Il vento fresco di quell'inizio d'autunno scompigliava la mia chioma nera. Mi ritrovai in una lunga fila indiana, tutti intenti a voler fare ingresso in quell'edificio tanto vasto quanto sorvegliato; militari in ogni angolo di perimetro, cecchini appostati sui tetti come fossero pronti ad un'imminente assalto e tutti accomunati da una tuta antisommossa che li rendeva irriconoscibili sino al capo coperto da grossi caschi.
Mi bastò una veloce occhiata tra le file per capire che l'unica ad avere delle manette attorno ai polsi ero io. Ricordavano di quella volta in cui riuscì a scappare ma non feci in tempo neppure ad oltrepassare la linea gialla di accoglienza che venni strattonata dalla spalla in un obbligo di direzione a me sconosciuta."Forza, il Generale vuole parlare con la figlia di James Foster."
In due mi scortarono all'ingresso dell'edificio dalle porte scorrevoli di ampie dimensioni nel mentre lasciavo alle spalle dissenso ben udibile da chi attendeva il proprio turno da parecchio tempo. Cominciavo a pormi domande di qualsiasi tipo e non trovavo risposta alcuna per ognuna di esse ma una speranza seppur lontana mi percosse interamente portandomi a pensare che forse avrei rivisto mio padre in quel momento, sicuramente intento a voler aiutare in una situazione d'emergenza nazionale come quella che tutti noi stavamo vivendo.
Un lungo corridoio dalle pareti bianche e luci fredde ad infastidire la sensibilità visiva sino ad arrivare in quella che pareva essere la sala delle riunioni: un tavolo esteso al centro con numerose sedute e tutte occupate da volti a me sconosciuti. Alcune donne ed alcuni uomini indossavano lunghi camici bianchi ed erano senza dubbio esperti di scienza in quanto agli altri in abiti quasi casual ma poco a che vedere con la vita mondana. Esperti politici? E lui, invece, all'ultima seduta del tavolo chi mai poteva essere? Un uomo dalla capigliatura riccia e visibilmente morbida che catturò la mia attenzione per le sue iridi velate da un verde smeraldo.
Percepivo il suo sguardo incessante lungo la mia figura quando, colui che doveva essere il Generale delle forze armate, si alzò dalla sedia per venirmi incontro."Faith Foster, abbiamo il piacere di incontrarci finalmente seppur in una situazione spiacevole per noi tutti. Accomodati al nostro tavolo."
Mi indicò la seduta ove con adagio mi sistemai sotto occhi vigili e bocche serrate.
"Tuo padre è stato un grande asso per la squadra scientifica e la sua perdita ha addolorato particolarmente anche per ciò che ha lasciato in sospeso. Puoi capirci, immagino."
Sul mio volto si estese un'espressione sconvolta. La sua perdita? Parlava di mio padre come fosse passato ad altro mondo rapportando per un attimo l'ultimo pezzo del puzzle. Il motivo per cui non avevo più sue notizie, quell'addio e le sue ultime parole erano frutto d'un destino già segnato che però mi aveva nascosto?
Il mio silenzio venne accolto in un sospiro pesante."Si è suicidato durante una diretta streaming passata in onda per l'intero mese nell'unica frequenza televisiva ancora attiva nelle nostre città."
Pareva così tranquillo, come fosse ovvio ch'io sapessi di quella terribile notizia quando in realtà avevo imparato a sopravvivere in quei due mesi, nel totale isolamento di campagna per star lontana dai soppressi.
"Di quale video sta parlando? Cos'è successo a mio padre?"
Un uomo tirato in giacca e cravatta recuperò un telecomando dal tavolo e poco dopo fu proiettato al muro il video di cui parlava. Mio padre tratteneva una pistola fra le mani, seduto nel suo ufficio che tanto aveva amato negli anni e fissava l'obiettivo della telecamera.
« Sono stati anni difficili per me, sapete? Ho provato e riprovato queste scene per riuscire a dire il giusto rendendomi conto ad oggi che improvvisare è la miglior scelta sopratutto quando non si è pronti a dire addio alla propria ed unica figlia. Faith, voglio che tu sappia che tutto questo l'ho fatto per il bene comune. Quando guarderai questo video di sicuro sarò già morto ma non temere per me. Sono fiducioso delle tue potenzialità. Ricordi cosa ti dicevo sempre dopo la perdita della mamma? Dentro di te c'è la forza di tutti gli altri. Saprai cosa fare e di chi fidarti al momento giusto. Ti voglio bene, per sempre.. »
Si puntò la pistola alla tempia e di getto calai le palpebre. Bastò quel rumore di sparo per farmi trasalire con un nodo alla gola.
"Ha visto abbastanza, dovremmo arrivare al dunque Generale."
Calai la fronte in palmi aperti, non riuscivo a credere a ciò che avevo appena visto. Con la coda dell'occhio mi accorsi che a parlare era l'uomo ricciolino e pareva parecchio irritato.
"Secondo le ricerche effettuate nelle ultime settimane abbiamo confermato che il virus è stato creato e poi diffuso dal laboratorio di tuo padre. Sappiamo anche che quest'ultimo si trova a New Haven, proprio nella vostra proprietà abitativa, Faith."
Sollevai lo sguardo con tale furia e battei violentemente il pugno sul tavolo innescando la difesa delle guardie che mi puntarono con dei fucili da guerra.
"Ora basta, state infangando il nome di mio padre permettendovi di accusarlo di una strage ancora in corso ed ora persino di possedere un laboratorio in casa nostra. Vada pure a dare un'occhiata, non troverà un bel niente!"
Feci per alzarmi dal posto ma scattante fu la guardia alle mie spalle che adagiò la bocca del fucile contro la mia nuca procurandomi un brivido di freddo dritto alla spina dorsale.
"È ciò che faremo, che tu farai, Faith. Accompagnerai i miei uomini a New Haven e collaborerai alle loro ricerche dando tutte le informazioni necessarie per radere al suolo questo virus. Non ti converrà cercare una scappatoia altrimenti la sorte di tuo padre dovrà estendersi anche verso di te."
Il solo pensiero che mio padre potesse esser colpevole d'una tale situazione mi raccapricciava eppure in quel video pareva così sofferente dovendo ammettere delle sue colpe. Ancor più doloroso era esser la figlia di colui che per tutti ormai indossava le vesti d'un mostro e come se ciò non bastasse avrei dovuto prendere carico di tutte le sue infamie trovando il modo per sistemare le cose.
Tutto canzonava come un'irrealtà disumana.
Sotto i miei passi attenti verso l'uscita mi affiancò quell'uomo dalle ciocche ricce ed oltre le nostre spalle vi erano due militari a calcare pesantemente il passo.
Di sottecchi inalzai lo sguardo come richiamata all'attenzione da quello suo e difatti non mi sbagliai quando pronunciò sottovoce quelle parole:"Continua a camminare e fa' silenzio. Io posso aiutarti."
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𝑅𝑒𝑏𝑖𝑟𝑡𝘩
HorrorFaith si ritrova coinvolta in uno scenario apocalittico, un virus si sta estendendo a macchia d'olio in tutto il mondo e lei scoprirà d'esser l'unica persona a poterne metter fine. Suo padre, un noto scienziato del Massachusetts, aveva progettato l'...