2. To the stars who listen

138 29 48
                                    



I think I'll miss you forever
like the stars miss the sun
in the morning skies.
- Lana Del Rey


Continuo a lavorare cercando di non curare lo sguardo che ho da parte di Killian, che se ne sta seduto con una ragazza bionda sulle gambe che cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione ma lui non la calcola minimamente, lo guarda come se ...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Continuo a lavorare cercando di non curare lo sguardo che ho da parte di Killian, che se ne sta seduto con una ragazza bionda sulle gambe che cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione ma lui non la calcola minimamente, lo guarda come se volesse saltarlo letteralmente addosso davanti a tutti non curandosi di dove si trovi ma lui continua a conversare con Colton quando non guarda da questa parte.

Mia cugina se ne sta seduta insieme a Jules Maddox mentre parlottano di qualcosa che le fa ridere, e noto lo sguardo sia di Isaac che Colton che alla prima occasione hanno lo sguardo rivolto verso di lei, se proprio vogliamo dirlo bene, la stanno divorando con gli occhi.

Ma poi entrambi si accorgono che li stavo guardando e smettono subito di fissarla per poi continuare le loro precedenti conversazioni.

Cerco di non pensarci più di tanto e continuo a lavorare, fin quando all'improvviso davanti al bancone mentre aggiusto le bottiglie di alcolici, si presenta Killian per ordinare qualcosa, inizio a far finta di nulla dandogli le spalle, nel mentre faccio segnali a Larissa intimandogli di andare lei a vedere cosa vuole, lei capisce nell'immediato e va da lui.

«Cosa ti porto?»sento chiedere da Larissa, dopo secondi interminabili senza alcuna risposta dice «Da te niente, ma forse se me lo chiede lei qualcosa lo prendo» mi indica con la mano tatuata e piena di anelli, mi giro mentre metto un boccale di birra davanti ad un tizio.

Larissa mi guarda sbarrando gli occhi facendo spallucce e se ne va dall'altra parte del bancone, essendo che si stava affollando troppo.

Mi avvicino alla parte del bancone dove si trova lui e lo guardo cercando di apparire annoiata mentre appoggio una mano sul fianco «Allora?» lui mi guarda e si sposta un ciuffo di capelli che era andato sugli occhi «Come stai?» mi dimanda con aria speranzosa.

Lo guardo sbigottita, non mi aspettavo quel genere di domanda, non ci rivolgiamo la parola da troppo tempo da quando ha riunito tutti i sui amici per formare il gruppo ci siamo dimenticati l'uno dell'esistenza dell'altro, tutto sembrava sparito come se non avesse significato niente per entrambi, come se la nostra amicizia non fosse mai esistita, ma non per me questo è sicuro.

Io non dimentico di quando stavamo sempre insieme da piccoli, delle lunghe camminate nel bosco per arrivare nel Nostro posto dove ci dimenticavamo dell'esistenza di tutti e di tutti i problemi che ci circondavano perché bastavamo solo Noi per stare bene.

«Tu sei pazzo» dico scuotendo la testa mentre cerco di servire l'uomo accanto a lui, pulendo prima il ripiano per poi appoggiare il bicchiere di birra «Non mi rivolgi la parola da ben, oh aspetta fammici pensare» dico fingendo di pensare e di non sapere il giorno esatto nell'immediato «Nove anni, e te ne esci così una sera a caso con 'come stai?', tu sei fuori» dico ridendo amaramente mentre percorro tutto il suo viso fino al tatuaggio sul collo che raffigura un vortice rimanendogli la parte centrale dove si trova il pomo di adamo scoperto.

Poisoned LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora