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AMELIA POV'S:

Appena apro occhio cerco di mettere a fuoco la scena, ma con il mal di testa che mi ritrovo la vedo difficile capire in che situazione mi stia trovando adesso.

L'unica cosa che so è che sono sdraiata in un lettino, in una stanzetta che ha tutta l'aria di far parte della scuola dato le dimensioni strettamente minuscole.

Cerco di alzarmi sedendomi e cercando qualcuno per capire che sta succedendo, ma la testa inizia a girarmi in modo continuativo senza fermarsi.

Tiro un sospiro e cerco di ricordarmi cosa è successo.

Siamo usciti dalla lezione di grammatica, ho comprato la merenda e poi..?

come sono finita qui?

vengo distratta immediatamente da una sagoma che appare nella stanza notando a quanto pare il mio risveglio.

È l'infermiera della scuola, quella vecchietta insopportabile.

Mi chiedo ancora come facciano a tenerla lavorare come infermiera, non sa fare niente.

<ah ti sei svegliata finalmente..>
la sento aprire bocca e la vedo aprire un cassetto per tirare fuori uno strumento.

<devo misurarti la pressione.>
aggiunge poi avvicinandosi a me e avvolgendomi una fascia ben stretta e salda attorno al mio braccio.

Eppure continuo a non capire.

<ma che è successo?..>
la mia voce è minuta e quasi silenziosa, vedo la donna alzare le spalle con nonchalance.

<che vuoi che sia successo? sei svenuta.>

sono svenuta?

<hai avuto un calo di pressione probabilmente, niente di cui preoccuparsi.>
aggiunge poi guardando lo strumento che inizia a rivelare il risultato della mia pressione.

<infatti, ce l'hai bassa>
mi toglie la fascia dal braccio e mette a posto quell'arnese.

Che fame.

<basta che mangi e bevi qualcosa e sei apposto>
dopo di che, sparisce dalla stanzetta lasciandomi sola ai miei pensieri.

Cerco di alzarmi da quel lettino che stava diventando sempre più scomodo e appena lo faccio mi rimbomba la testa, sembra che stia per scoppiare.

Mi alzo in piedi a fatica e mi sento ancora più pesante, le gambe mi reggono a malapena ma rispetto a poco fa riesco a sentire di star meglio.

Esco dall'infermeria e mi guardo un attimo attorno per capire la situazione.

Il corridoio è vuoto se non qualcuno che esce e entra dal bagno, le classi piene e con le porte chiuse e qualche professore che esce dalle aule.

Non so neanche che lezione ho adesso..dove vado?

Mi sento cadere di nuovo.

Poi improvvisamente da lontano vedo un mio professore, mi guarda e si avvicina.

<Amelia..>
mi viene incontro

ma che vuole?

mi arriva a pochi passi di distanza e si ferma, poggiandomi una mano sulla spalla

<ti sei ripresa?>
mi guarda intensamente, scrutando il mio viso, avrà sicuramente notato le occhiaie enormi.

Faccio cenno di sì con la testa anche se fatico ancora un po' a capire che è successo.

<bene, abbiamo chiamato tuo padre.>
a quelle parole però mi si drizzano le orecchie.

Mio padre??

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