto e una borsa di tela grezza. Prese i manoscritti di Gwae e li fece cadere nella borsa, che poi si mise a tracolla. Poi comincio' a camminare verso la porta, senza parlare.
Engar spalanco' gli occhi e senti' la rabbia crescere dentro. Strinse i pugni e urlo':
-Non potete rubare i manoscritti!-
Engar rincorse il vecchio e tento' di strappargli la borsa. Quello si volto' e schivo' il pugno diretto verso il suo stomaco; il ragazzo si fermo' un attimo prima di schiantarsi sul muro. Poi vide l'ombra del vecchio che si preparava a colpire. Si volto' e capi' di aver aspettato un attimo di troppo: non gli restava che proteggersi il viso con le braccia. Gli arrivo' un colpo forte, poi lo stregone lo inchiodo' al muro con il bastone.
Il ragazzo si senti' mancare il respiro; il vecchio lo fisso' con i suoi occhi azzurro ghiaccio e con un sorrisetto quasi divertito sulle labbra sottili:
-Buon tentativo, ragazzo. Devi lavorare di piu' sulla difesa e sui riflessi - ridacchio' - Tu potresti essere un buon apprendista. Ho sempre preferito i ragazzi discendenti dai popoli di sangue nordico. Sono quelli piu' coraggiosi e intelligenti. I popoli meridionali non sono niente male come resistenza e forza, ma non brillano certo per intelletto.-
A quelle parole Engar smise di dibattersi e fisso' sorpreso il vecchio.
Quello gli tolse il bastone dal petto e inizio' a salire le strette scale di pietra. Poi si volto':
-Avanti, non volevi riprenderti i libri, ragazzo? Questo e' il momento ideale, le scale strette mi danno poca liberta' di movimento rispetto a te. Pensa, potresti stendermi, prendere i libri, ridarli al governatore, essere premiato e lodato pubblicamente e riprendere la tua eccitante vita di spolveralibri. Oppure potresti, e questa sarebbe la soluzione piu' intelligente, seguirmi, diventare mio apprendista e imparare veramente a combattere con altri apprendisti della tua eta'. Pensaci ragazzo.-
Il vecchio riprese a salire i gradini senza voltarsi. Engar rimase in piedi davanti alle scale respirando affannosamente e stringendo i pugni.
Poi corse sulle scale, raggiunse lo stregone e si incammino' accanto a lui. Il vecchio lo guardo' con la coda dell' occhio e sorrise:
-Sei intelligente. Non molti fanno questa scelta.-
Fino a quando non uscirono dalla citta' lo stregone non parlo':
-I tuoi genitori non si preoccuperanno?-
-Vivo con i miei zii. Spesso si dimenticano di me per mesi. Non gli dispiacera' che io sia sparito.-
-Bene, allora per cominciare il tuo apprendistato...- lo stregone si tolse la borsa di spalla e la lancio' a Engar, che si piego' sotto il suo peso - Porta la mia sacca. Per adesso solo i compiti piu' semplici, poi vedro' di affidarti incarichi piu' difficili quando avrai imparato qualcosa.-
Lo stregone continuo' a camminare calmo. Engar lo segui' con qualche difficolta', sbuffando sotto il peso della borsa di tela.

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