il peso della verità

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Le ore dopo lo scontro furono avvolte in una sorta di nebbia per Jisung. Non ricordava bene come fosse tornato al dormitorio, né come avesse fatto a mettersi sotto le coperte, ma ora era li, nel silenzio della sua stanza, con il cuore che batteva ancora troppo forte. Il viso di Minho continuava a riaffiorare nella sua mente, e più ci pensava, più la verità gli sembrava surreale.
Un vampiro.
Era qualcosa che si aspettava di vedere in un film o in un libro, non nella realtà. Eppure, lo aveva visto con i suoi occhi. Minho, con la sua grazia letale e i suoi occhi brillanti di una luce rossa, aveva rivelato il suo lato oscuro proprio davanti a lui. Jisung non riusciva a decidere come sentirsi.
Da una parte c'era la paura - chi non avrebbe avuto paura di qualcuno in grado di uccidere così facilmente? Ma dall'altra parte c'era qualcosa di più. Qualcosa che non poteva ignorare.
Minho non gli faceva paura. O almeno, non nel modo che avrebbe dovuto.
Una parte di lui era attratta da quell'oscurità, come se fosse inevitabile. L'altro lato, quello più razionale, continuava a ripetergli che avrebbe dovuto starne lontano, che non poteva fidarsi di qualcuno come Minho. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. La mattina dopo, Jisung si alzò dal letto con la testa ancora confusa. Decise di fare una passeggiata per schiarirsi le idee. Il sole era già alto, e il campus sembrava incredibilmente tranquillo, come se nulla fosse accaduto la sera prima. Ma sapeva che dietro quella calma c'erano segreti che lo avrebbero distrutto, se solo ne avesse grattato la superficie.
Camminava senza meta, cercando di evitare i luoghi in cui aveva visto Minho e gli altri. Ma, come al solito, il destino aveva altri piani per lui.
Mentre attraversava un piccolo cortile laterale, vide Minho appoggiato a un muro, con le braccia incrociate sul petto. I loro sguardi si incrociarono immediatamente, e il cuore di Jisung perse un battito. Aveva un milione di domande, ma nessuna sembrava voler uscire.
Minho, con uno sguardo impenetrabile, fece qualche passo verso di lui, i suoi movimenti felini e controllati, come se potesse scattare in qualsiasi momento. "Hai avuto una notte difficile?"
Jisung deglutì, cercando di trovare le parole. "Sì... beh, immagino che scoprire che qualcuno che conosci è un vampiro non sia esattamente facile."
Minho abbassò leggermente lo sguardo, quasi colpevole, ma poi lo sollevò di nuovo, con la solita calma che lo caratterizzava. "Avresti dovuto scappare quando te ne ho dato la possibilità.""Non ci sono riuscito," rispose Jisung senza pensarci. Era una verità cruda, uscita senza filtri, e quando vide lo sguardo di Minho cambiare, si rese conto di quanto fosse vulnerabile in quel momento.
Minho si avvicinò ancora di più, abbastanza vicino da far sentire a Jisung il calore del suo corpo, nonostante fosse un vampiro. "Non mi fai paura," aveva detto la notte prima, e ora quelle parole rimbombavano nella sua mente.
"Se resti vicino a me, finirai per farti male, Jisung," disse Minho a bassa voce, la sua voce era un mix di avvertimento e desiderio soffocato.
Jisung lo fissò dritto negli occhi, il cuore che batteva forte, ma non per paura. "Forse sono già ferito," sussurrò, riferendosi non solo a quel momento, ma a tutto il suo passato. Alle cicatrici invisibili che portava addosso ogni giorno.
Minho non disse nulla, ma la sua espressione cambiò. Era come se vedesse Jisung davvero per la prima volta. Senza pensarci, alzò una mano e gli sfiorò il viso con delicatezza. Il contatto fu un fulmine che attraversò Jisung, facendolo rabbrividire. Le dita di Minho erano sorprendentemente calde, nonostante fosse una creatura della notte.
"Non voglio farti del male," disse Minho, la sua voce quasi soffocata da un'emozione che non poteva nascondere. Jisung senti il cuore stringersi. C'era una distanza enorme tra loro, un baratro di segreti e pericoli, ma in quel momento sembrava l'unica cosa reale.
Lentamente, come attratto da una forza invisibile, Jisung si avvicinò a Minho, fino a che i loro volti furono a pochi centimetri di distanza.
Il respiro di Minho si fece più pesante. "Se continui così, non sarò in grado di fermarmi," mormorò, come un ultimo avvertimento.
Jisung esitò solo un istante, poi scosse la testa.
"Non fermarti," sussurrò.
E in quel momento, ogni barriera crollo.
Minho lo afferrò per la vita e lo attirò a sé con una tale forza che Jisung dovette trattenere un gemito.
Le loro labbra si incontrarono in un bacio profondo, disperato, come se entrambi avessero trattenuto quel desiderio troppo a lungo. C'era una passione bruciante dietro ogni tocco, ogni movimento. Minho sembrava lottare con i suoi istinti, ma non si tirò indietro.
Le mani di Jisung scivolarono lungo il collo di Minho, le dita tremanti mentre cercava di afferrare ogni frammento di quel momento. Sentiva il cuore battere così forte da credere che potesse esplodere.
Minho lo spinse contro il muro, le sue labbra si staccarono da quelle di Jisung solo per un attimo, mentre lo fissava con un'intensità che lo fece rabbrividire. "Sei sicuro di volerlo?" chiese, la voce spezzata dal desiderio.
Jisung annui senza esitare. In quel momento, nulla sembrava più reale di quel contatto, di quella vicinanza. "Sì," sussurrò, con il fiato corto.
Minho lo baciò di nuovo, ma questa volta con una lentezza esasperante, come se volesse assaporare ogni singolo istante. Le mani di Minho si spostarono lungo il corpo di Jisung, stringendolo, esplorando ogni curva. C'era una dolcezza nascosta nella passione, come se Minho stesse cercando di proteggerlo, anche ora, anche quando i loro corpi si fondevano l'uno nell'altro.
La tensione tra loro era palpabile, e quel momento segnava un punto di non ritorno. C'era qualcosa di pericoloso, di proibito in tutto ciò, ma nessuno dei due sembrava preoccuparsene.

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