CAPITOLO 9 - parte prima

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Guardare Ightar lottare era qualcosa di meraviglioso. Sembrava una danza personale con la morte.

Quelle Creature enormi e fatte d'ombra e incubi si avventavano su di lei con la speranza di abbatterla solo inghiottendola, ma lei riuscì a sventrare la prima Chimera senza battere ciglio. Attese che aprisse le fauci proprio sopra di lei, per andare ad affondare la sua spada nel cervello della Creatura proprio dall'interno della sua bocca.

Gyra trattenne il respiro quando vide il mostro chiudere la bocca proprio attorno a lei. Ma la Principessa squarciò in due la Chimera, facendosi largo tra le membra dilaniate. La Comandante avrebbe voluto esultare per quella meravigliosa mossa.

«Ightar, alle tue spalle!», urlò Gyra, mettendosi dritta e indicando dietro di lei. La principessa si voltò in tempo per vedere una seconda Chimera fiondarsi addosso a lei e alzò la spada. La Creatura andò a piantarsi contro la lama per restare, poi, immobile.

Affondava la sua spada in quei corpi puzzolenti e affamati, lasciava che la ferissero senza troppi problemi, non permetteva a nessuno dei suoi compagni di avvicinarsi. Sembrava essere immune al veleno che le scorreva copioso nelle vene e spariva dopo pochi istanti.

La sua lunga treccia danzava seguendo i movimenti di quel corpo sinuoso senza mai intralciare i suoi movimenti.

Eppure, dietro tutta quella grazia e spavalderia, Gyra era riuscita a vedere quanto la sua spada facesse resistenza ai suoi movimenti. Ightar era stata brava a mascherare quella difficoltà, trasformandola quasi in un suo punto di forza: più vigore metteva nei fendenti, maggiore era il risultato. Era lo stesso tipo di trucco che aveva cominciato a usare anche lei con la spada di sua madre.

Sguainò anche lei la sua spada, con l'intenzione di andare ad aiutare quella pazza scatenata che si era lanciata nella mischia da sola, quando una mano la bloccò. «Cosa hai in mente di fare?», le chiese Markko. Aveva gli occhi che guizzavano da tutte le parti, terrorizzato. Gli occhi gli guizzavano da tutte le parti, alla ricerca di quei nemici che stavano attaccando solamente Ightar.

«Vado ad aiutare la mia Vice».

«Sei matta? Puoi morire, non pensare in alcun modo di...».

«Smettila, Markko. Prendi la tua coda tra le gambe e vattene se hai così paura di restare a combattere. Non abbiamo bisogno di un'ameba come te in questo esercito». Sapeva di avere la sua solita espressione rabbiosa stampata in faccia, ma quello era il peggiore dei momenti per dimostrare quanto avesse paura di prede più forti di lui. Era bravo con gli Esiliati, ma solo perché era il tipico gradasso che riusciva a essere forte con i deboli, ma debole con i forti.

Ahjana, con i suoi occhi ambrati, lo guardava con sdegno. Anche lei disprezzava quel lato codardo di Markko. Era stato eletto a Comandante da sua madre, e lei non se la sentiva di andare contro a una sua decisione: non aveva ancora l'esperienza necessaria per farlo.

La femmina dalla pelle scura teneva entrambe le mani sui suoi pugnali, pronta ad affrontarlo qualora gli fosse venuto in mente di attaccare.

Markko chiuse la bocca e la riaprì con l'intenzione di protestare, ma decise saggiamente di restare al proprio posto.

Nel frattempo, Ightar era riuscita ad abbattere altre due Chimere, per un totale di quattro Creature. Ne restavano altrettante, e tutti continuavano a fissare la Principessa muoversi come se stesse danzando. Lo faceva sembrare facile, le sue movenze riuscivano a incantare chiunque la guardasse, portandoli a dimenticare che dovevano aiutarla.

«Non so cosa tu abbia in mente di fare, Markko, ma faremo i conti dopo in merito a questa tua insulsa scenata. Sai che non si abbandonano i propri compagni quando combattono. Sei pregato di farti da parte». Detto questo, Gyra si unì a Ightar. Si posizionò di spalle, appoggiandosi contro la schiena della femmina.

«Non serviva», disse Ightar, il fiato corto a causa della lunga lotta e stremata.

«Avrei dovuto muovermi prima».

Lanciarono entrambe un grido prima di andare incontro alle due Chimere che avevano deciso di attaccarle.

Le ultime due tentavano attacchi a sorpresa, ma Ahjana riuscì a convincere anche i soldati meno temerari a unirsi alla lotta e le contrastarono.

In breve tempo, il sangue cominciò a sgorgare a fiotti e il puzzo delle Creature divenne insopportabile.

Una Chimera le afferrò il braccio di Gyra, infilando i suoi artigli in profondità nella carne, proprio mentre lei affondava la spada nella testa dell'altro essere. I denti le lacerarono ulteriormente l'arto, procurandole un dolore lancinante. Ritrasse il braccio contro il petto, sentendosi da subito menomata. Il dolore era forte, ma riusciva ancora a muovere tutte le dita senza problemi.

Barcollò all'indietro giusto il necessario per scansarsi dal cadavere della Chimera che stava per sotterrarla.

La Principessa le allungò una benda. «Tieni, è intrisa di cenere del Fuoco Eterno. Nasconderà l'odore del tuo sangue per il tempo necessario a sconfiggere queste maledette Creature».

Ansimante, la Comandante si fasciò il braccio, ma quello di certo non servì a poter riutilizzare la spada. L'afferrò, ma la presa era così debole che le cadde di nuovo. All'ora, con l'altra mano, prese l'arma, la rinfoderò e si allontanò dalla mischia per andare a fasciarsi il braccio.

Si appoggiò contro una corteccia consumata dal fuoco e si tolse gran parte dell'armatura per scoprire la pelle lacerata e annerita. Il veleno stava cominciando a scorrerle nel corpo, dagli squarci cominciavano a diradarsi tante piccole vene nere. Provò a fasciarsi, ma a fatica. Il sangue le sgorgava scuro a fiotti, imbrattandole tutta l'armatura.

Alzò il volto, cercando di fare i calcoli con quello che stava accadendo, nella speranza di vedere tutte le Creature a terra e Ahjana che le correva incontro preoccupata, ma non vide nulla di tutto quello.

Una nuova Chimera si stava unendo alla festa, molto più grande delle precedenti.

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