Aloe - Protezione

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Nelle stanze silenziose della residenza Jarjayes, le ombre del crepuscolo si allungavano come le dita di un pittore che tratteggia un quadro malinconico. La luce dorata, filtrata dalle grandi finestre, accarezzava delicatamente le superfici di legno intarsiato, creando un'atmosfera irreale, sospesa tra sogno e realtà. Nella grande sala della residenza, la nobildonna dai lunghi capelli biondi si trovava di fronte a un piccolo vaso di terracotta, su cui una pianta robusta e dalle foglie carnose dominava silenziosamente lo spazio: un'Aloe.

Lady Oscar, la celebre comandante della Guardia Reale, sembrava ipnotizzata da quella pianta semplice, quasi banale in confronto al lusso circostante. Le sue dita sfioravano una delle foglie, sentendone la consistenza fresca e dura sotto i polpastrelli. Non riusciva a distogliere lo sguardo, quel piccolo vegetale sembrava racchiudere un segreto a cui lei non aveva mai prestato attenzione prima d'ora: la sua vita era stata come un fiume in piena, spinta dalla corrente delle aspettative e delle responsabilità.

Non c'era mai stato tempo per fermarsi a considerare piccole cose come una pianta; eppure, ora, quell'Aloe sembrava possedere una sorta di simbolismo ineluttabile. André la raggiunse silenziosamente, si appoggiò allo stipite della porta e la osservò sorridendo dolcemente.

Oscar si rese conto della sua presenza discreta e costante e si voltò verso di lui salutandolo con un breve cenno della testa. Non c'era bisogno di parole tra loro in quel momento; la connessione che avevano era talmente profonda da permettere loro di comunicare con un solo sguardo, un solo respiro. Eppure, in quella stanza illuminata dalla luce del tramonto, con il silenzio che li avvolgeva come una coperta, qualcosa di diverso fluttuava nell'aria, una sensazione nuova ma anche inquietante. Quell'inquietudine che deriva dall'ignoto, dalla scoperta di un sentimento che era rimasto sopito per troppo tempo.

- È curiosa, non trovi? - la voce di Oscar spezzò leggermente il silenzio, come se fosse sorpresa di aver parlato. Le sue dita abbandonarono la foglia e si intrecciarono dietro la schiena, un gesto che tradiva una leggera tensione. André, che si era fermato dietro di lei, osservò la pianta, ma il suo sguardo era più interessato a lei che all'Aloe

- Un po' come noi. - rispose lui con tono morbido e basso, ma non privo di significato. Il suo sorriso era appena percettibile, ma gli occhi chiari erano pieni di quella dolcezza che riusciva a esprimere solo nei momenti più intimi.

Oscar, sorpresa dalla risposta, si voltò appena, i suoi occhi blu incontrarono quelli dell'uomo con cui aveva condiviso tutto, dalla spensieratezza dell'infanzia ai dolori della vita adulta.

- Noi? - chiese, un sopracciglio appena alzato, come se quella parola fosse troppo strana per essere associata a loro.

André si spostò accanto a lei, abbassandosi leggermente per guardare da vicino la pianta, ma in realtà per evitare lo sguardo diretto che rischiava di tradire i suoi pensieri più profondi.

- L'Aloe sembra semplice, persino banale a prima vista, - spiegò, accarezzando una foglia spessa con un movimento simile a quello che aveva fatto lei pochi istanti prima, - ma dentro racchiude qualcosa di prezioso. Qualcosa che cura, che allevia il dolore. - alzò lo sguardo verso di lei e continuò - Come noi, cresciamo nel tempo, ci adattiamo, ma c'è qualcosa di più dentro... qualcosa che forse non abbiamo mai avuto il coraggio di scoprire fino in fondo.

Le parole rimasero sospese nell'aria per qualche istante, mentre Oscar cercava di comprenderne appieno il significato. Si erano sempre visti come amici, come compagni di vita legati dal destino, ma c'era qualcosa che stava lentamente emergendo negli ultimi tempi. Un'emozione che li metteva a disagio, che li faceva sentire vulnerabili, ma al tempo stesso li avvicinava in modo irresistibile. Oscar era abituata a tenere sotto controllo tutto ciò che la riguardava: i suoi sentimenti, le sue decisioni, la sua stessa identità. Ma quello che stava accadendo tra loro sfuggiva al suo controllo.

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