Andrea appena finisce di cantare si ferma di colpo, dopo aver sentito il suono della campanella, quasi come se fosse sorpreso anche lui dalla fine della lezione e quindi della fine della giornata.
Lo vedo alzarsi con calma dal banco su cui era seduto. Mi lancia uno sguardo rapido, poi mi fa un sorriso.«Vieni a mangiare qualcosa con noi?» chiede, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
«Voi chi? Tu, Marco e Pietro?» domando io in risposta, anche se era ovvio.
«Certo, chi se no? Ma puoi anche invitare i tuoi amici.»
La mia reazione è un misto di stupore e fastidio. Sì, ok, ho passato l'ultima mezz'ora in compagnia di Andrea, ma questo non cambia il fatto che preferirei evitare di averlo intorno anche nel resto della giornata.
«No, sto bene da solo piuttosto» rispondo con un tono che spero sia abbastanza chiaro.
Ma Andrea non sembra prendersela, anzi, allarga il sorriso come se avesse già previsto la mia risposta. «Sicuro? C’è Pietro, magari con lui ti senti più a tuo agio.»
L'idea mi ispira, ma non abbastanza. Sbuffo e mi alzo, dopo aver messo tutto via, cercando di ignorare Andrea e il suo invito. Mentre prendo il mio zaino e mi avvio verso l'uscita dell’aula lo sento ancora camminarmi dietro.
Usciamo nel corridoio e, senza che nemmeno io sappia bene il perché, mi fermo. Andrea mi passa accanto e si volta, alzando un sopracciglio, come se stesse cercando di capire cosa ho in mente.
«Ascolta» dico, cercando di non sembrare troppo scortese. «Perché ti importa così tanto? Voglio dire, se qualcuno mi trattasse come io tratto te, me ne starei a chilometri di distanza.»
Andrea abbassa lo sguardo, e per un attimo sembra quasi incerto. Ma poi sorride di nuovo, un sorriso un po' diverso, più tranquillo, sembrava quasi sincero. «Forse perché...non so, a volte, secondo me, le persone hanno bisogno di qualcuno che gli stia intorno, che gli dia attenzioni anche se non sono richieste e magari indesiderate.»
Appena finisce di parlare, Andrea sorride in modo quasi imbarazzato, come se fosse sorpreso anche lui di quello che ha detto. E io, non so bene come, mi ritrovo a riflettere su quelle sue parole. Forse ha ragione, forse la gente ogni tanto ha bisogno di qualcuno che rimanga, che insista, anche quando non se lo merita. Però mi scrollo subito quella riflessione di dosso. È Andrea, dopotutto. Non può davvero avere pensato qualcosa di così profondo e sensato.
Quando finisce di dirmi quelle cose se ne va, mi lascia lì e si avvia lungo il corridoio per raggiungere Pietro e gli altri, che si erano già riuniti in un gruppetto.
Io invece rimango fermo lì, dopo qualche secondo decido di andare a prendermi qualcosa alle macchinette.
Mentre bevo il mio cappuccino bollente mi siedo, ma dopo poco vedo Jacopo e Dario farmi un cenno da lontano di andare da loro.
Con loro c'è anche Andrea, che parla a loro due e a Marco e Pietro con entusiasmo.
Jacopo mi fa nuovamente segno di avvicinarmi e io mi fermo a pensarci qualche secondo di troppo.
Esito un po' anche se alla fine mi dico che infondo non ho nulla da perdere a stare con i miei amici e gli altri tre.
Mi avvicino a loro cercando di avere un'aria indifferente, come se non avessi riflettuto vent'anni prima di decidermi ad andare da loro.Quando arrivo Pietro mi sorride e inizia a parlarmi, dopo aver alzato una mano per salutarmi.
«Ehi, Andrea ci stava giusto raccontando che ha cercato di convincerti a venire a mangiare con noi, ma ha detto che non volevi. Hai cambiato idea?»Non rispondo direttamente, mi limito ad alzare le spalle. Andrea mi lancia un’occhiata di sfuggita, come se avesse notato la mia indecisione. Per qualche motivo quella sua espressione mi fa sentire un po’ compreso.
«Non avevo niente di meglio da fare.» rispondo infine.Andrea mi lancia uno sguardo. «Almeno abbiamo evitato che restassi da solo a berti un cappuccino.»
Jacopo e Dario scoppiano a ridere senza un vero e proprio motivo. C'è una specie di leggerezza nell’aria, una sensazione non sono abituato a sentire quando sto con qualcuno di diverso da Jacopo o Dario, soprattutto se quel qualcuno è Andrea. Ma per qualche ragione oggi riesco a sopportarlo di più, nonostante la pallonata in faccia.
Ci avviamo per andare in un posto abbastanza vicino alla scuola dove poter mangiare.
Durante il tragitto e quando arriviamo ci ritroviamo a parlare del più e del meno, e, sorprendentemente, mi incomincio a rilassare. Lascio che la conversazione vada avanti, e Andrea, con la sua solita parlantina si mette a raccontare di come Marco e Pietro l'abbiano trascinato a un concerto l'altra sera.
Jacopo si mette a ridere per poi domandare ad Andrea:
«A quanto pare, hai fatto il terzo in comodo tutto il tempo. Giusto Andrea?»«Già, stavano attaccati come due fidanzatini tutto il tempo, se fossi scappato probabilmente non se ne sarebbero resi conto.» Risponde Andrea in modo scherzoso, facendo visibilmente arrossire Pietro e Marco, ma poi continua «Hanno anche urlato a squarciagola tutto il tempo, se di solito sono un minimo intonati l'altro giorno dovevate dovevate pregare di essere lontani da loro per il modo in cui cantavano.» dico ridendo.
«Mh, e tu sei intonato, invece, eh?» ribatto sarcastico, ricordando lui che cantava in aula poco prima, non volendo ammettere agli altri che la sua voce mi piace.
Andrea mi guarda per un istante, sorpreso dalle mie parole, poi si mette a ridere. E in qualche modo anche gli altri scoppiano a ridere insieme a lui. Sembra tutto così naturale e, perfino io, senza rendermene conto, mi unisco alla risata. È una sensazione strana, nuova. Forse perché non mi sono mai sentito così bene con delle persone, come invece mi sto sentendo con loro.
Quando finiamo di mangiare decidiamo di fare un giro insieme e poi tornare a casa. Andrea si avvicina a me e mi avvolge un braccio intorno alle spalle, con tranquillità. «Vedi? Passare del tempo con noi, o meglio con me, non è così male dopotutto.»
Sbuffo, ma con meno convinzione rispetto a prima. «Se lo dici tu.»
Lui ride e si allontana per raggiungere Marco e Pietro. Io, Jacopo e Dario invece iniziamo a parlare di cose a caso, mentre tutti insieme ci avviavamo verso un parco in cui poterci sedere.
Mentre parlavo con Dario e Jacopo quest'ultimo mi chiede:
«Dai, ammettilo, stare con loro non ti ha fatto schifo, vero?»«Non sono Marco e Pietro il problema, ma Andrea» rispondo, anche se il mio tono non è convincente nemmeno per me. Jacopo ride, comprendendo la falsità delle mie parole.
Passa qualche giorno e, nonostante io cerchi di non darci peso, mi accorgo che Andrea inizia a starmi sempre meno antipatico. E non solo, più passa il tempo, più mi sorprendo a pensarci. C’è qualcosa nel modo in cui mi parla, nei suoi continui inviti, come se avesse davvero a cuore il fatto che io mi senta parte del gruppo, come se non volesse che io mantenga le distanze dagli altri per colpa sua.
Jacopo, ovviamente, non smette di notare ogni minimo cambio di atteggiamento da parte mia, e ogni volta che vede Andrea che mi parla, mi lancia occhiate cariche di sottintesi. Che sinceramente non comprendo più di tanto. E fa continue battutine e commenti, anche quando sono semplicemente vicino ad Andrea.
Dario invece, quando ha iniziato a notare che mi sto piano piano sciogliendo nei confronti di Andrea, ha reagito con il suo solito atteggiamento pacato, anche se ho notato un po' di soddisfazione. Dario è più uno che osserva in silenzio, uno che non fa commenti davanti a tutti, come invece fa Jacopo, ma si limita a sorridere quando vede noi due interagire e, piuttosto, parlarne con me quando siamo da soli.
Di tanto in tanto cerca di convincermi che alla fine non è poi così male, ma vedo che cerca di non darmi fastidio.
Sembra quasi che lui sapesse già che mi sarei un minimo ammorbidito nei confronti di Andrea, e adesso mi osserva come per dirmi: "Finalmente te ne sei accorto anche tu che non è poi così male."
Ma lascia che io arrivi alle mie conclusioni senza mettersi troppo in mezzo, quindi facendo l'opposto di quello che fa Jacopo, rispettando i miei tempi e limitandosi darmi il suo appoggio.Autrice
Salve a tutti, non so quanto sia passato dall'ultimo capitolo che ho pubblicato, ma più di due settimane sicuro, quindi mi scuso per l'attesa.
Questo capitolo mi piace abbastanza, anche se mi rendo conto da sola che é da tre capitoli che sto parlando della stessa giornata.
Non voglio dilungarmi troppo quindi mi scuso per gli eventuali errori e al prossimo capitolo🫶🏻
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Gli opposti si attraggono, no? // Piccolaster
Fanfiction⚠️in caso desse fastidio a qualcuno del bnkr non esiterò a cancellarla⚠️