Eva
«Stai zitta Eva!» urla il mio boss mentre i suoi occhi sembrano poter implodere da un momento all'altro.
La goccia che fa traboccare il vaso. Le ultime parole dette da non dire.
Dopo avermi trascinata con prepotenza e arroganza al suo ennesimo viaggio di lavoro a Seoul, decide anche di maltrattarmi nel ristorante più prestigioso del luogo e per giunta davanti ai suoi clienti migliori:
Yoon Do Hyun e Yoon Joon Woo, padre e figlio, soci di un'importante azienda di import export.
Da stagista "sfigata e sottopagata" a "umiliata", è un attimo.
L'uomo più giovane, seduto al mio fianco destro, mi lancia sguardi compassionevoli. Sembra dispiaciuto e mortificato.
Continuo a muovermi sulla sedia, cercando di trovare una posizione che allenti la mia tensione e che mi faccia sentire comoda in questo corpetto soffocante.
Una stupida bacchetta si incastra al mio bracciale e cade atterra. Cercando di raccoglierla mi ritrovo viso a viso con Joon.
Il suo sguardo accattivante si incatena al mio, facendomi sentire un pizzico imbarazzata.
«Lascia, raccolgo io...A meno che tu non ti diverta a mostrarmi i tuoi seni da così vicino».
La mia mano corre veloce a coprire la scollatura, le guance sono in fiamme e la palpebra del mio occhio destro inizia a tremare. Dalla mia bocca non esce una sola parola di senso compiuto. Riprendo la bacchetta dalla sua mano curata e decido di prendere una boccata d'aria.
Sono fuori dalla mia zona comfort, rimorchiare sì, ma durante una cena di lavoro non mi sembra proprio opportuno.
L'hotel in cui soggiorno è in pieno centro, dove pagode, monasteri e templi buddisti affiancano grattacieli in vetrocemento gestiti da robot di ultima generazione.
Mentre passeggio nel piccolo giardino, tiro fuori dal pacchetto una delle ultime Marlboro.
L'infilo tra le labbra e mentre cerco l'accendino nella saddle bag, una piccola fiamma mi illumina il viso.
«Accendino pronto! Ho bisogno anche io di una boccata di nicotina».
«Ah, bene! Stavo quasi pensando che mi stessi seguendo!»
«Non dovresti lasciarti trattare così da lui».
«Non dovresti pensare a cose che non ti riguardano!».
«Non lo dicevo con cattiveria, è che lo trovo poco rispettoso. Sono anni che facciamo affari con lui e non l'ho mai visto trattare bene una sola assistente».
«Non importa, al rientro mi licenzierò».
«Sei per i tagli drastici?».
«Abbastanza».
Il suo sguardo è ammiccante, si morde le labbra socchiudendo gli occhi. «Sei incredibile! Mi piaci, mi attrai molto! Oltre alla tua bellezza disarmante vedo una donna estremamente brillante. E poi, cos'hanno i tuoi occhi? Sono temibili calamite! Magari è amore a prima vista?».
Lo squadro dalla testa ai piedi aggrottando la fronte. «Sei l'unico uomo asiatico, sexy e alto un metro e novanta, oppure ce ne sono altri nei dintorni?».
«Ne troveresti diversi guardandoti alle spalle, ma non sarebbero come me, o meglio, non sarebbero me!».
«Bene! Magari potrei trovarne uno che non finga di aver avuto un colpo di fulmine, solo per portarmi a letto!».
E voi, che dite? finiranno a letto? 💋
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti!
La seconda parte uscirà domenica.😜

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Sober Souls
Teen Fiction«Come mi hai trovata? Non dovresti essere a conoscenza di informazioni private come il numero della mia stanza!». «Non ti avrei lasciata andare...». Le sue mani afferrano i miei fianchi con fermezza. Mi attira a sé baciandomi con passione. Dopo atti...