Il gorgoglio dell'acqua bollente scorreva lungo la schiena perpetuando un rilassamento muscolare ed avrei giurato che da lì non mi sarei mossa mai più se quello fosse stato l'unico modo per scappare dalla realtà, da quei tempi ingestibili e maleducati che avevano stravolto la mia intera esistenza dandole un significato completamente differente.
Non avrei mai immaginato che il mio compleanno l'avrei trascorso tra le mura di un laboratorio scientifico facendo i conti con una tristezza logorante. Come avrei ritrovato la fiducia negli altri dopo una vita passata tra inganni e bugie da parte dell'unica persona che avrebbe dovuto tenermi al sicuro?
Avevo ancora la scena impressa nella mente e quel bel viso di mia madre s'era spento per la seconda volta sotto uno sparo alla tempia.
L'accappatoio dalla bianca stoffa quasi abbracciava le mie carni dopo una lunga doccia bollente mentre stringevo il bordo del lavandino con nervosismo."Fanculo tutto.."
La mano si schiantò in un colpo secco contro un recipiente di ceramica contenente del bagnoschiuma che si frantumò in mille pezzi dritto sul pavimento.
Fu in quel momento che oltre la porta udì dei passi veloci avanzare dunque mi legai l'accappatoio attorno al busto in un fiocco di cintura qualora avessero aperto la porta senza alcun consenso ma in realtà sentì bussare.
La voce del riccio pareva particolarmente preoccupata."Faith, stai bene? Cos'è successo?" domandò.
Ci mancava soltanto questo, ulteriori domande a portarmi in un crollo mentale.
Feci per aprire la porta in quel minimo spazio di fessura per riuscire ad avere una chiara visione del suo volto."Non devi starmi addosso, lo sai? Non c'è alcuna finestra che mi permetta di scappare se è ciò che temi."
Mentre stavo per richiudere la sua mano bloccò l'azione controbattendo per spalancarla.
Indietreggiai con stupore e dal suo sguardo fu chiara l'intenzione di accertarsi che tutto fosse al suo posto ma in quel preciso istante, nell'ultimo passo all'indietro, sobbalzai per il pizzicore percepito tra la zona del tallone e la base della caviglia."Cristo, stai ferma, aspetta."
Presto padroneggiò la sua presenza in quel bagno che cominciavo ad avvertire sempre più stretto come se le pareti si stessero restringendo contro i nostri corpi sempre più adiacenti.
Si strinsero le sue dita attorno al mio fianco e fu come avvertirle sulla pelle per quanto la stoffa dell'accappatoio fosse leggera e mi spostò lateralmente per poi chinarsi.
Mi sentì ispezionata dalle gambe esposte sino ai piedi mentre recuperava la ceramica in pezzi che poi gettò nel cestino."Perché sei qui? Devi portarmi in laboratorio?"
Scapparono le parole da bocca ancor prima che potessi azionare il cervello e mi maledissi mentalmente con un timore che non lasciai sfociare. Avrebbe potuto arrabbiarsi per la mia lingua lunga e fui pronta ad essere trascinata dritto nelle grinfie di quei medici impazziti.
Mi osservava dal riflesso dello specchio mentre asciugava le mani e per poco non affogai un groppo bloccato in gola quando mi sovrastò.
Cominciavo ad odiare quel fare presuntuoso che però combaciava perfettamente con quello mio in una battaglia senza fine e che nella sua mente non stesse padroneggiando lo stesso pensiero?"È questo il tuo modo di ringraziarmi per averti salvata ieri?"
Tagliò secco con del disprezzo a tinteggiare lo smeraldo incorniciato in quei due occhi.
Sperai che non fosse serio perché tutto aveva fatto tranne ciò che aveva proferito."Intendi dire: per aver dato modo al Generale ed ai tuoi colleghi di non fidarsi di me dopo aver trovato il laboratorio di mio padre nonostante più volte avessi detto di non saperne nulla? Bel modo di salvarmi il culo, sconosciuto."
Girai al largo per tornare in quella falsa suite accomodante che profumava di pulizie primaverili d'uno studio medico per quanto fosse sterile.
Avrei badato al taglio sul tallone solamente quando il riccio avrebbe fatto uscita da quella camera dandomi modo di asciugare i capelli ancora umidi e di indossare qualcosa di decente e finalmente profumato.
Nulla ancora mi era chiaro di quelle circostanze dalle innumerevoli domande: per quale ragione rispondeva alle mie accuse con una velata empatia?
Il solo sospiro pesante che liberò alle mie spalle mi fece ben capire che non sarebbe andato via così facilmente."Thomas è il mio nome e non sconosciuto."
Vi era un timbro scocciato come a voler dimostrare che tutto ciò che avessi detto non ne avrebbe avuto alcuna valenza perciò gli indicai la porta altrettanto stizzita.
"Devo vestirmi, puoi andare."
"Ed io devo parlarti affinché tu smetta di trattarmi in questo modo. Ti è così difficile da capire che sto dalla tua parte, Faith?"
Dannazione, ancora che allungò la mano e stavolta stringeva la spalla scoperta causandomi un brivido lungo la schiena.
Avrei voluto rispondergli che mi era difficile tutto in quel momento, dal fidarmi di lui sino al fidarmi di me stessa.
Calai lo sguardo e non lamentai in disapprovazione quando avvertì la morbidezza del suo petto plasmato perfettamente contro la mia schiena."Tuo padre era un brav'uomo. Gli promisi che ti avrei protetta e così sarà. Non chiedo altro che la tua fiducia."
Un tono addolcito quello suo per quanto si stesse sforzando a non deliberare la solita saccenteria.
"Conoscevi talmente bene mio padre da sapere che mia madre non è mai morta di malattia e che l'ingresso del suo laboratorio segreto si trovasse in casa. Comincio a pensare che c'è dell'altro che ancora mi sfugge, Thomas."
Nel frattempo con il suo fare attento accinse una mia ciocca umida tra le dita e ne trovò maneggio con risvolti continui e delicati.
"Continua." Asserì.
"Hai fatto in modo che pensassero ch'io volessi collaborare con loro dando tutte le prove necessarie nelle mie mani. Tu lavoravi per lui e conoscevi da tempo le sue mosse e per questo motivo, adesso, sei un infiltrato nell'esercito armato.. per tenermi sotto controllo."
Come un tasto appena posato sull'accensione che mi fece scattare all'indietro perché solo guardandolo dritto negli occhi avrei colto la sincerità ma stavolta nessun indovino perché mi lasciò esterrefatta.
"Tuo padre aveva ragione, sei più sveglia di quanto pensassi. I miei complimenti, Faith."
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𝑅𝑒𝑏𝑖𝑟𝑡𝘩
HorrorFaith si ritrova coinvolta in uno scenario apocalittico, un virus si sta estendendo a macchia d'olio in tutto il mondo e lei scoprirà d'esser l'unica persona a poterne metter fine. Suo padre, un noto scienziato del Massachusetts, aveva progettato l'...