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quello stesso pomeriggio, l'ennesimo temporale autunnale si abbatte scrosciante contro il doppio vetro delle finestre a ghigliottina della camera da letto di felix, il solito punto di ritrovo.

quattro quinti del gruppo sono riuniti sul suo matrimoniale, all'appello manca solo jisung, in ritardo come da copione. non ricordano un solo appuntamento, al quale si sia presentato in orario, ed in casi come le loro abituali sessioni di studio, forse non è un male che viene per nuocere: perché han trova sempre una scusa per distrarre tutti, qualche voce di corridoio da condividere con estrema urgenza con i suoi più cari amici, o qualche aneddoto della scuola elementare che riporti tutti indietro di anni, distogliendoli abilmente dalle loro responsabilità. quest'oggi, però, han ritiene d'avere un'ottima ragione per giustificare le sue tre ore di ritardo e al contempo, catturare la loro attenzione.

infatti, quando il proprietario di casa posa la sua tazza di cioccolata calda per accoglierlo alla porta, jisung indossa il suo sorriso più luminoso, ancor più folgorante di quelli che solitamente lo pervadono quando ascolta qualche canzone dei the strokes. eppure è zuppo, ed una volta raggiunta la stanza del proprietario di casa, il biondo si appresta ad aprire le ante dell'armadio, alla ricerca di vestiti caldi e confortevoli per il suo migliore amico. nel frattempo, jisung sguscia via dalla sua sgocciolante giacca di pelle marroncina. seungmin si sistema gli occhiali sul naso, masticando un morso di biscotto alla nocciola, ed indica al castano la pagina sulla quale stanno lavorando, una scheda di domande preparatorie alla verifica di filosofia che il giorno seguente inaugurerà il loro ultimo anno.
«ciao, stavamo-» fa per aggiornarlo, prima di venire bruscamente interrotto da una piroetta dell'altro. se ci fossero degli uccellini, qualche scoiattolo ed altri animali delle foreste, canticchierebbero fiabeschi con lui.
«non trovate che sia una giornata meravigliosa?» sbatte le ciglia, tutto contento. jeongin si contorce meccanicamente in una smorfia, sfilandosi ciò che rimane della gomma di una matita da sotto i denti aguzzi.
«piove a catinelle, e sei fradicio.» gli fa notare.

felix gli passa una morbida tuta biancastra, tornando poi a sedersi al suo posto, tra i cuscini e il copriletto un po' sgualcito, alla destra di minho, contro il quale si adagia.
«allora, a breve spunterà l'arcobaleno più colorato di sempre!» prosegue teatralmente il castano, liberandosi del suo maglione nero e dei pantaloni umidicci, sotto lo sguardo disorientato del resto del gruppetto. seungmin arruffa il naso, nel tentativo di annusarlo come un cane da tartufo in cerca di funghi.
«hai fumato?» borbotta indagatore, e jisung si abbandona ad una fragorosa risata, gettandosi a peso morto sul letto, avvolto finalmente nel tepore degli abiti gentilmente prestatigli. poi si sbraccia, stiracchiandosi vivacemente.
«meglio! mi sono innamorato!» annuncia, con travolgente entusiasmo che tuttavia, non pare coinvolgere quel suo pubblico difficile. felix, tra tutti solitamente il più propenso a dar corda alle strampalate bizzarrie del suo amico, si aggrappa sorridente ad una coperta.
«che parolone, innamorato.» mormora un po' assonnato, e mentre minho, sospirando, gli circonda le spalle con un braccio, si crogiola nel calore della sua stretta. felix potrebbe passare giornate intere, premuto contro il petto di minho, ha sempre avuto un debole per lui.

𝐦𝐞𝐥𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚𝐜 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora