Avevamo tutte intenzione di concludere la serata nel migliore dei modi. Era il nostro rituale: divertirci senza pensieri, perdere ogni inibizione e lasciarci trasportare dall'energia della notte. Nel nostro gruppo siamo tutte single e, in fondo, amiamo le avventure. Eravamo a Barcellona, una città piena di vita e opportunità, e non potevamo far altro che goderci ogni momento.
Mi ero trasferita da poco più di un anno, e in questo tempo avevo imparato a godermi ogni attimo, a vivere senza rimpianti. Barcellona, con i suoi vicoli, la sua arte, i suoi tramonti, mi aveva regalato un nuovo modo di vedere il mondo, una nuova tavolozza di colori. Ma non erano solo i colori a rendere tutto così vibrante. I chicos di Barcellona, con il loro fascino magnetico e il loro sorriso impertinente, erano decisamente un'aggiunta degna di nota alla mia nuova vita.
«Calciatori, eh?» le risposi con un sorriso divertito. Non ero nuova a serate del genere, e i calciatori non erano certo una novità nei locali di Barcellona. Ma c'era una certa eccitazione nell'idea di aggiungere un nuovo "premio" alla mia personale collezione di avventure.
Jana annuì, alzando il bicchiere e facendo tintinnare il ghiaccio. «Sí, e mi sembra che abbiano già notato il nostro gruppo.» Il suo sguardo scintillava di malizia.
Carmen si avvicinò a noi con lo sguardo fisso sul gruppo di sportivi. «Aspetto che mi ringraziate,» disse, indicando con un cenno del capo senza mai interrompere i suoi movimenti, continuando a seguire il ritmo della musica.
«Què? E per cosa dovremmo ringraziarti?» gridò Jana, cercando di farsi sentire sopra la musica.
«Non è un caso che siamo qui, nel privè del Pacha, a pochi metri da calciatori famosi,» Carmen fece una pausa per sorseggiare il suo drink, mantenendo la suspense prima di continuare. «Mio fratello ha ricevuto una dritta dalla sua squadra di futsal. Questa è la discoteca dove i ragazzi della Masia vengono a divertirsi. Appena compiono 18 anni, è tappa obbligatoria.» Fece un altro sorso, poi aggiunse con un sorriso malizioso: «E per i pass, dovete ringraziare Ana e i soldi di suo padre. Per quanto io detesti le putas snob, Ana non uscirà mai dal gruppo... le sue conoscenze sono troppo utili.»
Risi, decisa a mettere Carmen in difficoltà. «Almeno ne conosci qualcuno?»
Aspettavo una risposta. Il calcio era una passione che mi portavo dietro fin da bambina. In una città come Napoli, non puoi non amare il calcio. Ma dopo l'anno dello scudetto, tutto era cambiato. Avevo smesso di seguire, complice anche il poco tempo a disposizione.
Carmen mi lanciò uno sguardo malizioso, mordendosi leggermente il labbro inferiore, come faceva sempre quando voleva provocare. Si avvicinò un po' di più, ondeggiando leggermente i fianchi a ritmo di musica, il suo corpo era completamente immerso nel beat. «Che mi importa?» ripeté, facendosi sentire solo da me, inclinando la testa e fissandomi negli occhi con un misto di sfida e divertimento. «Io voglio conoscere le loro labbra, non le loro statistiche.»
Jana scoppiò a ridere. «Carmen, sei proprio una diabla,» disse, sollevando il bicchiere in un brindisi improvvisato. «Ma direi che hai un buon piano.»
Mi unii alla loro risata, ma il mio pensiero vagava. Anche se ero lì per divertirmi e svagarmi, c'era una parte di me che non riusciva a smettere di essere curiosa. Il calcio, la Masia, Barcellona... erano nomi che evocavano ricordi di partite guardate con mio fratello, di strade festose e di discussioni accese sugli ultimi acquisti del Napoli.
«Francesca!» La voce di Jana mi fece tornare alla realtà. «Smettila di fare la seria, perra! Stiamo qui per divertirci, ricordalo.» Mi colpì leggermente con il gomito, strizzandomi l'occhio.
Sorrisi e alzai il bicchiere anche io. «Hai ragione, stasera ci si diverte. Nessun pensiero, solo festa.»
Carmen mi strinse a sé, mettendomi un braccio intorno alle spalle. «Brava chica! Adesso sei nel mood giusto. E chissà... magari uno di quei calciatori ti farà tornare la passione per il calcio... in modo un po' diverso.»
Jana scoppiò a ridere ancora più forte. «O magari ti insegneranno nuovi... schemi di gioco!»
Mi unirono in un vortice di risate e battute maliziose. Mi guardai intorno. Il privè era ancora pieno di energia. Notai il gruppo di calciatori, un paio di loro ci stavano osservando da lontano, probabilmente discutendo su chi sarebbe venuto a rompere il ghiaccio.
«Ci stanno puntando, ragazze,» disse Carmen, senza nemmeno guardare direttamente, come se avesse un radar per queste situazioni. «Pronte per l'azione?»
Non risposi subito. Dentro di me, l'adrenalina cominciava a salire, mescolata all'eccitazione e al pizzico di mistero che la serata sembrava promettere.
Ero pronta.
Il gruppo di calciatori si stava avvicinando. Carmen si sistemò i capelli con un gesto teatrale, come se volesse attirare ancora di più l'attenzione su di noi. Jana, sempre pronta a giocare la sua parte, fece un passo indietro per dare a Carmen spazio, ma non senza lanciarmi un'occhiata complice. Mi sistemai un ricciolo dietro l'orecchio, cercando di apparire disinvolta, anche se il cuore mi batteva forte. Non riuscivo a capire se fosse l'effetto della musica, dell'alcol, o semplicemente l'atmosfera di quella serata che prometteva qualcosa di inaspettato.
«Francesca, te lo giuro, uno di loro è il tuo tipo,» sussurrò Jana, afferrandomi per il braccio. «Quel moro lì... lo vedo perfetto per te. E fidati, sa di calcio in un modo che non ti aspetti.»
Sorrisi, cercando di mascherare il nervosismo con una battuta. «Sarà, ma vediamo se sa anche ballare. E soprattutto se sa reggermi.»
Carmen, la più sicura di tutte noi, avanzò verso il gruppo con la grazia di una pantera. Una risata bassa e sensuale uscì dalle sue labbra mentre sollevava il bicchiere verso di loro. «Chicos, che ne dite di unirvi a noi e offrirci un drink?»
Il gruppo di calciatori si fermò, e uno di loro, moro e dai capelli ricci, si avvicinò con un sorriso affascinante. «Solo se ci invitate a ballare dopo,» rispose con un tono che lasciava intendere che non si sarebbe accontentato di un no.
«Dale, 10 drink per le ragazze màs lindas di tutta Barcellona,» ribatté Carmen senza esitare, facendogli una linguaccia.
Mentre li osservavo avvicinarsi, mi resi conto che il moro di cui parlava Jana mi stava fissando. I suoi occhi scuri erano penetranti, curiosi, come se stesse cercando di leggermi dentro. Non era come gli altri: non ostentava, non cercava di farsi notare. C'era qualcosa di riservato in lui, come se avesse una storia da raccontare, ma preferisse tenerla per sé. Quella riservatezza, per qualche motivo, mi intrigava. Lui si avvicinò lentamente. Mi sentii analizzata. Era Pablo Gavi, lo avevo riconosciuto subito, anche se cercava di passare inosservato con il cappuccio abbassato sugli occhi. Il suo nome era sulla bocca di tutti a Barcellona: il giovane talento, il futuro del Barça, stella del centrocampo ed erede di Xavi Hernández. Il suo sguardo penetrante sembrava attraversare la frenesia del club, fissato solo su di me. Sentivo il battito del mio cuore accelerare, e l'adrenalina della serata si mescolava con una curiosità crescente. Il caos intorno a noi sembrava sfumare, lasciandoci in una sorta di bolla di intimità in mezzo alla festa.
Pablo, con il cappuccio abbassato e il sorriso enigmatico, continuava a osservarmi, ma non disse nulla. Le parole erano superflue in quel momento; la tensione e l'attrazione erano palpabili, e la serata stava assumendo una dimensione tutta sua.
In quel momento, il futuro sembrava appeso a un filo invisibile, e la promessa di ciò che sarebbe potuto accadere era nell'aria, insieme alla musica e alle luci. Era chiaro che la serata aveva in serbo qualcosa di speciale, e la nostra storia era solo all'inizio.
Story Addons
Pacha Playlist
https://open.spotify.com/playlist/7zCUAAiywC14sEPWRzMm6S?si=afec6c1749eb4f6d
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Secreto - Pablo Gavi [IT]
FanfictionDopo un anno di studi a Barcellona, ho deciso di trasferirmi definitivamente nella città catalana. Una notte, al Pacha, il destino mi ha fatto incontrare il misterioso calciatore del Barça, Pablo Gavi. Tra luci scintillanti e ritmi travolgenti, abbi...