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il giradischi è il paradiso delle musicassette, un negozietto dai colori sgargianti ed un perenne sottofondo musicale che accompagna devotamente i suoi dipendenti, durante le rispettive ore di turno. apre, con religiosa puntualità, ogni mattina alle sette.

nonostante non sia certamente il più sfegatato amante della musica che vi abbia mai messo piede, felix è probabilmente il loro cliente più affezionato. è un vero e proprio finanziatore, in altre parole, una delle ragioni per cui quell'esercizio commerciale un po' vintage si regge ancora in piedi, nell'era dello streaming a portata di click. possiedono ogni disco esistente ed immaginabile, dal soft rock all'etnica, hanno musica per tutti i gusti, nonché una miriade di chincaglierie da veri melomani, magliette in poliestere con stampe di fotografie e loghi delle band più conosciute al mondo, poster di cantanti dallo stile decisamente troppo eccentrico per i delicati gusti di felix, perfino pupazzi di stoffa vestiti ed agghindati come i suddetti artisti. ma se felix non ama perdersi tra gli scaffali del giradischi, come mai si occupa lui delle commissioni del suo migliore amico? il quale, inoltre, nel testamento che ha prematuramente voluto redigere, ha espressamente richiesto che le sue ceneri, giunto il momento propizio, vengano cosparse proprio in quel negozio.

semplice, mentre jisung dista ben quattro fermate di metro ed otto minuti a piedi dallo store, felix ci abita due piani sopra; esce in tutta comodità dal suo palazzo rossiccio, muove mezzo passo, ed è già lì, pronto a girare tra quelle migliaia di cd, alla ricerca di quanto chiestogli. all'avvenire d'ogni autunno, con le prime fredde piogge e l'imbrunire delle foglie sugli alberi, la dipendenza di jisung si scongela dall'ibernazione estiva, e riprende a sbizzarrirsi con le richieste, arrivando ad acquistare tramite il suo personalissimo corriere gratuito, quasi un disco al giorno. fortunatamente per entrambi, sono piuttosto economici.

sono le sette e trenta quando lui, con lo zaino in spalla ed abbracciato da una pesante felpa beige, mette piede nel negozietto. si guarda attorno, scrutando ogni familiare espositore con meticolosa attenzione mentre stringe tra le dita il foglietto affidatogli il pomeriggio precedente, in attesa che il commesso del mattino, un simpatico ventunenne dal marcato accento canadese di nome matthew, venga in suo soccorso, come d'abitudine. tuttavia, dell'impiegato sembra non esservi alcuna traccia, e felix si rassegna all'idea che questa mattina, dovrà sbrigarsela da solo. questo, perlomeno, fino alle sette e trentadue.
«'giorno.» lo accoglie una voce a lui sconosciuta, relativamente assonnata, e felix sussulta, voltandosi nella direzione dalla quale gli pare provenga, alla sua sinistra.

un ragazzo lo sta osservando, con un sorrisetto accogliente cucito su quel suo viso perfettamente simmetrico, incorniciato da una scompigliata zazzera corvina. avrà la sua stessa età, indossa una grossa maglia nera degli aerosmith, ed un paio di jeans slavati, tanto larghi da poterci nuotare dentro. le sue lunghe dita sono decorate da stravaganti anelli argentati, alcuni dalle forme più fantasiose.
«buongiorno.» replica felix, cordialmente, prima di tornare ad armeggiare tra le confezioni plastificate degli svariati dischi dinanzi a lui. l'altro si ostina però a ronzargli attorno, guardandolo dall'alto di quello che il biondino identifica frettolosamente come uno scarso metro e ottanta, ad essere buoni. e nonostante lui decida d'ignorarlo, quel fricchettone gli resta inspiegabilmente vicino, con aria indagatrice.
«posso darti una mano?» domanda lui all'improvviso, resosi conto dell'incertezza che dipinge il volto di felix, e la rapidità dei suoi movimenti. il liceale solleva dunque un sopracciglio, sbattendo le palpebre.
«lavori qui?» chiede a sua volta.

𝐦𝐞𝐥𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐜 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora