22- Well, do you? tell me that

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San Pietroburgo, Russia

Fyodor Dostoevskij.

Chi era? Chi era per Dazai?
Lui stesso non lo sapeva, non lo considerava un amico perché in verità non lo sopportava, ma non era neanche un conoscente.
Gli piaceva provocarlo ma continuava comunque a stargli alquanto antipatico.
Nonostante Dostoevskij fosse probabilmente l'unico uomo con la sua stessa testa e con un carattere tanto, se non uguale, simile al suo.
Dazai era un uomo complicato, si, questo lo sapevano tutti fin troppo bene, ma era uno che sapeva come essere simpatico e lo era, ma aveva comunque una mente diversa dalle altre persone.
Anche se "persone" forse non era il termine adatto. Ma non è il momento di parlare di questo.
Dazai era un po' stufo di quella situazione, ma non poteva farci niente, dopotutto, non mancavano tanti giorni al suo ritorno alla sua amata Yokohama.
Doveva solo resistere ancora un po' e...

<<Oh eccoti>>
La voce del diretto interessato dei suoi pensieri interruppe il suo profondo monologo.

<<Mi cercavi?>>
Disse Dazai con un sorriso sornione sul volto (che era solo la maschera per nascondere l'odio che provava in realtà verso Fyodor).

<<No, ti cercava qualcuno al telefono in sala professori>>

<<Oh va bene, anche se speravo mi cercassi tu>>
L'ultima parte della frase la disse sottovoce mentre passava accanto a lui. Poté sentire un brivido che attraversava la schiena di Dostoevskij.

Si incamminò in sala professori con un sorriso, di gioia questa volta, sul volto.
Era da un po' che non sentiva Chuuya.
Forse troppo.

<<Pronto?>>
Disse Dazai prendendo il telefono in fretta e furia.

<<Ma ciao Dazai-kun>>
Rispose Mori con una voce più serai del solito (e del previsto).
Dazai deglutì e il suo sorriso sparì improvvisamente.

<<Come mai in questi due giorni non ti sei fatto sentire?>>
Chiese il preside. Il professore poteva riuscire a immagginarsi la sua faccia dall'altro capo del telefono.

<<Sono stato particolarmente impegnato, avrei voluto chiamarvi ma i miei impegni non me lo hanno permesso >>
C'era un po' di verità in quelle parole.
Avrebbe veramente voluto chiamarli ma aveva paura di qualcosa che neanche lui sapeva.
In un certo senso aveva fatto bene ad aspettare che loro chiamassero lui.

<<Mh, immaggino che sia stato qualcuno a... darti tutti questi impegni, mi sbaglio forse?>>

<<Non del tutto, sai gli studenti qui sono un po'... come dire... problematici? Comunque tra professori e alunni c'è stato un po' di casino quindi non ho potuto chiamarvi>>

<<Capisco, bhe ti passo Chuuya allora>>
Disse Mori senza batter ciglio.
Dazai stava esplodendo di felicità. Era da molto che voleva sentire Chuuya, ma in realtà avrebbe voluto vederlo e abbracciarlo, baciarlo eccetera.

<<DAZAIII>>
La voce del rosso gli arrivò di colpo nelle orecchie.
Sorrise.

<<Ma ciao chibi. Come stai? Va tutto bene lì a Yokohama? Ci sono novità?>>

<<Va malissimo senza di te e sì, ci sono novità, non molto belle ma ci sono>>

<<Non molto belle? Perché?>>

<<C'è una nuova studentessa>>

<<Ah si? E come si chiama?>>

<<Masaaki Mizunaka>>

<<Oh>>
Tra di loro calò il silenzio.
Chuuya non aveva molta voglia di parlarne, ancora non riusciva a metabolizzare il fatto che lei stesse nella sua stessa classe e che per giunta fosse proprio la sua compagna di banco.
Dazai capì che non era un argomento di conversione in quel momento.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 11 ⏰

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