Nyx

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1°piano: Appuntamento. Cosa c'è di meglio di un appuntamento in un vigneto?...per Dante è meglio tutto rispetto ai campi. Qualcuno lo viene a salvare?

Mentre passeggio fra le vigne mi vengono in mente ricordi di quando ero una bambina.
Da piccola mio padre portava me e Apollo con lui ad ispezionare le viti; giocavano nei campi, si mangiava l'uva e si parlava con i contadini durante il tempo della raccolta.

Mentre passeggio raccolgo dei grappoli qua e là e li mangio. Mi fermo e chiudo gli occhi mentre assaporo un acino, ha il sapore di momenti felici e spensierati.

Avverto lo sguardo di Dante che mi accarezza il corpo, quindi apro gli occhi e lo guardo.
"Tieni assaggia". Gli dico porgendogli un acino d'uva nera. Dante mi guarda con sguardo scettico e inclina la testa di lato. Però prende l'acino e se lo porta alle labbra.

Intorno a noi le foglie degli alberi emettono scricchiolii assecondati dal venticello.
Quando assaggia l'acino gli si dipinge sul viso un'espressione di autentico piacere.
"Allora anche te riesci a provare dei sentimenti".
"Altrochè Bambi, sono soltanto bravo a celarli".

Continiamo a camminare con il vento che ci accarezza le spalle.
"Comunque sono davvero buoni questi acini".
Anche Dante inizia a raccogliere grappoli d'uva. Si è sciolto un po' rispetto all'inizio dell'appuntamento, è una cosa positiva.
"Prima di venderlo il prodotto va assaggiato". Recito le parole di mio padre.
"Io non l'avevo mai assaggiato un prodotto". Commenta Dante.
"C'è sempre una prima volta".

La camminata continua finché...
" Malcom! Mal!". Grido e lascio i grappoli in mano a Dante.
Malcolm mi riconosce e mi corre incontro, io gli getto le mani al collo e ci abbracciamo.
Annuso il suo profumo di acqua di Colonia che mi ricorda anch'esso l'infanzia.

"Ciao Nyx. Cavolo come sei cresciuta, l'ultima volta che ci siamo visti è stato per il tuo decimo compleanno".
Ci stacchiamo dall'abbraccio per guardarci a vicenda.
Ha qualche anno più di me, i capelli biondi e lunghi e gli occhi celesti come il cielo sopra di noi.

Dante ci raggiunge e inizia a squadrare Malcolm da capo a piedi con come se guardasse un piccione che ha fatto i sui bisogni sui suoi mocassini.
"Piacere, Malcolm. Mio padre ha sempre lavorato per la Bacco e Arianna Wine ed adesso ci lavoro anch'io. Mi occupo dei tour e delle degustazioni".
Si presenta tendendo la mano a Dante.
Lui non ricambia il gesto.
Sbuffa e prosegue.

Ma che razza di scorbutico cafone!
Ma chi si crede di essere, il re d'Inghilterra?.
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Il piano appuntamento è iniziato bene ma è fallito.

Penso questo mentre guardo fuori il paesaggio  che scorre e le vigne che si allontanano.

Dante ha passato tutto il tempo uccidendo il povero Malcolm con lo sguardo, evitando la terra per non sporcare i suoi costosissimi mocassini neri e sbuffare guardando l'orologio.
Dove ho sbagliato?
Forse sarebbe stata meglio una normalissima cena.

"Perché Nyx?"
"Come scusa?".
MJ volto verso Dante e lo scopro a guardarmi le gambe che ho accavallati sul cruscotto.
"Ma guarda la strada!".
Sbuffa e sposta la sua attenzione sulla carreggiata.

"Tanto è deserta, Bambi. Comunque perché ti hanno chiamata Nyx? È bello, ma è un nome strano".
Domanda.
"Nyx".
Sbatto le palpebre, le ciglia coperte di mascara mi accarezzano le guance.
Che ho un nome strano lo so, ci sono abituata alle continue domande sul mio nome.
Ma il modo in cui Dante lo ha pronunciato è stato bellissimo, ha assaporato ogni lettera facendole combaciare fra loro alla perfezione.

"Mia madre si chiama Arianna ed è di origini Greche. I suoi dèi preferiti sono Apollo, dio delle arti e del sole, e Nyx la dea della notte".
Me lo ha spiegato mio padre, dopotutto lei non è rimasta per dirmi il motivo.

"Che fine ha fatto tua madre? Parli di lei al presente ma non c'è"
"Già, ci stanno più vicini i morti che i vivi".
Sussurro, forse a voce troppo alta perché si volta e schiude le labbra come se volesse dire qualcosa.
Ma uno scoppio ci fa voltare in avanti.
L'auto inchioda di colpo emettendo strani borbottii e il cofano inizia a fumicare.

"Non ci posso credere, cazzo! Maledizione!".
Con una serie di lunghe imprecazioni Dante scende dall'auto e apre il cofano della decappottabile.

Mi slaccio la cintura e scendo anch'io.
Dal cofano esce ancora il fumo quando Dante lo alza e ispeziona il contenuto.
Sembra un organismo vivente e il motore è il cuore che palpita.

"Tu ci capisci qualcosa?".
Domando alzando lo sguardo verso di lui.
Dante scuote la testa e impreca un'altra volta.
"Non sono un fottuto meccanico"
"Neanche io, però so che il motore non dovrebbe scoppiettare così se la macchina è spenta". Gli faccio notare.
Dante strabuzza gli occhi verso il motore e, giusto in tempo per non finire arrostiti, mi afferra per i fianchi e ci butta a terra.

Rotoliamo su un prato, lui mi fa scudo con il suo corpo muscoloso e la macchina esplode sulla strada.
L'aria si riempie di fumo e dei pezzi arrivano fino a noi.
Dante mi posa una mano sotto la nuca per evitare che mi rompa la testa con un sasso, le sue nocche però non sono altrettanto fortunate.

Guardiamo la macchia nera sull'asfalto e ciò che resta dell'auto, poi ritorniamo a guardarci negli occhi.
Le sue iridi sono dello stesso colore dello smeraldo, intorno alla pupilla dilatata ci sono pagliuzze dorate e color onice.

Per secondi interminabili rimaniamo così, lui sopra di me ed io stretta fra le sue braccia, i nostri respiri affannati che si fondano.
Poi Dante si alza, mi volta le spalle e prende il cellulare.

Heartless: Dinastia VendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora