CAPITOLO 11 - SVEGLIATI EMMA...

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Erika

Oggi

«Ho appena mandato un messaggio a Lucian per avvertirlo del fatto che abbiamo ritrovato Vania» Emma richiamò la mia attenzione, ero concentrata sul cercare di capire cosa fosse successo a Vania, ma lei mi guardava con aria confusa, senza accennare a nessun tipo di interazione.

Incontrai il suo sguardo «Vania, noi vogliamo farti stare meglio, dico sul serio, ma devi almeno dirci se sei ferita, cosa ricordi...insomma, noi eravamo sicure che ci fosse lui in casa qualche minuto fa...» il suo volto si illuminò, iniziò a fissarmi, tutt'altro che tranquilla.

«Lui...era qui con noi?» disse, con voce tremante.

«Si...ma non preoccuparti, abbiamo controllato insieme dappertutto, non c'è nessuno in casa, solo noi»

«Esatto, ti abbiamo chiesto se ricordassi qualcosa solo per...» Emma venne interrotta dallo squillo del suo cellulare, che continuava a suonare in modo insistente «E' Lucian, rispondo».

Pensavo di sentire la voce calma di Lucian, che tranquillizzava la sua ragazza con frasi del tipo «Non preoccuparti tesoro, stiamo arrivando» invece sentii respiri affannati, scricchiolii di rami spezzati, e...urla.

Le urla di Lucian, che diceva a Markus di correre più velocemente.

Io e Vania scattammo subito sull'attenti, ci avvicinammo a Emma per ascoltare meglio la conversazione.





Emma

«Cazzo, è proprio dietro di noi! Aprite la porta presto!» disse Lucian con voce stanca e colma di panico.

A quel punto, d'istinto, senza porre alcuna domanda lasciai andare il cellulare e cominciai a correre verso la porta, girai la chiave per permettere ai ragazzi di entrare e indietreggiai, a quel punto venne calciata con forza e Lucian cadde sul pavimento, lo seguì a ruota Markus che, rischiando di scivolare a causa delle scarpe bagnate, si precipitò dentro casa, sbattendo la porta e bloccandola, prima chiudendola a chiave e dopo con il suo corpo.

Non ebbi neanche il tempo di chiedere a Markus informazioni che qualcuno cercò di aprire la porta dall'esterno con forza e insistenza, tentativo inutile.

Una lama penetrò aggressivamente all'interno delle assi di legno della porta, a pochi centimetri dal nostro amico, questo lo portò ad allontanarsi, in quel momento i tentativi di Stay Awake di aprire la porta terminarono, e non riuscimmo a spiegarcelo.

Le ore passarono, tra rimpianti e parole non dette cercammo una via di fuga, qualcosa che ci permettesse di fuggire via da quell'odiosa situazione, erano ormai le 3:00 passate ed eravamo tutti seduti sul pavimento, la stanchezza iniziò ad insinuarsi nei miei sensi facendomi percepire confusione e ansia, sempre più ansia.

Sentii qualcuno toccarmi la spalla, dunque aprii gli occhi e mi girai.

Lucian mi guardava, invitandomi tra le sue braccia, sorrisi e mi sdraiai, con la testa sulle sue gambe e la paura che quello psicopatico potesse entrare improvvisamente in casa per farci del male.

«So che hai paura» disse Lucian, lo sguardo leggermente stanco ma comunque vigile, anche se sapevo che l'unica cosa che avrebbe voluto in quel momento sarebbe stato dormire.

Incrociai il suo sguardo, stringendo la sua mano calda, mi avvicinai a lui e gli diedi un veloce bacio sulle labbra, prima di crollare di nuovo tra le sue gambe.

«Dormici su, so che può sembrare complicato ma ci sono io qui, rimarrò sveglio e controllerò che nessuno ti faccia del male, puoi starne certa» mi accolse in un caloroso abbraccio, che voleva essere rassicurante, ma non potevo lasciare che lui si assumesse la piena responsabilità di proteggermi, accennai un ''no''.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 05, 2024 ⏰

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