Dopo aver discusso con mamma, una volta tornata a casa, abbiamo deciso che la cosa migliore è che domani resti qui a casa a riposarmi. In realtà, lei ha insistito e io per non farla preoccupare ulteriormente ho deciso di appoggiare la sua decisione, nonostante io sia contro la scelta di perdere un giorno di scuola solo perché sono svenuta. Per fortuna che non le ho raccontato la verità. Se lo avessi fatto, non mi avrebbe più mandato a scuola. So che ha ragione ma non voglio avere paura di uscire, e tantomeno non voglio non uscire più di casa, perché mi arrivano dei messaggi anonimi. Può essere che sono dei messaggi innocui, che quindi non hanno un secondo fine.
"Sole, c'è Micheal qui, ti vuole parlare. Scendi giù". Mia mamma forse è diventata spiritosa, perché è impossibile che Micheal sia qui e vuole parlarmi. Forse, mia madre si è confusa con Luigi. Ora è molto più realistico.
Indosso le mie pantofole e non mi cambio. Quindi resto con la tuta che uso per stare in casa. La mia tuta invernale consiste in un leggings di pile e una maglia, anch'essa di pile, disegnata sopra le orecchie, il naso e la bocca di un gatto con un nastro bianco. La chiamo tuta solo perché l'abbinamento è molto comodo. Perfetto per stare a casa.
Appena finisco di scendere le scale, mi fermo quando vedo che in realtà mia mamma non si era dimenticata come fosse Micheal. Lui è davvero qui, a casa mia.
Micheal sembra un po' teso data la sua postura però non ne capisco il motivo.
"Micheal, perché sei qui?".
Se mia mamma aveva già fatto tante teorie nella sua testa su un possibile ricongiungimento con Micheal, immagino ora quanto sarà felice perché crede che le sue teorie erano vere. Però la capisco, anche io avrei creduto lo stesso se avessi visto nel giro di una giornata mia figlia, o una qualsiasi persona, che, guarda caso, quando sviene c'è il suo ex che l'aiuta e poi nel pomeriggio lui si fosse presentato a casa sua. Quindi, la capisco.
"Ti devo parlare" dice Micheal.
Questa è la tipica frase quando due persone si stanno lasciando; quindi, mia mamma penserà che questa cosa che lui mi dovrà dire riguarda la nostra relazione, che in realtà non esiste. O se è mai esistita, è finita. Per colpa sua.
"Ok, vieni in camera mia. Seguimi" dico, salendo sul piano superiore e cercando di non girarmi perché sarebbe una scena troppo imbarazzante, come il fatto stesso di salire le scale sapendo che ci sia una persona dietro di te.
Entriamo nella mia camera e, per la prima volta, ringrazio mentalmente mia madre per tutte quelle volte che mi ha detto di sistemare la camera. A quest'ora, la mia camera, se no, si troverebbe in un caos totale e mi sarei vergognata moltissimo che Micheal avesse trovato la camera in disordine. Non perché mi interessi di Micheal o cose del genere. Ovviamente no. No?
"Cosa mi volevi dire di così importante. Così tanto importante da venire fino a casa mia?" dico, sedendomi sul mio letto e incrociando le gambe una sopra l'altra.
"Secondo me dovresti denunciare alla polizia la questione dei biglietti anonimi che stai ricevendo" Dice Micheal appoggiandosi allo stipite della porta e incrociando le braccia, come ha fatto oggi in infermeria.
"No" dico, quasi urlando e alzandomi dal letto come se all'improvviso fosse diventato caldissimo. Cerco di calmarmi e di non pensare a questa ipotesi. Andare dalla polizia significa automaticamente dirlo a mia madre e farla preoccupare anche per nulla. Può essere che qualcuno mi vuole fare uno scherzo e, quindi, dirlo significafar perdere tempo alla polizia e far preoccupare mia madre per nulla.
"Come no?" cerca di dirlo senza far vedere che in realtà è confuso della mia risposta e del tono che ho usato.
"No, nel senso che non lo dirò alla polizia. Ed è inutile se mi chiedi il motivo perché non te la dirò, ti basta sapere solo che non sono stupida e ho fatto i miei ragionamenti prima di arrivare alla decisione di non seguire il tuo consiglio, tra l'altro non richiesto." Non voglio essere rude ma sinceramente non mi piace la piega sta prendendo questo discorso. Non dovevo dirgli di questa situazione. Ho sbagliato.
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LA VERITÀ NASCOSTA Una verità omessa può far più male di una bugia detta
Teen FictionSono passati cinque mesi dall'incidente che ha coinvolto Sole. Cinque mesi che è stata lontana da casa, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Ma finalmente può ritornare alla sua vita quotidiana e cercare di lasciare alle spalle il ricordo dell' inci...