Punti e linee

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    Blackhills Farm, Blairgowrie, Scozia 2010

Le persone si aspettano motivazioni intricate ed emozioni contrastanti nei serial killer.
Temono i mostri ma quando ne vedono uno in faccia cercano di umanizzarlo, di renderlo come loro per salvarlo.

Se si studia la storia del crimine invece, si scopre che è molto più semplice e patetico di quello che ci si aspetterebbe.
Non a caso esistono professioni come quella del profiler o dello psicologo criminologo.
I comportamenti dei criminali si possono categorizzare riconoscendone i pattern, capendone la logica e anticipandone le azioni.

Alla lunga questi lavori ti logorano dentro. Il mondo inizia a sembrarti solo una caverna oscura piena di demoni pronti a saltarti addosso appena abbassi la guardia.
Perdi fiducia nel prossimo e cadi in una spirale apocalittica.

Ci sono persone però che restano avvinghiate a queste vicende sotto un altro aspetto: quello della caccia.
Viene loro l'acquolina in bocca all'idea di stanare boss criminali, assassini, stupratori e via dicendo.

Donald era sicuramente stato uno di quelli prima di perdere tutto a causa di una sua preda.
Lo si  poteva capire da come si guardava attorno, dai ragionamenti che faceva, da come si rapportava con la squadra.
Steven era quello più simile a lui, motivo per il quale si sopportavano a vicenda, ma aveva una linea morale molto più marcata che lo faceva scontrare spesso con il suo superiore.

Poi c'erano Akili e il Comandate Nguyen.
Maverick aveva riconosciuto in loro la stessa abnegazione che viene raccontata per descrivere i grandi eroi della Storia.
Seri, morigerati e decisi. Non si sarebbero fermati davanti a nulla pur di portare davanti alla legge i criminali.
Erano degni di grande stima e sarebbero arrivati alla vetta se solo l'avessero voluto.

Infine c'era lui.
Diventato poliziotto per seguire le orme di uno zio ritiratosi per malattia e morto tempo dopo per cancro. Aveva lasciato in lui un desiderio bruciante di essere un faro per la sua comunità e un suo collega l'aveva preso sotto la sua guida.
Ma dopo aver fatto carriera era cambiato tutto. Le scene di pianti e sangue che aveva visto dopo aver fatto l'addestramento, sputando fango e ingoiando dignità, lo avevano svuotato di ogni energia. Era andato avanti per inerzia, facendo ciò che gli veniva meglio.

Solo Rose aveva riacceso in lui la morbosa curiosità di quando, da bambino, leggeva di crimini efferati sul giornale.
Aveva messo tutto se stesso in quel caso. Voleva capire la mente della persona dietro a quegli omicidi così simili ad un contrappasso.
E c'era andato così vicino. Oh, se c'era andato vicino!
Gli era sembrato di poter comunicare con Rose, di stare per convincerlo a fare un passo falso uscendo dalla sua tana.

Poi Rose era scomparso.
Svanì nel nulla così come era apparso. Dopo essersi fatto inseguire fino in capo al modo aveva semplicemente smesso di uccidere.
Nessuno capì mai se lo avevano spaventato o se gli fosse capitato qualcosa, ma dopo mesi di attesa il suo caso venne abbandonato per l'impossibilità di giungere ad una conclusione.

Maverick aveva perso il suo scopo, ripiombando in quell'apatia da cui era riuscito a scappare. Divenne uno zombie, trascinandosi dal letto all'ufficio e viceversa senza riuscire a scrollarsi di dosso quel senso di fallimento che lo schiacciava come un macigno.
Neppure il suo ragazzo dell'epoca era riuscito a sopportare quel nuovo periodo, e da lì a poco l'aveva lasciato.

Ora però aveva la possibilità di riscattarsi, di finire il lavoro. Di portare a termine il lavoro per cui aveva dato tanto.
E questo lavoro l'aveva portato a Blackhills Farm, davanti a quello che rimaneva di un magazzino Webster.

Il poliziotto che li aveva accompagnati si stava occupando di un incendio doloso, ma senza ancora alcun colpevole.
C'erano stati solo feriti, di cui uno grave, e tutti minorenni.
Il problema era che nessuno dei ragazzi sembrava interessato a collaborare.

Euphorbia MiliiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora