Riunione

6 0 0
                                    

    Blairgowrie and Rattray, Scozia 1704

Era una bellissima giornata di sole. Gli uccelli erano indaffarati a prepararsi per l'arrivo dell'inverno facendo un grand chiasso nel cielo terso.
L'aria era fresca e permetteva di camminare all'aperto senza accaldarsi troppo.
Si prevedevano altre giornate come quella, perfette per godersi appieno i festeggiamenti.

La sala era quasi pronta per accogliere nobili imbellettati e nel grande prato vicino alla villa era stata costruita una lizza.
Lennox aveva voluto inserire un piccolo torneo per mostrare la crudità di quell'epoca, sperando di spaventare la figlia e convincerla a tornare a casa nel ventunesimo secolo, ma aveva avuto pochissima fortuna.

Sebbene Kora fosse impressionabile dal sangue, aveva comunque la forza d'animo della madre e un interesse spropositato per le rievocazioni storiche.
Per lei fu come essere in gita con la scuola.

Di conseguenza il Duca di Blairgowrie aveva limitato il torneo ad un unico giorno su cinque, lasciando le prime quattro giornate ad attività più sociali.

Kora stava cercando una posizione per dare sollievo ai piedi dopo ore che aveva passato in piedi.
L'avevano coinvolta in lunghe conversazioni tutte simili tra loro ma con gruppi di persone diverse e balli in cui ancora non era molto ferrata. In generale era sempre stata il centro dell'attenzione.
Voleva riposarsi con ogni fibra del suo corpo.

Riuscì a uscire sul balcone durante un brindisi e tirò un sospiro di sollievo.
Era solo il primo giorno e già non ne poteva più di quelle persone.
Si disse di resistere, almeno fino a quando il Barone di Ward non fosse dovuto partire in guerra. Poi avrebbe potuto rilassarsi.

Ad un tavolino di pietra attorniato dai rami di un albero sempreverde, un signore piuttosto in là con gli anni, secondo gli standard dell'epoca, stava giocando a scacchi con un uomo più giovane.
Erano entrambi concentrati sul gioco ma l'anziano era visibilmente più tranquillo del suo avversario. Questo, dopo pochi passaggi, sbuffò qualcosa e se ne andò.
Kora si stupì di non vederli stringersi la mano e immaginò non fosse una regola ancora in voga. Si avvicinò all'anziano per offrirsi come avversaria e l'uomo, dopo un momento di sorpresa, accettò con un sorriso.

Giocarono in silenzio, gradualmente aumentando di difficoltà e arrivando a scommettere qualche moneta.
A Kora sembrò di barare avendo potuto studiare le strategie e le mosse inventate dai più grandi campioni mondiali.
Eppure non si fermò. Il sorriso sul volto dell'anziano non accennava a sparire, il che fece presumere alla ragazza che la sfida fosse esattamente quello che l'uomo cercasse.

Dopo svariate partite si erano raggruppate un po' di persone a osservare i due sfidanti.
Se non fosse stata così concentrata sul gioco si sarebbe sentita in soggezione.
Furono minuti pacifici che le diedero nuove energie e le distesero i nervi.

  Nel salone Lennox stava discutendo amabilmente con un gruppo di gentiluomini quando, guardando fuori dalla finestra, vide la figlia intenta a sfidare suo padre, Fergus Mc Abernathy.
Dallo sguardo che l'anziano alzò su di lui capì che era fiero della nipote ma non gli fece cenno di avvicinarsi e tornò alla partita.
Lennox non osò disturbarli sapendo che il padre voleva testare la ragazza da solo, vedere se fosse degna del nome che portava. Era un uomo severo che dava molta importanza all'intelletto.

Vederli giocare in tale serenità strappò all'uomo un sorriso che si spense non appena vide il domestico venire ad annunciargli l'arrivo di sua moglie.
Non fece in tempo a prepararsi mentalmente alla situazione che, dalla porta della sala, Harvey fece la sua entrata in abito da caccia.
Tutti gli occhi si alzarono verso la donna, chi confusi e chi stupiti. Nessuno seppe darle un nome ma i colori della famiglia Abernathy erano lampanti.

Harvey scandagliò la sala con occhio rapace e quando Lennox si separò dal gruppo di persone per andarle incontro, lei lo fulminò con lo sguardo, scendendo le scale a passo di marcia.
Gli arrivò ad un palmo di distanza prima di sibilargli: -Dobbiamo parlare. Adesso.
Lennox comunicò con un cenno a Finlay di tenere sott'occhio Kora assieme al giovane Munro, e seguì la moglie in una stanza più riservata.

Ci fu un momento di silenzio durante il quale Lennox aspettò che la moglie iniziasse la conversazione, e Harvey pensò a come parlargli senza saltare alla gola del marito.
-Sono arrivata un paio di giorni fa e la domestica che mi ha aperto, oltre a non sapere del mio arrivo, il che avrebbe potuto farmi intuire quanto tu volessi seguire il piano che avevamo deciso assieme, sperando di non doverlo mai attuare... Oltre a questo, mi ritrovo a scoprire che hai venduto nostra figlia per un pugno di soldati!- le ultime parole quasi le urlò.
Vedendola così agitata, Lennox le fece cenno di sedersi e le versò un bicchiere d'acqua.
-Che non ti volessi qui non è del tutto corretto. Ho sempre voluto portarti qui, nella mia casa natale, ma non in questo modo. E volevo cercare di farti trovare una situazione già per metà risolta. Mi dispiace averti tenute nascoste certe informazioni.
-Io mi stavo ammazzando di preoccupazioni all'idea di sapere che Kora fosse qui, senza poterla consolare e assicurarmi che stesse bene, mentre dovevo coprire la vostra assenza e creare prove che la sostenessero, e tu in meno di un mese l'hai venduta come una fottuta vacca da latte!
-Non parlare così di nostra figlia. Non è con Kora che sei arrabbiata, non si merita certi appellativi.- sospirò profondamente: -Harvey, fosse stato solo per me non saremmo qui ora. Potrai darmi del debole quanto vorrai per non aver lottato contro i miei concittadini, ma sappi che l'idea è stata spinta anche da Kora. Mi fa male ammettere che se non avesse agito alle mie spalle sarei andato contro la Corona per tenerla lontana da tutto questo.

Harvey smise di camminare nervosamente per la stanza, sedendosi sulla poltrona con innaturale lentezza.
-Cosa vuoi dire con "ha agito alle tue spalle"?
-Harv, Kora ha presentato un contratto con delle restrizioni che ci permettessero di ideare un piano per farla tornare a casa, e nel frattempo assicurare un esercito da schierare sul confine. Non avevo motivazioni per tirarmene fuori. Non valide, almeno.
Ripensare a quell'evento gli faceva male al cuore, la donna glielo lesse negli occhi, ma non riuscì a scacciare quel sentimento di rabbia e tradimento che si sentiva nel petto.
Si portò la mani al volto cercando di fare mente locale.
-Potremmo inscenare un incidente a cavallo. Kora è brava abbastanza da recitare la parte.
Lennox scosse la testa: -Non insceneremo nessun incidente. Ѐ troppo complicato e pericoloso, e non abbiamo modo di fare un finto funerale. Per ora è meglio aspettare. Tu cerca di riposare, del resto me ne occupo io.

Harvey volevo protestare ma non ci riuscì. Tutto quello che provava in quel momento era sollievo per le voci che si erano attenute nella sua testa, e stanchezza.
Arrivata da Lennox era come se tutta la tensione fosse svanita per lasciare posto al bisogno di farsi cullare dalle sue braccia, come faceva una volta durante l'inverno.
-Voglio vederla.

Rientrando nel salone ci furono diverse occhiate nella loro direzione ma ancora nessuno li approcciò, aspettando un momento più opportuno.
Harvey si guardò attorno cercando sua figlia e la trovò seduta all'aperto a giocare a scacchi.
Tirò un sospiro di sollievo a vederla mordersi il labbro inferiore mentre era concentrata sul gioco. Era un'abitudine che non era mai riuscita a togliersi.

La guardò in silenzio fino alla fine della partita.
-Dovresti fare una pausa o la schiena ne risentirà.- disse con un sorriso.
Appena Kora la vide tra la folla raccoltasi là attorno, Harvey allargò le braccia per accoglierla in un abbraccio.
Le era mancata la sua bambina.


    Dopo giorni di cammino era finalmente giunto in un paese grande abbastanza da avere bande di ladri che aveva lì le loro basi.
Grazie alla sua conoscenza del mondo criminale trovò un gruppo abbastanza nutrito e ben equipaggiato, senza grandi legami con i paesani.
Sconfisse il loro capo e prese il controllo del gruppo.
Non venne più guardato dall'alto in basso, ora gli uomini facevano attenzione a non incrociare il suo sguardo. I suoi occhi bruciavano odio ogni giorno che passava.

Le informazioni che aveva ottenuto avevano distrutto le poche certezze che aveva e spento l'ultima scintilla di speranza.
Ora gli era rimasto solo odio e risentimento.
Bramava vendetta, quella crudele e spietata che regolava la vita degli esclusi come lui.

Era fioca la luce che produceva la candela, sufficiente appena per vedere le macchie che stava pulendo via dalla canna dell'M14.

Andò a dormire imbracciando il fucile, unico compagno fedele che non lo avrebbe mai lasciato solo in quella piccola stanza spoglia.

Euphorbia MiliiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora