IX. Se pensi che faccia freddo, non hai visto il mio carattere

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14 Dicembre

A tutti capita di avere il cuore spezzato. Accade anche nelle serie tv, nelle quali però tutte le ragazze magicamente diventano bellissime e hanno un glow up da paura. Ecco. A me non è successo di tutto questo.

Oggi, dopo aver pianto per due ore prima di addormentarmi, mi sveglio con due occhiaie che fanno paura e che anche il fondotinta ha paura di coprire, e come non posso biasimarlo.

Indosso un leggings nero felpato, visto che oggi, per la mia felicità da vera amante del caldo, fa ancora più freddo di ieri. Come felpa decido una viola con una scritta nera che dice ." Me l'ha regalata mio fratello l'anno scorso a Natale. Ovviamente era un regalo ironico, quello serio invece è stata l'edizione inglese limitata di una trilogia che volevo da tempo. Io invece gli ho regalato come regalo ironico, un accappatoio a forma di fenicottero, mentre invece come regalo serio il biglietto di un concerto di un cantante che lui segue. Abbiamo, da ormai cinque anni, la tradizione di fare sia un regalo serio sia uno stupido. Io amo questa nostra tradizione.

Mia mamma appena nota la mia felpa, sorride e dice: "vuoi davvero andare a scuola con la felpa che ti ha regalato Marco?"

"Oggi mi sento esattamente come questa felpa. Quindi occasione perfetta per sfoggiarla."

"È successo qualcosa ieri con Luigi?"

"Nono, tutto bene con Luigi. Anzi, è un santo quel ragazzo. Ancora non mi capacito di come è riuscito ad aiutare una persona così incapace come me."

"Non sei incapace, semplicemente non ti piace la materia. Quando non ti piace qualcosa tendi a metterci il doppio del tempo per farla. È normale. Comunque, se non è Luigi, allora chi è stato?"

"Mamma è tardi. Il pullman dovrebbe arrivare tra cinque minuti e io sono ancora qui. Devo muovermi. Te lo racconterò oggi pomeriggio. Ti voglio bene." Dico queste parole molto velocemente e nel frattempo mi preparo per uscire, indossando il giubbino pesante, i guanti neri e la sciarpa nera.

"Va bene. Buona scuola, anche io ti voglio bene. Non mi dimentico che mi devi raccontare cosa è successo ieri" dice mia mamma e dopo mi dà un bacio sulla guancia per salutarmi.

La fermata dell'autobus è a due minuti a piedi dalla mia casa. Ce la farò ad arrivare, anche perché di solito il pullman non arriva mai in anticipo.

"Se nel pullman ci saranno anche Luigi e Micheal, devo salutare solo Luigi". Ripeto queste parole nella mia testa perché devo ricordarmi che per una volta nella mia vita devo buttare l'educazione, che ho sempre posto davanti a ogni cosa, e rispondere con la stessa moneta, la quale Micheal ha usato. L'indifferenza.

Ormai ho capito che, se incontrerò Micheal nel pullman, non sarà un segno del destino ma è un incontro ovvio, data la posizione della casa di Micheal. Lui e Luigi devono per forza prendere il pullman per arrivare a scuola, l'altra possibilità è quella di prendere la macchina. Però sono a conoscenza del fatto che Luigi non ama guidare e che quindi preferisce stare in piedi in un pullman pieno di gente, parole sue. Mentre invece Micheal è l'opposto di Luigi. Non ama il rumore dei luoghi affollati. Quindi andare in pullman, proprio nell'orario di punta, per andare a scuola non è la decisione migliore per lui. Secondo me preferirebbe fare mezz'ora a piedi, invece di prendere il pullman, per arrivare a scuola. Però mi ha raccontato, durante il periodo che siamo stati nel centro, che è pericoloso lasciare la macchina parcheggiata fuori la scuola. Il parcheggio all'interno della scuola è destinato solo ai professori, mentre invece gli alunni devono parcheggiare fuori la scuola. Infatti proprio all'uscita del cancello della scuola, ci sono delle strisce bianche. L'unica pecca è che quella zona non è controllata e molte volte i ragazzi si divertono a prendere dei pezzi delle macchine che parcheggiano lì. Dopo i primi due episodi accaduti due giorni di seguito, il preside decise di inserire, per tranquillizzare gli alunni, delle telecamere. E proprio grazie a queste hanno scoperto che i veri fautori di questi episodi erano dei ragazzi. L'anno scorso, anche il telegiornale regionale ha destinato uno spazio del programma proprio per raccontare la situazione delle macchine rovinate a causa di ragazzi che poi, in un secondo momento, rivendevano i pezzi che rubavano. Mi ricordo ancora il nome della notizia. "Vai a scuola. Dì addio alla tua macchina". Il titolo molto tragico per raccontare che in un mese sono state derubate dei pezzi di tre macchine diverse. Ora per fortuna sembra che non ci sono più episodi del genere, ma credo che ciò sia legato al fatto che ormai i ragazzi preferiscono non arrivare più a scuola con la macchina ma con il motorino. Infatti, il motorino, per questioni ovviamente di dimensioni, ha un parcheggio all'interno del giardino dell'istituto. Si trova vicino al parcheggio delle auto dei professori e quindi, automaticamente, è controllato. Per questo motivo, non si è mai sentito parlare di motorini trovi in pessime condizioni a causa di ragazzi che hanno deciso di fare i ladri in incognito.

LA VERITÀ  NASCOSTA Una verità omessa può far più male di una bugia dettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora