CAPITOLO 5 - parte prima

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Sentire l'odore di terra bruciata la faceva sentire a casa, ma allo stesso tempo le dava quella sensazione di tradimento che le rimestava le interiora. Una leggera sensazione di vomito pervadeva Ightar, ma cercò di resistere. Non avrebbe fatto una bellissima figura se si fosse messa a svuotare lo stomaco proprio lì davanti a tutti.

Legò le redini del cavallo attorno al ramo di un albero, prese una gemma d'acqua dalla riserva che teneva nella sacca e la mise in una ciotolina e utilizzò una piccolissima parte del suo potere per scioglierla ma stando attenta a non scaldarla troppo in modo che il cavallo potesse bere.

Accarezzò la criniera dell'animale prima di controllare le altre sacche che erano ancorate alla sella. In una di queste trovò la tenda che avrebbe dovuto montare per potersi accampare quella notte.

Cominciò a preparare ogni cosa, ricordando per filo e per segno quello che Gybbo le aveva ripetuto ogni singolo giorno per secoli. Per quanto avesse finto di non ascoltarlo lei aveva immagazzinato ogni informazione che il servo le aveva snocciolato.

Con la coda dell'occhio vide Gyra cominciare a fare il cerchio di sangue per la protezione dalle Chimere, ma rimase ferma. Avrebbe atteso con pazienza il momento in cui tutti sarebbero stati distratti per aggiungere le poche gocce di sangue che servivano.

Quel dettaglio era rimasto particolarmente impresso nella sua mente. Erano poche le Creature Magiche che avevano questo potere, e si tendeva a tenerlo nascosto per evitare che queste venissero rapite e dissanguate.

Si apprestò a montare la tenda, seguendo le procedure che le erano state insegnate da Brither. Il solo pensiero del suo eterno amico e amante le procurò una fitta al cuore che faticò a nascondere.

«Vedo che si sono presi la briga di insegnarti a montare una tenda. A quanto pare era calcolato il tuo reclutamento». Riconobbe la voce, snervante e saccente.

Respinse il pensiero di Brit e si alzò in piedi, pronta a fronteggiare il suo superiore. Lanciò a terra il martello di legno che stava utilizzando per piantare i cunei nel terreno secco. Quasi scoppiò a ridere quando lo vide grondante di sudore con una gemma d'aria a dargli un misero sollievo. «Che posso dire, nel mio Regno le cose funzionano diversamente».

A dire il vero temeva proprio che suo padre avesse orchestrato tutto secoli prima. L'odio che provava nei suoi confronti crebbe ancora di più, alimentando il fuoco che le scorreva nelle vene.

Strinse le mani a pugno, sentendo le unghie conficcarsi nei palmi e ferirle la carne. Avvertì le gocce di sangue correrle lungo la pelle e caddero a terra. sarebbe stato meglio se fossero finite nel cerchio, ma anche in quel caso avrebbero funzionato.

Guardò il maschio incrociare le braccia davanti al petto e squadrarla dalla testa ai piedi. Quell'atteggiamento la fece infuriare ancora di più e portò una mano alla spada che teneva legata attorno alla vita.

Era la spada di sua madre, la stessa che aveva utilizzato per combattere contro i Lucyle. Il Comandante seguì con lo sguardo i suoi movimenti, fornendole un sorrisetto sghembo quando intercettò i suoi pensieri. «Non credo ti convenga lottare con me. Sarai stata addestrata dalla Guardia Reale, ma ho seri dubbi che le tue competenze siano migliori delle mie». Cominciò a camminarle attorno, tenendola sott'occhio. «Sai, ho esperienza sul campo di battaglia. Ho ucciso migliaia di Esiliati che hanno accettato la fine misericordiosa che donavo con la mia spada». Si fermò alla sua destra, piegandosi su di lei. Con il suo petto possente le toccò la spalla e le scostò di poco il capelli dall'orecchio. Avvicinò la bocca. «Mi sembri piuttosto deboluccia per avere anche solo la speranza di riuscire a farmi un graffio».

«Markko!». La voce di Gyra era tempesta pura.

Ightar la vide muoversi verso di loro, sul volto un'espressione che non avrebbe concesso alcuna clemenza.

«Togliti immediatamente da lei!», lo redarguì quando fu abbastanza vicina. Gli occhi nocciola della Comandante sembravano bronzo liquido, le gocce di sudore le colavano lungo il collo e le attaccavano i capelli biondi alla pelle. Mise la mano sull'elsa della sua spada, pronta anche lei a sfoderarla in qualsiasi momento per ristabilire un ordine che era sfuggito al suo controllo. La pelle arrossata dal caldo e dalla rabbia le donava un aspetto fanciullesco, ma Ightar aveva capito sin da subito che il carattere combattivo della femmina era lo stesso che possedeva anche lei.

Markko si allontanò di poco, alzando le mani e stampandosi in volto un'espressione da "non-ho-fatto-niente-di-male". «Stavo solamente facendo notare alla principessina che la vedo piuttosto preparata, ma lei ha deciso di voler sfoderare la spada per farmi vedere le sue competenze».

Gyra spostò lo sguardo su di lei, studiandola. «Non voglio vederti mai più attorno a lei, Markko», si limitò a dire. Fece un passo indietro, per lasciarlo passare, e poi indicò a tutti gli altri di disperdersi prima di avvicinarsi a lei. «Spero non sia successo niente di grave. Markko nutre un profondo odio per le famiglie reali...».

«Non mi interessa», tagliò corto Ightar. Si piegò e tornò a sistemare la tenda prima che altre due mani la raggiungessero per aiutarla. Guardò stupefatta Gyra per qualche secondo, in completo silenzio. «Non credo di aver chiesto il tuo aiuto».

«Aiuto sempre le reclute, avevo appena finito con le altre quando ho visto Markko».

Ightar non disse niente. Terminò di legare le ultime corde con i nodi che Brither le aveva insegnato quando si rese conto che Gyra la stava ancora osservando. «Hai un'ottima tecnica, devi solo essere più veloce. Se non ti sbrighi rischi di restare senza la tua razione e senza un posto accanto al fuoco».

«Non credo che in questo Regno serva stare al caldo».

«Non qui, ma negli altri cercherai il calore».

«Posso sempre crearmelo».

«Non imparerai mai il cameratismo se penserai solo a te stessa e ad arrangiarti».

«Chi ti dice che io voglia imparare il cameratismo? Poco mi importa, sinceramente. Adesso potrei essere in camera mia, dopo un allenamento durato tutto il giorno; invece sono qui, e devo ammettere che poco mi importa di tutto il contorno».

Gyra si alzò, puntò verso il falò che le altre reclute stavano cercando invano di accendere e poi si fermò. Estrasse la sua spada e la puntò contro Ightar. «Visto che ti interessa poco, credo sia giunto il momento di vedere quanto sei brava con la spada».

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