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Esatto proprio Andrea.

Ecco come iniziare al meglio la settimana scolastica: una bella pallonata in faccia.

Vedo gente ridere e il mio prof di motoria si avvicina a me lievemente preoccupato.
Mi ha iniziato a sanguinare il naso.

Andrea mi guarda anche lui allarmato.
Scorgo del dispiacere nei suoi occhi, ma non ci do tanto peso, visto il dolore e visto il sangue che mi sta uscendo dal naso.

Una cosa positiva però c'è, sicuro mi manderà in infermeria e salterò il resto della lezione.
Per fortuna, piú o meno dato che ho rischiato di perdere il naso e diventare Voldemort, visto che odio fare motoria.

«Caponi vai in infermeria, e tu Locci accompagnalo» disse, come avevo previsto, il mio professore di motoria, in accordo con quello di Andrea.

Scherzo avrei preferito fare motoria.
É un incubo questo, Andrea non lo sopporto proprio e ora deve pure accompagnarmi.

Usciamo dalla palestra in silenzio e, una volta usciti, gli dico: «Puoi andare a farti un giro o quello che ti pare, non serve che vieni.»

«No no vengo con te» mi risponde il corvino, sembrava un po' preoccupato.

Io nel mentre avevo preso un fazzoletto e l'avevo appoggiato per non sporcarmi di sange.

«Non serve che ti disturbi tranquillo» rispondo io a mia volta con tono abbastanza scontroso.

Di solito cerco sempre di farmi vedere coridale con tutte le persone, non so cos'ha lui di diverso, ma mi urta troppo.
E lui si vede che sé n'è accorto, ma continua a cercare di conversare con me.
Credo lo faccia solo per darmi fastidio.

In questo momento siamo uno di fronte all'altro, vedo che mi fissa dritto negli occhi, sembra perso nei suoi pensieri per un momento, fino a quando non parla.

«Dai, già ti ho fatto male, non é carino lasciarti solo» dice e il suo tono è dispiaciuto.

«Però devi stare zitto» dico seccato, iniziando a incamminarmi verso l'infermeria, con ancora il fazzoletto, ormai pieno di sangue, premuto sul naso.

«No, questo no»

«Allora vattene»

«No» dice imperterrito

«Vabbè parlerai da solo» dico e a questo punto lui inizia a parlare di diverse cose, tra cui della scuola, dell suo cane, della musica...

Lo ascolto attentamente, anche se non gli rispondo a nulla.
È abbastanza rilassante sentirlo parlare, ha una bella voce, ma questo non glielo dirò mai.
In più non è che io sia una persona che ama parlare, quindi mi sta bene stare ad ascoltarlo.
Almeno non finiamo in un silenzio imbarazzante.

Arriviamo in infermeria e non c'è nessuno, allora mi siedo su una sedia aspettando qualcuno.

Butto il fazzoletto e ne prendo uno nuovo, tutto questo sotto lo sguardo attento di Andrea.

Che si avvicina a me e mi fa sollevare il mento, dice di voler vedere com'è messo il mio naso.

Mi fa spostare la mano col fazzoletto, che prende lui in mano per non farmi sporcare.

Mi osserva, prima dritto negli occhi, poi scende al naso, era un po' rosso, a detta di Andrea, ma niente di che, anche perché non credo sia rotto.
Fa giusto un po' male, ma solo un pochino eh.
Sto solo per morire dal dolore, no vabbè, non così tanto, ma abbastanza.

Dopo pochi secondi entra l'infermiera e lui si allontana da me.

La signora mi controlla un attimo il naso, poi mi fa mettere del ghiaccio e mi fa andare via.
Come se del ghiaccio risolvesse qualcosa, vabbè.
Ringrazio, saluto e poi esco fuori.
Andrea mi segue e inizia subito a parlare.

«Fa male?»

«No, fa bene guarda» gli dico io, ovviamente sarcastico.

«Scusami, non l'ho fatto apposta» mi dice, il mio unico pensiero è ci mancherebbe, pensiero che esprimo subito.

Mi avvio verso la mia classe, non volendo tornare in palestra.

«Ma dove vai?» chiede perplesso, anche se continua a seguirmi.

«Per non essere offensivo non ti rispondo» detto questo entro in classe e come questa mattina mi siedo al mio posto, poi prendo il telefono dallo zaino e inizio a scorrere le storie su Instagram.
Nel mentre ancora il ghiaccio sul naso.
Andrea si siede, invece, sul banco vicino al mio, quello che dovrebbe essere di Jacopo.

Dopo un po' che siamo entrambi in silenzio poso il ghiaccio sul banco, tiro fuori un foglio dallo zaino e mi metto a disegnare.
Sento lo sguardo di Andrea su di me, ma decido di non darci peso.

«Che fai?»

«Secondo te che sto facendo?»

«Vabbè intendevo cosa disegni»

Non sapevo come rispondergli, non avevo un soggetto preciso, disegno quello che mi passa per la testa.

Allora decido semplicemente di dirgli: «Qualsiasi cosa»

Andrea per un po' sta in silenzio, fino a quando non inizia a canticchiare qualche sua canzone.
Sto ad ascoltarlo in silenzio, sinceramente mi è sempre piaciuto sentirlo cantare, anche le sue canzoni mi piacciono, il problema è lui come persona.
Non so il perchè, ma la mia testa lo rileva come se fosse un individuo maligno.
Forse perchè siamo troppo diversi e quindi non riesco ad inquadrarlo come persona, o forse perchè sono consapevole del fatto che se me lo facessi stare simpatico avrei buone probabilità che lui inizi a trovarmi noioso o altro.
Oppure ancora perchè mi sembra irraggiungibile.
O magari è il mix di tutte queste cose insieme che spinge il mio cervello ad allontanarmi da lui, a cercare di averci il minor contatto possibile.
Anche perchè continua a sembrarmi abbastanza infantile.

La stessa cosa dovrebbe valere per Pietro e Marco, in teoria, ma secondo la mia testa non è così.
Certo, anche con loro ho paura di risultare noioso, anche loro mi sembrano irraggiungibili, ma per il mio cervello loro sono un concetto diverso, più facile da elaborare, magari.
Con Pietro soprattutto, può darsi che sia perchè mi sembra più simile a me e quindi, probabilmente, non mi giudicherebbe.
Marco invece devo ancora capirlo bene, ma è sicuramente diverso da Andrea.

Finisce di cantare 'Gelo' e la campanella suona.

Autrice

Eccoci qua, innanzitutto volevo ringraziarvi per le oltre 500 letture e poi volevo scusarmi per la lentezza con cui ultimamente sto aggiornando.

Questo capitolo non mi piace per niente, è abbastanza inutile, ma volevo comunque aggiornare dato che è più di una settimana che non lo faccio.
Sono piena di impegni per colpa della scuola, anche se è appena iniziata, ma spero di riuscire a pubblicarvi almeno un capitolo a settimana.

Detto questo non mi dilungo oltre, scusate per gli errori e al prossimo capitolo🫶🏻






Gli opposti si attraggono, no? // Piccolaster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora