Coming out

1.4

La serata di sabato non si è conclusa nel migliore dei modi, arrivati a casa Nate ha deciso che doveva continuare a farmi la ramanzina, finché non gli ho letteralmente sbattuto la porta in faccia. A quanto mi dice lui, gli ho anche fatto male, ma poco gli credo, è un omone grande e grosso, può sopravvivere a cose ben peggiori.

Oggi è lunedì, ed è il giorno del corso, che a quanto ho capito si tiene circa tre volte a settimana, ciò è positivo per me ma non per i miei ormoni, che si troveranno in una stanza chiusa con Ethan e il prof Harris per più tempo di quello che riesco a sopportare. Purtroppo però devo fare questo sacrificio per un intero anno, poi il bel calciatore si diplomerà e i problemi scenderanno da due ad uno soltanto, anche se dall'ultima volta che l'ho visto, non c'è stata una sola volta in cui io abbia pensato al mio professore, la mente era troppo occupata a rimuginare su un copro marmoreo, tatuato e inavvicinabile.

Questi pensieri stanno interrompendo la conversazione che Nate pensa di star avendo con me, ma in realtà la sta portando avanti da solo. E non solo perché io non lo sto per niente ascoltando ma anche per l'argomento trattato, che non mi si odi, ma non so mai che rispondergli quando parte con i suoi monologhi sulle formazioni di basket, sulle partite e soprattutto sugli schemi da usare contro gli avversari, che tra l'altro mi intima di tenere per me, come se poi io riuscissi a ripetere queste parole ad un altro essere umano, figuriamoci. Io che mangio il mio sandwich seduto ai piedi di un albero mentre il mio amico mi sta di fronte e parla a manetta, è il mio pranzo tipico, facciamo sempre in questo esatto modo, stiamo sempre insieme e non riesco mai a mangiare da solo.

-Dopo vieni con me? Amelia ha gli allenamenti delle cheerleader e voglio vederli.- come se poi a me importasse qualcosa delle ragazze mezze nude che ballano sventolando dei ponpon, che abbiamo a scuola.

Butto gli occhi al cielo e mi limito a scuotere la testa, dando poco conto alle sue parole, anche perché la risposta sembrava ovvia, non capisco perché me l'abbia chiesto.

-Davvero? Poi dovresti tornare a casa a piedi! Dai rimani, mi fai compagnia.-

Fortunatamente sono impegnato sul serio, non sono una grande cima nel raccontare bugie, e dirgli la verità non sembra un'opzione accettabile dal momento che comporterebbe un coming out improvviso, che sono convinto Nate non riuscirebbe ad affrontare.

-Ho il corso Nate.- sono sbrigativo. Lui inizialmente sembra non capire, infatti aggrotta lo sguardo confuso e si dipinge sul suo volto un'espressione un po' seccata, pensa che io gli abbia mentito.

Dovrei aggiungere altre informazioni, il suo cervello è limitato e non ci arriva.

-Quello di matematica.- aggiungo buttando gli occhi al cielo mentre lui sospira annuendo velocemente, almeno ha capito.

-E a che ora dovresti finire?- porta una forchettata della sua insalata in bocca, e mastica come fosse una capra, tant'è che le foglie di quella povera verdura gli escono pure dalle labbra, alcune cadono perfino.

-Non sai nemmeno mangiare.- mormoro tra me e me prima di allungargli un fazzoletto. Mi ha fatto perfino alzare dalla mia posizione, ormai ero comodo, a causa sua dovrò far riabituare il mio culo. Anche se preferirei farlo abituare ad altro, chi capisce, capisce.

-Finisco per le 19:30, come sempre.- faccio spallucce e porto la mia attenzione all'ultimo morso di sandwich, che non mi va molto, è finito il prosciutto e anche il formaggio, è praticamente un angolo solo di pane, lo passo a Nate che senza pensarci due volte lo butta in bocca, lui mangerebbe anche i sassi se fossero edibili.

-Beh Amelia finisce alle 20:30 circa, puoi passare, no?- mi sorride speranzoso, come se veramente avessi voglia di venire a vedere l'allenamento della Barbie umana.