AMELIA POV'S:
Apro gli occhi e pian piano metto a fuoco la scena, sono nel mio letto avvolta nelle lenzuola e fortunatamente non ho più quello stupido vestito fradicio di alcol addosso.
Ne sento ancora l'odore.
Giro la testa verso la finestra e vedo che il tempo oggi non è proprio dei migliori.
D'altronde, che vuoi aspettarti? siamo a ottobre ormai.
Quasi un mese che è riniziata la scuola, wow.
Quest'anno ho iniziato la quinta liceo e non posso negare che ho ansia costante per l'esame che mi aspetta alla fine, il mio sogno da sempre è quello di andare ad Harvard.
Voglio andare ad Harvard perché le scienze sociali sono una di quelle cose che mi hanno sempre appassionato, così come l'antropologia, la sociologia...
Il punto è che ho questo sogno da anni ormai e ogni volta che provo a parlarne a mio padre cambia sempre discorso.
A lui non importa della scuola o del lavoro che vorrei veramente fare
a lui importa solo di quella stupida azienda che vuole portare avanti a tutti i costi.
Ma naturalmente non può farlo da solo, perché senza di me andrebbe in fallimento in circa due mesi neanche, e so che non possiamo permettercelo.
L'azienda ha avuto un calo dopo la morte della mamma, i soldi quasi non ci bastavano neanche per fare la spesa o arrivare a fine mese.
Ho detto addio alle mie bambole e ai miei giocattoli pur di rendere felice papà e vederlo ridere anche solo una volta in più.
Non mi importava mangiare, bere o qualsiasi altra cosa, io lo volevo vedere stare bene.
Ma la realtà è che lui non è mai stato bene
non sta bene neanche adesso.
Mi chiedo solo se a volte ripensi alla mamma, d'altra parte era sua moglie e si amavano più di ogni altra cosa.
Io ci ripenso spesso, eccome se ci ripenso.
E penso quasi sempre anche al fatto che forse se non avessi chiesto uno stupido regalo di compleanno lei sarebbe ancora qui, con me.
Era raro persino mangiare con lei si, da quanto i miei genitori erano impegnati hanno chiamato una tata per badare a me siccome loro non ne avevano tempo.
Chissà che fine ha fatto Yara.
Per molto tempo fu la mia migliore amica.
Si, ci passavamo davvero tanti anni, quando io ne avevo 5 lei ne avrà avuti minimo 20, ma era comunque la persona con cui passavo più tempo al mondo.
Mi veniva a prendere da scuola, mi preparava la merenda, mi portava al parco e a prendere il gelato.
È brutto da dire, ma per la maggior parte della mia infanzia l'amore di mia madre l'ho sentito proprio da lei.
E sapevo che fosse pagata per stare con me, infatti crescendo la domanda che mi veniva più spesso in mente era
se non fosse pagata ci starebbe lo stesso con me?
perché alla fine, chi è che vuole stare con una bambina che non parla mai e se ne sta sempre per i fatti suoi?
Quei miei pensieri vengono interrotti da un tuono che mi provoca un sussulto, sicuramente sta per arrivare un temporale.
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forced fate
RomanceDamien e Amelia sono i figli di due famiglie che governano il mondo della mafia nella loro città, sono aziende rivali e fin da piccoli sono entrambi costretti a vivere in questo modo pericoloso. Damien e Amelia, sebbene lavorando nello stesso settor...