Caccia

13 0 0
                                    

    Las Vegas, Nevada, USA 2010

Non gli erano mai piaciuti i posti affollati. Il caos prodotto dalle macchine e dalle persone bombardava i suoi nervi, tendendolo come una corda d'arco pronto a scattare.
Si sentiva una preda allo scoperto e continuava a guardarsi attorno sospettoso, aspettandosi un cenno di pericolo.

Clemente aveva accettato di lasciarlo partire ma era stato chiaro nelle sue direttive: Hashir doveva inviargli giornalmente un riassunto delle attività svolte e delle conclusioni cui era giunto. Non poteva tralasciare alcuna informazione.
Il suo papa doveva essere sempre in grado di venirlo a prendere e dargli il permesso per, eventualmente, agire.

Hashir aveva storto il naso per l'ultima parte ma se voleva rintracciare Rose doveva stare alle regole.
E lui voleva trovarla a tutti i costi.

Il suo piano, appena arrivato in città, era già ben definito e attuabile.
Entrato nel Paese con un visto lavorativo si era subito diretto alla città dei vizi, trovando lavoro come un semplice addetto al catering.
In quei giorni sarebbe stato Josè, un ragazzo messicano col sogno americano.

Anche se in realtà, quella copertura gli era servita solo per consegnare poco alla volta alcune cartelline e vecchie foto alla polizia.
Trovato il momento giusto aveva sottratto delle pastine dal lavoro, rendendo indispensabile recuperarle poco prima di una cerimonia. Offrendosi di andare a comprarle, si era dato un lasso di tempo sufficiente per recapitare di persona gli indizi alla centrale più vicina.
Sarebbe poi tornato subito al lavoro col cibo comprato e conservato giorni prima.

Ora, nel minuscolo appartamento che aveva affittato, mentre si lavava via il trucco, aspettava il momento opportuno per poter raccogliere i frutti del suo lavoro.


    Maverick arrivò in ritardo in ufficio quel giorno.
Aveva passato la sera prima a cercare un qualche possibili collegamento con le morti avvenute. Sentiva di essere quasi arrivato ad una svolta ma non riusciva ad afferrare l'idea.

Quando entrò in ufficio lo salutarono tutti molto cordialmente, ma l'ispettore non riuscì a ricambiarli.
Aveva un cerchio alla testa e si sentiva completamente privo di forze.

Buttatatosi su una poltrona sbuffò pesantemente, quasi cedendo alla pesantezza delle palpebre.
-Prediti un caffè e vieni a lavorare. Non ti permetto di essere una zavorra per la squadra.
-'Giorno anche a te Akili.
Allungò una mano verso uno dei bicchieri che la donna teneva in mano ma venne scacciato.
-Non sono per te.
-Credevo avessi iniziato a volermi bene...- rispose imbronciato Maverick.
Akili continuò a guardarlo male in piedi dietro di lui: -Non mi piacciono gli uomini poco organizzati come te.
-Scoperto qualcosa di nuovo?- cambiò argomento dopo un attimo.

L'agente negò con la testa.
-L'unica testimone che abbiamo che potrebbe darci qualche indizio è scomparsa una volta fuori città.
Questa volta fu il turno di Akili a creare un momento di silenzio, chiuse nei suoi pensieri.
-Avete mai preso in considerazione il fatto che Rose potrebbe essere una donna?
Maverick la guardò storto prima di tornare a sdraiarsi sulla scrivania.
-Perché avete lasciato perdere quella pista?
-Gli omicidi commessi da Rose sono sempre stati estremamente violenti e necessitavano della forza di un uomo adulto. Anche il nostro profiler fu d'accordo con noi una volta analizzato il caso.
-Ma si spiegherebbe perché è così difficile trovare Rose. Una bella donna si sa camuffare molto bene. Soprattutto se è magra.
Maverick aggrottò la fronte: -Perché la sottovalutano e si fanno abbindolare dalle tette?
Akili non gradì la battuta e lo schiaffeggiò sulla nuca con una cartellina di fogli: -No, perché se sei bella devi conoscere e sapere usare moltissimi prodotti di cosmetica, inclusi parrucche e lenti a contatto. Inoltre essere magre è un vantaggio: hai a disposizione molti più negozi dove cambiarti di stile.

In quel momento Makoa spuntò da dietro la lavagna.
-Comunque se fosse così non avrebbe avuto la forza necessaria per stenderlo e sventrarlo come una sardina. Una donna tanto muscolosa le persone la ricorderebbero.
Improvvisamente più energico, Maverick saltò sulla sedia salutando l'amico.
-Non ti ho visto i giorni scorsi. Cosa ti hanno cacciato a fare?
L'hawaiano poggiò sulla scrivania un pacco e si servì dal vassoio portato da Akili.
-Sono stato occupato a fare domande riguardo dei possibili mandanti. Io e alcuni amici dell'FBI abbiamo bussato alle porte di alcuni ex membri dei cartelli colpiti. Tante piste nessuna concreta.
-Magari dobbiamo ampliare l'area di ricerca.- pensò Akili.
Makoa sbuffò a quell'idea: -Non credo che nessuno approverebbe un'ulteriore dispersione di forze: potrebbe rivelarsi una tattica per colpire un obiettivo più caldo, essere un emulatore, un canto del cigno di Rose oppure...

Il colpo che Maverick diede alla scrivania fece sobbalzare le persone attorno.
I due agenti lo fissarono accigliati.
-Se non ti dai una regolata ti rispedisco a casa tua in tempo per il tè delle cinque.- sibilò Akili.
La donna stava iniziando a perdere la pazienza con quell'uomo.
Makoa invece riconobbe lo sguardo scioccato dell'amico.
Si avvicino per dare un'occhiata alla scatola.
Era indirizzata a Maverick e all'interno c'erano delle foto e diverse cartelline.
A fare da riempimento a mo' di pluriball, c'erano centinaia di boccioli di rose rosse.

Tutto l'ufficio venne immediatamente allertato ma della persona che aveva consegnato il pacco non vi era più alcuna traccia.
Makoa dovette ripetere più e più volte che il pacco era stato consegnato dal postino quella stessa mattina.
-Era già capitato che Maverick si facesse recapitare pacchi in ufficio. Alla guardiola non hanno trovato nulla di sospetto, quindi mi sono offerto di portarlo io.
Le telecamere ripresero un uomo giovane ma il suo viso non venne mai inquadrato.
Riconobbero un segno appena visibile sul collo, da cui riuscirono ad estrapolare l'immagine nitida di un tatuaggio.
Fecero girare la foto sui notiziari ma non ottennero nulla per un'intera settimana.


    Blairgowrie and Rattray, Scozia 1704

Il silenzio era opprimente dentro a quella stanza. Ora le pareti piene di libri e cartigli le sembravano molto più alte e distanti di quando era entrata.

-Quindi... cosa ne pensi della mia proposta?
Suo padre la fissò ancora per qualche attimo con quella sua espressione concentrata di quando cerca di capire qualcosa di complicato. Gliel'aveva vista su solo poche volte: quando aveva dovuto riparare il lavandino, quando aveva provato ad aiutarla con i compiti di matematica e quando erano stati ad un festival.
Con il senno di poi, capiva il suo disorientamento.

-Ma cosa ti è saltato in mente Kora?- sbottò Lennox: -Non accetterò mai una cosa simile! Tu torni a casa non appena sarò in grado di rimandartici!
-Ma ormai che mi hanno vista sembrerebbe strano se i rimandassi indietro. Vuoi davvero che la gente pensi male di te? E poi la mia idea funzionerà se inserisci quella clausola.
-Kora, per l'amor del cielo, hai sedici anni e non ti ho mai cresciuta per stare in questo secolo. Tu non ci devi stare! Torna a casa e finisci i tuoi studi!

La ragazza si alzò dalla sedia e i tacchetti delle scarpe sottolinearono la sua rabbia.
-So bene quello che stai pensando ma ti assicuro che non l'ho scritto sul momento. Non è un'idea infantile la mia. Ѐ una proposta seria. Tu e il barone Ward dovete trovare un punto d'accordo se volete arrivare a un punto della vostra discussione, e io posso essere quel punto. Inoltre se fai tu il primo passo dimostrerai di essere un uomo che pensa al benessere del Regno e oltre ad un buon padre, consentendoti così di mettere dei paletti sulla tua offerta.
Lennox scosse la testa fino alla fine della spiegazione di Kora.
Non poteva credere alle sue orecchie. Sua figlia gli stava consigliando una cosa per cui lui avrebbe benissimo esiliato i suoi consiglieri.
Aveva sempre rivisto molta della tenacia di sua moglie in Kora, ma non poteva pensare che avesse ereditato anche quel modo assurdo di gettarsi in mezzo ai conflitti.
-Kora, ascoltami.- disse in tono greve: -Per quanto tu sia intelligente non sarai mai in grado di adattarti a questo secolo. Una volta firmato un accordo di matrimonio tu apparterresti a qualcuno che potrebbe decretare la tua morte. Non saresti felice ne al sicuro qui.

I grandi occhi blu di Kora, così simili ai suoi, lo fissarono con rabbia.
-Tu non mi ritieni all'altezza di aiutarti. Non mi consideri...
I fogli che la ragazza stingeva in mano caddero a terra, strappati in mille pezzi.
La porta sbatté con forza facendolo sobbalzare.

Lennox sentì un brivido lungo la schiena. Anche Harvey lo aveva guardato a quel modo anni prima, e poi non era successo nulla di buono.

Euphorbia MiliiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora