Missioni contadine

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«Devi andare in missione.» Esordì così la regnante un pomeriggio, si era avvicinata a me mentre finivo gli esercizi di routine.

Annuì soltanto, non ero abituato a fare domande, né tantomeno a disobbedire a un ordine. La principessa non aveva mai mostrato tendenze crudeli. Sapevo che meritava il mio rispetto.

«Porterai con te una recluta.» Continuò proprio il soggetto dei miei pensieri.

Per un momento mi stranì, non era sua abitudine mandare le reclute in missione, e soprattutto, sapeva bene quanto io fossi un tipo solitario. Nonostante ciò, non mostro il mio fastidio, continuo solo per la mia strada, allontanandomi sempre di più da lei.

Ormai l'unica luce che illumina il cielo è quella del crepuscolo, tra poco sarà notte, sarebbe meglio che io vada a dormire, ma gli allenamenti non sono finiti, mi mancano ancora un paio d'esercizi.

Così, mi scrollo di dosso gli sguardi curiosi dei miei compagni di camerata che mi osservano tornare ad allenarmi, nonostante la poca luce, e finisco la mia serie.

Non mi farò trovare impreparato. La pace regna in questo territorio, ma ho deciso tanto tempo fa che non mi sarei mai fatto trovare impreparato.

So che qualcuno attaccherà prima o poi, ho imparato che la sete di potere attanaglia sempre gli esseri umani. Non mi stupirei neanche troppo se fosse proprio la principessa a decidersi di mandarci in battaglia, ma non so se in quel caso io partirei. So che è nei doveri del mio essere diventato cavaliere, ma non sarò mai la mano che distruggerà un villaggio. Mi sono ripromesso di cambiare le cose, nessuno deve più vivere quello che ho vissuto io.

Se lei deciderà di diventare come quel lord, io mi opporrò, anche se potrei rimetterci la vita.

Spesso, anche troppo, vedo i miei compagni d'armi annoiati, fiduciosi, tranquilli. Si fidano della loro regnante ciecamente, sono convinti che nessuno potrà mai davvero toccarli. Non so se si rendono conto di che accordo abbiano davvero accettato. Perché qui non è come altre parti, è tutto così tranquillo che il popolo spesso si chiede perché sia stato istituito un ordine dei cavalieri a protezione della regina.

Io, però, ho vissuto sulla mia pelle come tutto possa cambiare da un momento all'altro, perché il mio villaggio era molto simile a questo, prima di essere raso al suolo, attaccato da un vigliacco assetato di potere. Probabilmente, lui è ancora in giro a comportarsi così, rubando la vita alle persone, mentre i miei genitori non hanno avuto neppure una sepoltura degna. Non c'era nessuno che poteva dargliela, i pochi sopravvissuti erano scappati tutti, e, comunque, non avrei mai avuto i soldi per pagarla.

Finisco l'ultima serie d'esercizi e, invece di andare subito a dormire, mi fermo un attimo a osservare il cielo.

Ripenso un secondo alla missione di domani e mi rendo conto che non mi è stato detto cosa devo fare, dove devo andare.

Non posso recarmi ora nelle stanze della principessa che sicuramente starà dormendo. Così, mi limito ad andare a letto con il dubbio, sperando che sia stata meno enigmatica con la recluta.

Il mattino dopo, appena sorto il sole, mi incontro con il novellino nel centro addestramento, aspettandomi anche qualcuno che ci dica cosa dovremo fare, ma così non è.

Siamo solo io e lui, un ragazzino pallido e spaventato dagli occhi scuri, sembrava non sapere neppure lui cosa ci facesse lì.

Dovevo immaginarmelo. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 26 ⏰

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I Cavalieri della reginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora