III. DIANA,SEI TU?

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Sto per entrare nell'aula e non posso negare che l'ansia e la paura si stanno per impossessare di me. Lo psicologo mi ha dato dei consigli per superare gli attacchi di panico, ma quando mi vengono non riesco a pensare ai suoi consigli e a metterli in atto perché troppo impegnata a pensare al fatto che sto avendo un attacco di panico. Questo ovviamente non gliel'ho detto allo psicologo, anzi, gli dico che grazie ai suoi consigli gli attacchi di panico svaniscono così presto che neanche mi accorgo che li sto avendo. Credo che abbia capito che sto mentendo ma cerca di non farlo vedere e quindi ogni volta mi fa ripetere tutti i consigli che mi ha dato per vedere se me li ricordo. Ora credo che non stia avendo un attacco di panico, credo che sia davvero solo ansia e paura. Ho paura di cosa possono dire gli altri miei compagni di classe vedendomi di nuovo... è la prima volta dopo l'incidente e davvero non so quale possa essere la loro reazione. Invece per l'ansia... è collegata a Diana. Per tutto il tragitto dalla porta d'ingresso all'aula non ho fatto altro che pensare ai possibili motivi del suo comportamento. Ma è impossibile arrivare a una soluzione. Non sono stata presente per cinque mesi, chissà quante cose mi sono persa. Cerco con lo sguardo i capelli lunghi e biondi di Diana ma non li trovo e allora passo a cercare con lo sguardo un'altra cosa, una sedia libera. Oggi sembra davvero che non manchi nessuno, oltre Diana ovviamente. Stranamente però trovo solo un posto libero vicino ad una ragazza con i capelli neri, di cui però non riesco a scorgere il viso. Non l'ho mai vista prima. Quando cammino verso quel banco, sento tutti gli occhi puntati su di me e cerco di non farmi influenzare da ciò. Mi siedo e il rumore che provoco con la sedia fa girare la ragazza con i capelli neri corti. "Diana, sei tu?". È diversa... Ora ha anche la frangia nera e non porta gli occhiali. Ma non solo la parte estetica ad essere diversa ma anche il suo stile. Porta una maglietta nera con lo scollo a V, un pantalone nero e delle scarpe nere che hanno la zeppa. "Sole, oddio sei ritornata" dopo queste parole, mi stringe in un abbraccio diverso dai suoi solito. Sembra un'osservazione stupida, ma questo abbraccio sembra quasi forzato...

Forse mi sto immaginando tutto.

"Perché non me l'hai detto che oggi saresti tornata? Ti avrei preparato una sorpresa." dice Diana, ormai non guardandomi più negli occhi perché impegnata a cercare qualcosa nello zaino.

"Volevo farvi una sorpresa". "Sei sempre stata così gentile con gli altri, ma non lasci che gli altri possano esserlo con te" dice, aggiustandosi il rossetto. La Diana di cinque mesi fa non avrebbe mai aggiustato il rossetto in classe davanti a tutti. Anzi, a dire la verità, non avrebbe mai messo il rossetto per andare a scuola. "Ma sei troppo esagerata. Comunque, cosa mi racconti di bello?" "Niente di che, in realtà. Le solite cose. Studio, studio e studio" dice alzando gli occhi quando ripete più volte la parola studio. "Nessun ragazzo?"

"Ragazzo?" mi chiede accigliandosi."

" Si. Sai, sono passati cinque mesi da quando ci siamo viste per l'ultima volta quindi mi stavo chiedendo se avessi incontrato un ragazzo. Colpo di fulmine e cose del genere" "Sai che non credo al colpo di fulmine e tutte quelle cose sdolcinate. Comunque, no, nessuno nei miei standard." È davvero cambiata. La Diana di cinque mesi fa non avrebbe risposto così. Cosa le è successo? Non ho tempo di risponderle perché entra il professore e dopo aver fatto uno sguardo sorpreso vedendomi seduta tra i banchi, mi saluta con un cenno della testa e mi rivolge un sorriso. La pausa oggi è stata inesistente. Proprio quando avevo deciso di iniziare ad usare in modo produttivo la pausa e uscire, i prof decidono di fare lezione in modo continuato. Una vera fatica, ma non mi lamento per nulla. Tutto questo mi era mancato.

Appena suona la campanella dell'ultima ora, preparo lo zaino e mi accorgo che Diana non è più qui. Io, che avevo aspettato la fine delle lezioni solo per parlarle, e ho pensato durante le lezioni cosa dirle e il discorso da farle... e ora lei è sparita. Puff... nel nulla. Appena esco da scuola, noto che Marta, Enrico e Stefano mi stanno aspettando vicino la nostra panchina. Ah, che bella la quotidianità! Anche se sarebbe stato ancora più bello che insieme a me e agli altri del gruppo ci fosse stata anche Diana.

"Hai parlato con la bella st" dice Marta, ma non riesce a concludere la parola perché Stefano la zittisce baciandola. "Smettila, dai" dice Enrico e continua dicendo "Però siamo curiosi davvero di sapere se hai parlato con lei e se ha detto qualcosa, sai... di noi e della situazione che si è creata".

"Mi dispiace deludervi ma non sono riuscita ad avere un vero e proprio discorso con lei. È iniziata subita la lezione e oggi, come se non bastasse, i professori hanno deciso di fare lezione senza darci nemmeno cinque di pausa. Anche se non è stata una giornata leggera, sono felice sapete. Sono tornata alla mia stessa routine, dopo quello che è successo... quindi sono molto felice."

Mi accorgo di essermi allontanata dall'argomento principale della discussione, cioè Diana, quando vedo i volti tristi dei miei amici quando accenno all'incidente, o almeno al periodo dopo quest'ultimo. Per questo, dopo aver fatto un colpo di toste per ricompormi e riprendermi, decido di tornare di nuovo all'argomento di prima. Diana.

"Comunque, stavo dicendo che non ho avuto tempo di parlarle perché, dopo le lezioni se ne è andata subito, senza nemmeno salutarmi. Forse aveva un impegno, non saprei... ma non vorrei arrivare a conclusioni affrettate"

"Sei troppo buona, Sole. Vedi spesso solo il lato buono delle persone, però non esiste sempre. Ovviamente non vogliamo dirti di non frequentarla o cose del genere... solo ti vogliamo aiutare e non vogliamo che tu soffra ancora. Se vedrai Diana cambiata, almeno per te non saprà una nuova cosa e non sarà inaspettato, anche se all'inizio farà male lo stesso. Se riuscirai a farla ritornare come la Diana di prima a noi fa molto piacere, ma noi ormai abbiamo perso la speranza e non facciamo più nulla. Mi dispiace ma non posso più vederla soffrire così tanto" dice Stefano, sussurrando l'ultima frase cercando di non farsi sentire da Marta.

Li capisco in realtà. Non ce l'ho con loro per non volermi aiutare, anche perché, se hanno sofferto molto a causa di Diana, non voglio che soffrano ancora perché voglio cercare di riconciliare il gruppo. Loro, e soprattutto Marta, da come ho potuto dedurre, hanno fatto molto per risolvere la situazione. Ora tocca a me.

LA VERITÀ  NASCOSTA Una verità omessa può far più male di una bugia dettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora