Jisung passò il resto della giornata in uno stato di inquietudine. Non riusciva a smettere di pensare a quello che Minho e Felix avevano detto. Un nuovo nemico, un pericolo misterioso che sembrava avere come obiettivo lui. Eppure non riusciva a immaginare cosa avessero a che fare i cacciatori con una persona comune come lui, e il pensiero lo tormentava.
Non poteva fare altro che seguire il consiglio di Minho e rimanere nascosto, lontano da occhi indiscreti. Ma questo lo lasciava solo con i suoi pensieri, e più rifletteva, più la sua mente tornava al mondo sovrannaturale che Minho e i suoi amici rappresentavano. Voleva delle risposte, qualcosa che gli permettesse di capire cosa stava succedendo.
Quando la notte calò, il silenzio sembrò diventare più denso, quasi tangibile. Jisung era nella sua stanza, ma la sensazione di essere osservato non lo abbandonava. Era come se ci fosse un'ombra costante ai margini della sua percezione, un sussurro invisibile che gli faceva correre un brivido lungo la schiena.
Fu in quel momento che udì bussare alla porta.
Si alzò lentamente, il cuore che batteva forte. Prima che potesse rispondere, la porta si aprì e Minho entrò senza dire una parola, chiudendola dietro di sé con uno scatto rapido. Il suo sguardo era cupo, e i suoi occhi scuri si fissarono su Jisung con una determinazione che fece fermare il cuore a quest’ultimo.
"Minho," sussurrò Jisung, sorpreso e sollevato dalla sua presenza.
Minho annuì, avvicinandosi. "Non dovresti restare qui da solo," disse con voce bassa, mentre i suoi occhi percorrevano la stanza come se cercassero qualcosa di nascosto.
"Che cosa sta succedendo?" domandò Jisung, cercando di mantenere la calma. "Felix ha detto che qualcuno sta cercando me, ma… non capisco il perché."
Minho si voltò verso di lui, il suo sguardo ora più dolce, quasi protettivo. "Non sei solo un umano, Jisung. Ci sono cose che neanche io so, ma sembra che tu abbia… qualcosa che interessa ai cacciatori."
Jisung abbassò lo sguardo, sentendo una sensazione di vuoto crescere dentro di lui. "Non ho mai… non ho mai pensato di essere diverso." La sua voce era un sussurro, quasi come se stesse cercando di convincere sé stesso.
Minho gli si avvicinò, posando una mano sulla sua spalla. "Non significa che sei in pericolo da solo, però. Qualunque cosa accada, ti proteggerò."
Jisung lo guardò per un lungo istante, le parole di Minho sembravano calmarlo in modo profondo. "Mi fido di te," mormorò, sentendo che quelle parole erano più vere di quanto avesse immaginato.
Minho abbassò leggermente lo sguardo, poi fece un passo indietro, come se stesse lottando contro qualcosa. "Devi restare con noi, Jisung. È l’unico modo per essere sicuro. Io, Felix e gli altri ci assicureremo che tu non venga toccato."
Jisung annuì, ma una parte di lui sapeva che non sarebbe bastato restare nascosto. Doveva scoprire la verità, capire quale legame lo legava a quel mondo pericoloso e misterioso.