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Avete presente la sensazione che provate quando non vi sentite mai al vostro posto?
Quel sentimento di inadeguatezza che si prova quando si è in mezzo a molte persone, ma si prova anche quando si è soli nella propria stanza a farsi paranoie su paranoie.
Oppure quando finalmente vi sentivate un minimo decenti, ma poi uscite o aprite i social e le persone che trovate vi fanno sembrare orribili e insignificanti confronto a loro.

Ecco io quella sensazione la provo ogni giorno, in ogni posto in cui vado.
La provo quando sono a scuola, quando sono a casa o quando esco a fare un giro, quando sto insieme a delle persone o quando semplicemente sto da solo e mille pensieri fanno capolino nella mia testa.

Le uniche persone che, in certi momenti, riescono a farmi sentire giusto sono i miei migliori amici Dario e Jacopo.

Dario è quella persona che a primo impatto può sembrare antipatica, ma che appena si scioglie un po' è un sole.

Ho conosciuto Dario il primo anno di superiori, facciamo due indirizzi diversi, ma nella stessa scuola.
Quando io ero in prima avevamo l'ora di motoria in comune e quindi spesso ci trovavamo insieme in palestra, un giorno ci siamo scambiati due parole e da lì siamo, piano piano, diventati migliori amici.
Lui è un anno più grande di me, infatti è all' ultimo anno di scuola, io invece sono al penultimo anno.

Invece Jacopo è quella persona che sembra essere sempre sulle nuvole, e in parte è davvero così.
Insieme a Dario, è lui che mi spinge ad andare avanti nonostante tutto.

Anche lui l'ho conosciuto il primo anno di superiori, ma in questo caso, facciamo lo stesso indirizzo e siamo capitati in classe insieme.
In classe sono tutti antipatici, ma almeno quest'anno ho la consolazione di averlo come compagno di banco.
Fatto sta che con lui ho, stranamente, fatto subito amicizia e ormai a scuola sto solo con lui, e Dario, ovviamente (quando non ci dà buca per andare dalla sua ragazza).

Tutti e tre, io, Dario e Jacopo, abbiamo la passione per la musica, in questa scuola non siamo gli unici, c'è anche il cosiddetto Triumvirato, sono tre ragazzi, due dell'ultimo anno e uno del penultimo, che fanno musica.
Solo che loro, a confronto nostro, che è già tanto se i nostri compagni di classe si ricordano come ci chiamiamo, sono un po' il gruppetto popolare.

Ma, collegandoci all'argomento di prima, quello del sentirsi costantemente inadeguati, per intenderci, la musica, insieme al disegnare, mi aiuta a esprimere al meglio i miei sentimenti, le sensazioni che provo, sia positive sia negative.

La musica e il disegno sono le mie valvole di sfogo, senza di esse sarei già scoppiato.

Perché diciamo che, oltre alla costante sensazione di inadeguatezza, ho altri "problemi", e uno di questi è la mia famiglia.
Non è mai stata la famiglia peretta, anzi.
I miei genitori è da quando sono piccolo che litigano, non capisco perché stanno ancora insieme.

Nella mia vita non ho mai avuto un esempio di amore sano da parte dei miei genitori.
Quando mio padre torna da lavoro iniziano subito a litigare, e sentirli tutti i giorni è stancante, ma non sembra che se ne rendano conto.
Per carità, mi hanno sempre dato amore entrambi, ma mi è mancato avere una famiglia unita.

Stare in quella casa è diventata una tortura, motivo per cui esco sempre, anche da solo, se Dario e Jacopo non possono, e mi porto dei fogli, una matita e una gomma, per scrivere o disegnare.
Vado in un parchetto sempre deserto, è sopra una collinetta dietro casa mia, quando ero piccolo ci andavo con mia madre, in quegli anni qualche persona, oltre me, ci andava.

In questo esatto momento sono proprio lì, in quel parco, seduto su una panchina a disegnare, mentre ho le cuffiette collegate al telefono, per ascoltare la musica e ogni tanto guardo il panorama che ho davanti.

Blocco la musica quando sento un rumore abbastanza forte provenire da dietro di me.

Gli opposti si attraggono, no? // Piccolaster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora