Capitolo Cinque: Coraggio e Verita

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La mattina seguente, il sole sorgeva lentamente sopra gli alberi, tingendo il cielo di sfumature dorate e rosa. Mi svegliai con una sensazione di apprensione e determinazione. Oggi dovevo affrontare le mie paure e rivelare a Mia la verità su di me. Il pensiero mi faceva tremare, ma sapevo che era giunto il momento di essere onesta.

Dopo una rapida colazione, decisi di dirigermi verso il lago, dove l'avevo incontrata per la prima volta. Il luogo era un rifugio di bellezza e serenità, e speravo che l'atmosfera rilassante mi aiutasse a trovare il coraggio di parlare. Mentre camminavo, il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie creavano una melodia che accompagnava i miei pensieri.

Arrivai al lago e trovai Mia seduta su una roccia, il suo quaderno di schizzi in grembo. I suoi capelli ricci fluttuavano dolcemente nel vento e il sole illuminava il suo viso, rendendola ancora più radiosa. Il cuore mi batté forte nel petto mentre mi avvicinavo, incerta su come iniziare.

"Ciao, Mia" dissi, cercando di mantenere la calma.

"Elara! Che piacere vederti" rispose lei, alzando lo sguardo dal suo disegno. La sua espressione si illuminò e il mio cuore si sciolse. "Stavo proprio pensando a te. Vuoi vedere cosa ho disegnato?"

Mi avvicinai e guardai il suo quaderno. Era un'illustrazione di un paesaggio del lago, i riflessi dell'acqua che danzavano sotto il sole. "È bellissimo! Hai un talento incredibile" dissi, ammirando il suo lavoro.

Mia sorrise, un po' imbarazzata. "Grazie! Disegnare mi fa sentire libera. È come se potessi esprimere tutto ciò che ho dentro."

La sua passione era contagiosa, ma sentivo che dovevo spezzare il silenzio che si stava creando. "Mia, c'è qualcosa di cui voglio parlarti" iniziai, il cuore che batteva forte.

"Certo, cosa c'è?" chiese lei, preoccupata.

"È qualcosa di importante per me. Riguarda chi sono e... beh, ho bisogno di essere onesta con te" dissi, cercando di mantenere la voce ferma.

Mia si sistemò sulla roccia, incrociando le braccia e guardandomi con attenzione. "Ti ascolto."

Presi un respiro profondo, il mio cuore in subbuglio. "Quello che sto per dirti è difficile. Spero che tu possa capire."

Iniziai a raccontarle tutto, parlando della mia vita, del branco e della mia vera natura di licantropa. Descrissi le mie paure, le mie insicurezze e il peso dei segreti che avevo portato dentro di me. Mentre parlavo, le parole fluivano come un fiume in piena.

Mia mi ascoltò attentamente, senza interrompermi. Il suo volto era una maschera di concentrazione, e i suoi occhi non si staccavano dai miei. Una volta finito, ci fu un lungo silenzio.

"Elara..." iniziò Mia, ma il suo tono era incerto.

"Capisco se sei spaventata. Non volevo nasconderti la verità, ma non sapevo come dirlo" dissi, la voce tremante. "La mia vita è complicata, e ho paura che tu possa allontanarti da me."

Mia si alzò, e il suo sguardo si fece profondo. "Non posso negare che quello che mi hai detto è scioccante. Ho bisogno di pensarci, di avere del tempo per elaborare al meglio il tutto" disse, la sua voce un misto di confusione e preoccupazione.

Dopo quel momento, Mia si allontanò, lasciandomi sola in riva al lago. Sentii il peso della sua assenza come una pietra nel cuore.

Punto di Vista di Mia

Mentre mi allontanavo da Elara, la mia mente era in subbuglio. Le parole che aveva condiviso con me erano incredibili, e la rivelazione della sua vera natura mi lasciò un senso di vertigine. Un licantropo? Non potevo credere a quello che avevo appena ascoltato. Ma, d'altra parte, tutto in lei era vero. La sua vulnerabilità, la sua autenticità; non potevo negare che c'era qualcosa di speciale in lei.

"Cosa significa tutto questo?" mi chiesi, mentre camminavo lungo il sentiero. "Posso fidarmi di lei? E se accettassi, cosa cambierebbe nella mia vita?"

Le immagini di Elara continuarono a riaffiorare nella mia mente. La sua risata, i suoi occhi che brillavano. Avevo passato momenti così belli con lei, e ora tutto sembrava essere in discussione. Le domande si affollavano nella mia testa.

"E se non fossi in grado di accettare chi è? E se questo mi mettesse in pericolo?" riflettei, il cuore pesante. Era una situazione così complessa, e non sapevo se fossi pronta ad affrontarla.

Decisi di andare a casa, dove avrei potuto pensare senza distrazioni. Mentre mi sedevo alla mia scrivania, circondata dai miei schizzi, cercai di mettere ordine nei miei pensieri. "Cosa vuoi veramente, Mia?" mi chiesi, mentre un'immagine di Elara si formava nel mio quaderno.

Dopo giorni di riflessione, la mia mente era ancora in tumulto. Provavo emozioni contrastanti: attrazione, paura, confusione. Ma c'era anche una parte di me che sentiva il forte desiderio di conoscere Elara per quella che era realmente.

"Forse dovrei parlarle, di nuovo" pensai, ma la paura di compromettere ciò che avevo con lei mi bloccava. Decisi di darle tempo. Avevo bisogno di chiarire i miei sentimenti prima di affrontare la questione.

Ritorno al Punto di Vista di Elara

Dopo due giorni di attesa, la mia ansia cresceva. Mia non si era fatta viva, e ogni momento di silenzio sembrava amplificare le mie paure. Ogni mattina mi svegliavo sperando di vederla, ma il lago rimaneva vuoto e silenzioso.

Finalmente, decisi di andare al lago. Lo spirito di Mia era ovunque in quel posto, e avevo bisogno di sentire la sua presenza. Arrivai e mi sedetti su una roccia, il cuore in subbuglio.

Dopo un po', sentii un fruscio dietro di me. Mi girai e vidi Mia avvicinarsi, il suo volto serio ma determinato. "Elara" disse, la voce ferma.

"Mia" risposi, il cuore che si fermava e poi riprendeva a battere forte.

"Ho pensato molto a quello che mi hai detto. E voglio parlarti" iniziò, e il mio respiro si fece più profondo.

"Va bene. Sono qui per ascoltarti" dissi, cercando di mantenere la calma.

"Non è facile per me accettare tutto questo. Ho paura delle conseguenze, ma non posso negare quello che provo per te" disse, il suo sguardo fisso nei miei occhi.

Il mio cuore si riempì di speranza. "Mia, se c'è qualcosa che ti preoccupa, parliamone. Non voglio nasconderti nulla" dissi, sentendo il peso delle mie paure svanire.

"Voglio capire. Voglio imparare a conoscerti, ma ho bisogno di tempo" rispose, il suo tono sincero.

"Capisco. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno" dissi, sentendo una nuova luce di speranza.

Mia si avvicinò e mi prese la mano. "Prometto che ci lavoreremo insieme. Non voglio perderti, Elara" disse, e il suo sorriso mi riempì di gioia.

In quel momento, capii che, nonostante le difficoltà che ci attendevano, avevamo l'opportunità di costruire qualcosa di bello insieme. La nostra connessione era più forte delle nostre paure, e insieme avremmo affrontato qualsiasi cosa.

Angolo Autrice 👀👀
Buona sera guys, scusate il ritardo nel fare uscire questo capitolo ma son stata in famiglia tutto il giorno, quindi potete capire che il telefono non lo usato per nulla. Comunque volevo chiedervi, cosa ne pensate di questo capitolo? Vi andrebbe che mettessi altre parti anche dal punto di vista di Mia k di Finn (il migliore amico di Elara)? La storia di per sé vi sta piacendo/interessando? Se si, mi farebbe molto piacere che lasciaste un commento e un like, grazie mille per chi lo farà 💗💗

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