5 - Un possibile spiraglio

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"Luna?" Antheo bussò tre volte in momenti diversi. Non sentiva la prigioniera da un po', non aveva chiesto né cibo né acqua; non le avevano portato saponi o asciugamani, nemmeno una coperta per riscaldarsi. Ed era vero che non si trovava in una villa vacanze, ma se aveva deciso di togliersi la vita, aveva suo malgrado scelto la via più lenta.

"Sono tre giorni che sei qui in silenzio. Va tutto bene?" non aveva voluto mandare altri indiscreti a controllarla, non sarebbero stati gentili e lui aveva espressamete ordinato che non le venisse fatto del male. Ma pur sapendo che i suoi seguaci non erano gli elementi che disubbidivano un suo ordine, aveva preferito controllare di persona.

"Non starti a preoccupare per una traditrice, Mio Signore" la voce mielosa di Bellatrix strisciò lungo il corridoio, raggiungendo le sue spalle. Poté sentire il tocco delle sue mani quasi all'altezza del collo, improvvisando un massaggio per rilassare i nervi. Una delle poche cose materne che ancora consevava la sua coscienza nei rari momenti di lucidità, e una delle poche cose di cui poteva ancora godere la sua piccola parte infantile, nascosta sotto l'ombra di un soldato segnato dalla sofferenza. Quando si ritrovavano da soli, senza presense esterne ad agitare i loro animi, Bellatrix tornava ad essere quella madre improbabile che nessuno si sarebbe aspettato di conoscere, ripercorreva dei gesti dimenticati e sepolti in quel labirinto di deliri che la caratterizzavano, quasi come se tutto quello che aveva seminato il tempo fosse volato via soffiato dal vento, risucchiato da un Dissenatore come un pensiero felice, come se non fosse mai esistito. E Antheo spesso si trovava a desiderarli intensamente, quei momenti.

"Lei è l'unico mezzo che abbiamo per attirare Potter. Non la lascerà quia marcire" sapeva che un modo efficace per ottenere la completa attenzione di sua madre era parlarle di scontri e duelli, per lei erano diventati un elisir di giovinezza, "E poi... non è da buoni padroni di casa lasciare l'ospite solo per troppo tempo".

"Parlerà quando si renderà conto che il suo amico è spacciato. E la povera piccola Luna si ritroverà sola soletta..." le mani ruvide e segnate di Bella percorsero le spalle su e giù, accarezzando lentamente le braccia del figlio. A volte si chiedeva se lei lo riconoscesse ancora come tale, o se ormai fosse diventato un'entità del tutto staccata da quel ruolo. Che cosa era successo in quella prigione, da renderla incapace di distinguere chi aveva davanti?
La presenza che meno sopportava era quella di Béatrice, e ormai Antheo era convinto che non fosse colpa del cognome da nubile, né della sua vita vissuta prima di entrare a Hogwarts. Bellatrix probabilmente era convinta che nessuno dovesse toccarle il figlio, un'unica privilegio che poteva concedersi dopo troppi anni passati lontana da lui, marcendo dentro una cella con l'idea che non lo avrebbe più visto a mangiarle la vita, con la notizia della sua morte a dare il colpo di grazia. Forse era stato quel fattore a renderla totalmente invalida mentalmente.

ma pur volendo tornare indietro, entrambi dovevano rassegnarsi al fatto che i loro antichi splendori erano ormai fusi in mezzo alle macerie.
"Devo parlare con la prigioniera, adesso" disse staccando malvolentieri le mani della madre dal proprio corpo, lottando contro il suo sguardo contrariato di Bellatrix che ancora bramava il tocco di Antheo. Avrebbe voluto che durasse ancora tanto, ma doveva tornare nel suo ruolo di capo della Causa, non aveva più tempo per le attenzioni materne, "Non vai a vedere i tuoi nipoti? So che Egan aspetta ancora una storia da te".

"Sempre che lei non abbia già provveduto".

"Mamma..." non dovette nemmeno finire la raccomandazione, Bellatrix aveva già capito.

"Perché non vuoi capire? Lo dico per te" era la tipica frase di chi voleva farsi ascoltare per forza, ormai Bellatrix l'aveva inserita nel suo repertorio. Ma Antheo non voleva sentire altre cattiverie su sua moglie o su qualsiasi altro elemento. Non si sarebbe più prestato e lei doveva capirlo.
"Non deve più succedere. Non voglio più venire a sapere, né tantomeno assistere, a te che la mortifichi. Peggio se è in pubblico. Hai capito?" la segué allontanarsi, per poi aprire la camera e chiudersi la porta dietro.

L'erede Lestrange - Oscurità e repressioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora