2

61 8 76
                                    

L'investigatrice Linda Valente aveva studiato il volto della sospettata con attenzione e prima di procedere con l'interrogatorio provò a farsi un'idea superficiale, ma ciò che riuscì a estrapolare dalle espressioni di Tina Alunni fu solo speranza. Una speranza di essere scarcerata, di lasciare la prigione il prima possibile.

Decifrare la colpevolezza o l'innocenza di quella ragazza si rivelò in quel momento impossibile.

Doveva avere pazienza e giocare bene le sue carte da investigatrice.
Il caso di Tina Alunni poteva subire cambiamenti consistenti e Linda era intenzionata a chiudere il caso prima che passassero mesi, o addirittura anni.

Per il momento, quella ragazza così apparentemente fragile era destinata a essere rinchiusa tra quelle mura per trenta lunghissimi anni, dopo soltanto la sentenza di primo grado.

Linda aspettò ancora qualche secondo prima di parlare, mostrando una serietà glaciale. Si accorse che sia l'avvocato che la sua cliente pendevano dalle sue labbra.

Decise di cominciare, guardando negli occhi Tina.

"Il tuo avvocato sa poco dei nuovi sviluppi e ho voluto riunirvi per parlarvi, per lavorare a mio modo. Seguo di rado i protocolli e spesso violo anche delle regole, ma ciò mi permette di risolvere casi impossibili."

"Conosco i vostri casi, sia i suoi che quelli di suo fratello." L'avvocato interruppe la premessa dell'investigatrice, che gli mostrò uno sguardo irritato. "Prima, quando ci siamo conosciuti, mi ha parlato di questi nuovi sviluppi, che c'è ancora una possibilità per Tina. Di cosa si tratta?"

"Tina ha una possibilità di libertà qualora fosse innocente. Lo scoprirò, ci può giurare; ma la pregherei di non interrompermi più o dovrò chiederle di uscire da questa stanza." Linda mostrò la sua autorità con un tono lapidario. Aspettò il cenno dell'uomo al suo fianco e ritornò a fissare Tina. " La tua situazione, Tina Alunni, è più unica che rara. Sei stata giudicata colpevole, senza alcuna incertezza. Il giudice ha deciso tassativamente di non impugnare la sentenza di primo grado grazie alle prove trovate sul luogo del delitto. Prove che ti mettono con le spalle al muro. Prove davvero affidabili."

Tina annuì, fredda, impassibile a quelle parole. Linda provò a scorgere qualcosa dal suo sguardo, dai suoi gesti, da qualsiasi cosa potesse farle capire cosa provasse in quel momento. Fu inutile. Sembrava fissare una statua, un ammasso di argilla senza sentimenti.

"Voglio partire dall'inizio, Tina. Voglio che mi parli." Linda ammorbidì il suo tono di voce.

"Ho parlato già con l'investigatore che venne a fare il sopralluogo a casa." Anche le parole di Tina, come il suo viso, risultarono prive di emozioni. Quella gioia che aveva provato poco prima si era dissolta, evaporata nel ricordare quelle settimane infernali. L'espressione speranzosa di lasciare quelle mura si era mutata in una maschera di ceramica. "Avrà sicuramente letto i documenti delle indagini."

Linda si porse in avanti, poggiando i gomiti sul tavolo, "Sì, ho letto tutti i documenti che dovevo leggere, ma voglio ascoltare te. Voglio che tu mi racconti tutti i passaggi di quella serata. Voglio che tu possa avere la possibilità di convincermi che non sei stata tu a uccidere Morena Castelli."

Tina si divincolò sulla sedia, sbiancò, "Non amo parlare di quella mattinata. Io... È stato un vero shock trovare il cadavere in cucina."

Linda tornò a poggiarsi sullo schienale della sedia, "Vuoi la libertà? Allora devi fare uno sforzo. Cominciamo dal rapporto che avevi con la tua matrigna. Vivevate insieme da quando tu eri molto piccola, giusto?"

"Sì, io e i miei fratelli siamo cresciuti con lei. Ma non posso dire che avessimo un rapporto familiare unito."

Linda socchiuse gli occhi, "Cosa intendi?"

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 15 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Lo stemma (I gialli dei fratelli Valente)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora