☽ ~ 𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 𝖖𝖚𝖆𝖙𝖙𝖗𝖔

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🚨QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE VIOLENTE🚨

ɪʟ ᴍᴏɴᴅᴏ È ᴜɴ ᴘᴏꜱᴛᴏ ᴘᴇʀɪᴄᴏʟᴏꜱᴏ, ɴᴏɴ ᴀ ᴄᴀᴜꜱᴀ ᴅɪ Qᴜᴇʟʟɪ ᴄʜᴇ ᴄᴏᴍᴘɪᴏɴᴏ ᴀᴢɪᴏɴɪ ᴍᴀʟᴠᴀɢɪᴇ ᴍᴀ ᴘᴇʀ Qᴜᴇʟʟʟɪ ᴄʜᴇ ᴏꜱꜱᴇʀᴠᴀɴᴏ ꜱᴇɴᴢᴀ ꜰᴀʀᴇ ɴᴜʟʟᴀ

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ɪʟ ᴍᴏɴᴅᴏ È ᴜɴ ᴘᴏꜱᴛᴏ ᴘᴇʀɪᴄᴏʟᴏꜱᴏ, ɴᴏɴ ᴀ ᴄᴀᴜꜱᴀ ᴅɪ Qᴜᴇʟʟɪ ᴄʜᴇ ᴄᴏᴍᴘɪᴏɴᴏ ᴀᴢɪᴏɴɪ ᴍᴀʟᴠᴀɢɪᴇ ᴍᴀ ᴘᴇʀ Qᴜᴇʟʟʟɪ ᴄʜᴇ ᴏꜱꜱᴇʀᴠᴀɴᴏ ꜱᴇɴᴢᴀ ꜰᴀʀᴇ ɴᴜʟʟᴀ.

ᴀʟʙᴇʀᴛ ᴇɪɴꜱᴛᴇɪɴ

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Non riesco a muovermi. Non riesco a scendere da questa dannata macchina. Sento lo sguardo di Chris perforarmi la testa. Sono sicura che freme dalla voglia di vedermi essere pestata a sangue da Ray. Dopo il mio rifiuto, non si aspetta nient'altro che vedermi ridotta male. Continuo a stringere quella scatola tra le mani come se fosse un'ancora di salvataggio. Sto tremando e fatico persino a deglutire.

Chris apre lo sportello e lo sbatte con forza facendomi trasalire. Lo osservo col fiato sospeso mentre si avvia verso il vialetto di casa.

Vorrei darmela a gambe, ma non riesco nemmeno a muovermi, figuriamoci se riuscirei a correre in questo momento.

Tutto quello che ho mangiato a cena, sta per risalirmi dall'esofago. La bile è diventata amara. Sto per vomitare.

Li osservo scambiarsi qualche parola e poi voltarsi entrambi nella mia direzione.

Lo sguardo che mi rifila mio padre mi fa tremare anche l'anima. Ogni cosa dentro di me trema furiosamente.

Per qualche secondo smetto anche di respirare. La paura è così tanta che... Sul serio, non riesco nemmeno a muovermi. È come se fossi stata pietrificata su questo maledetto sedile.

In un battito di ciglia, Ray raggiunge l'auto. Apre lo sportello e mi afferra dal polso. Cerco di oppormi, ma è inutile. È più forte di me. Mi trascina fuori dall'abitacolo con forza, facendomi male al braccio.

Cado a terra. Le ginocchia vanno a sbattere furiosamente contro il marciapiede.

Infila una mano in mezzo ai miei capelli e li strattona, obbligandomi a sollevare il viso e guardarlo in quegli occhi che ardono di arrabbia. Quegli occhi demoniaci.

<< Che cazzo hai combinato?>> Mi strattona i capelli procurandomi un dolore infernale al cuoio capelluto. << Pensavi di farla franca? Piccola puttanella che non sei altro!>> Rafforza la presa sui miei capelli e mi tira su.

Mi trascina con la forza fin dentro casa, una volta dentro, mi spinge dalla schiena facendomi cadere di nuovo a terra. Con un colpo secco chiude la porta alle sue spalle. Talmente è forte il suo gesto, che alcuni pezzi di intonaco cadono a terra sbriciolandosi.

DRAG ME TO HELLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora